Un ringhio roco, primitivo e prorompente fuoriesce furiosamente dalle mie labbra. Artiglio il mio coraggio e, senza posare gli occhi sulla lama, con un gesto deciso e preciso estraggo il pugnale dal mio braccio. Inevitabilmente urlo per l'estremo dolore finisco, chinandomi con il busto leggermente in avanti ed inspirando a pieni polmoni. Avverto gli occhi bruciare e le lacrime offuscare la vista. Scuoto energicamente il capo, mi faccio forza e mi alzo in piedi. Sangue rosso e veleno fuoriescono dalla ferita con eccessiva fluidità, schizzando qua e là e macchiando inevitabilmente la manica. Digrigno i denti nello stesso istante in cui un brivido sinistro mi trapassa la colonna vertebrale. Ninfa vitale e veleno scorrono lungo il mio braccio, soffermandosi sui polpastrelli e gocciolando inevitabilmente a terra, mescolandosi con dell'altro sangue. Dispiego la mie ali minacciosamente in modo tale da far arretrare di poco i nemici. Uno di loro s'inumidisce malvagiamente i canini, analizzandomi vittoriosamente dal basso verso l'alto. Prima che possa attaccarmi, mi scaravento rabbiosamente verso di lui. Lo colpisco ripetutamente, utilizzando molta energia, perciò lui m'infilza un suo artiglio nella ferita aperta e profonda del braccio. Inevitabilmente la mia presa s'allenta leggermente ed un grido colmo di dolore prorompe dalle mie labbra. Il non-morto coglie l'occasione, capovolgendo i ruoli in quanto adesso sono io ad esser sotto il suo corpo impregnato del sangue delle sue vittime. Anche la mia linfa vitale sgorga zampillante dal mio braccio, facendomi avvertire inevitabilmente il pulsare fastidioso e doloroso in quel punto del mio corpo.
«MIA!» Ringhia bramoso il non-morto, avvicinandosi pericolosamente al mio collo.
Avverto il cuore pompare furiosamente nel petto, lo stomaco arrovellarsi per il terrore, il respiro mozzarsi in gola ed i neuroni lottare tra loro in cerca di una via di fuga. Sento le lacrime salire in superficie e sbattere contro l'esigua barriera dei miei occhi. Percepisco scariche dolore in tutto il corpo ed un fuoco bruciare nel braccio ferito. Prima che possa pensare ad un modo per abbatterlo, il mio corpo agisce per sé. Con un gesto rapido afferro dalla fodera del mio anfibio un paletto in legno, infilzandolo senza esitazione nella schiena del non-morto. L'essere spalanca le fauci, sputa sangue scuro e grumoso ed urla, ma il mio grido d'odio ed ira distruttrice supera il suo di dolore. Con una ginocchiata nell'addome sposto il corpo ormai esanime del non-morto, alzandomi rapidamente da terra ed osservando stanca la situazione. Consto sollevata che gli angeli terrestri hanno sconfitto i non-morti presenti qui, ma, nonostante ciò, dei nostri compagni sono distesi per terra esanimi, lacerati e sconfitti. Rivolgo la mia attenzione sul muro sporco di sangue, prendendo rapidamente parola.
«Saliamo!»
La mia disposizione echeggia forte e chiara all'interno del lungo corridoio. Fortunatamente tutti gli angeli terrestri rimasti ancora in vita non oppongono resistenza, facendo quanto precedentemente ordinato dalla sottoscritta. Noto gli angeli proseguire lungo il cammino quando lentamente il moro mi si avvicina zoppicante. È ferito alla gamba destra. Accidenti!
«Arriva all'ingresso e rimani lì.» Sentenzio con tono fermo.
«Non se ne parla.» Ribatte il moro con severità. «Devo lottare.»
Mi volto irritata verso di lui, scuotendolo energicamente per le spalle e reprimendo inevitabilmente il gemito di dolore a causa del braccio ferito.
«È giusto lottare ma è altrettanto inutile gettar via la propria vita come se nulla fosse.» Esordisco con sicurezza. «Mentre ti dirigerai verso la superficie, aiuterai quanti più angeli feriti possibili, portandoli con te lì sopra.»
«Ma...»
«SALI!» Sbraito fuori di me. «È un ordine!»
Il moro si sofferma qualche istante ad osservarmi, ma il mio sguardo ed il mio volto corrucciato lo fanno sbuffare e scuotere leggermente il capo. Si volta lentamente verso le scale e fa quello che gli ho espressamente ordinato. Sospiro stremata e dolorante, volgendo poi il capo verso gli angeli terrestri rimasti a combattere. Li raggiungo rapidamente in volo mentre con la mano sinistra premo energeticamente sulla ferita. Dopo qualche istante c'imbattiamo nuovamente in altri non-morti ed alla fine riusciamo a vincerli tutti. Infilzo rabbiosamente il pugnale in legno nella giugulare da dove sangue nero e denso schizza copiosamente da tutte le parti, sporcandomi la tuta. Il non-morto mi scruta con le iridi brillanti, ghignando diabolicamente.
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Nephilim
ParanormalATTENZIONE: CONSIGLIO DI NON LEGGERE LA STORIA AI BIGHOTTI DATO CHE TRASFORMERÓ COMPLETAMENTE IL RACCONTO BIBLICO SU LUCIFERO E SUL SUO FANTOMATICO FIGLIO (è inoltre possibile che in futuro venga condotta al rogo dopo la censura da parte della Chies...