Angelo Terrestre

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Apro lentamente un occhio ed istantaneamente un raggio di sole mi colpisce l'iride, costringendomi a richiudere la palpebra e brontolare tra me e me. Mi muovo lentamente e stancamente nel letto, stiracchiandomi per bene e tastando nel mentre il materasso. Apro di scatto entrambi gli occhi, scoprendo successivamente la triste realtà: Logan non c'è. Emetto un grugnito di disapprovazione, stropicciandomi il volto e mettendomi a sedere sul letto. Il lenzuolo ricade sul mio grembo, facendomi notare solo ora di esser nuda. Immediatamente il ricordo della scorsa notte affiora prepotentemente nella mia mente come fosse un fulmine al ciel sereno. Artiglio il lenzuolo, mi corpo sin sotto il naso ed arrossisco seduta stante, cadendo poi volontariamente supina sul materasso ed inalando il nostro odore. Emetto un gridolino di felicità per poi pensare alla faccia di mamma se solo lo venisse a sapere.

Ritieniti una donna morta!

Cosa farei senza la mia coscienza?

Nulla.

Roteo gli occhi al cielo e sorrido come una bambina felice. Volto il capo verso il comodino, notando solo ora che Logan ha lasciato sul mobiletto un foglietto piegato. Mi metto a sedere, allungo il braccio e l'afferro. Trepidante lo apro senza alcuna esitazione per poi leggerne il contenuto con mani tremanti.

Mia dolce Al,

mi spiace non esserci nel momento in cui aprirai gli occhi questa mattina,

ma DEVO partire.

Ieri notte per la prima volta in vita mia mi sono sentito vivo,

talmente vivo che ho faticato a comandare la mia parte demoniaca.

Sei una donna inafferrabile e di una bellezza sovraumana,

proprio come la Luna che tanto ammiri.

In verità è lei che dovrebbe temerti e contemplarti per ore.

Al...sei la cosa più incantevole e rara al mondo che avessi mai potuto avere.

Sei il fiore più incantevole e fragile, il più raro ed ameno.

Qualunque cosa accadrà...vivi per me, vivi per noi.

TI AMO MIA AL.

Tuo Logan.

Sussurro le ultime parole in preda alle lacrime che incuranti bagnano le mie candide guance. Singhiozzo a pieni polmoni, maledicendomi per non essermi accorta della sua assenza nel letto questa mattina. Senza perder altro tempo, mi dirigo spedita verso il bagno per poi optare per una doccia fredda. Subito dopo indosso qualcosa di comodo, ma altrettanto leggero, poiché lì fuori fa caldissimo. Mentre infilo le scarpe, emetto un ringhio di frustrazione dovuto allo squillare incessante del cellulare. Alla fine esasperata, lo afferro.

«Pronto?»

«Ti sei svegliata con la luna storta?» Mi domanda mamma con tono aspro.

«No, no.» Dico rapidamente, tentando di trovare una scusa convincente. «Sono in ritardo e devo sbrigarmi.»

«Capito tesoro.» Sospira sollevata. «Quando tornerai a casa? Tra pochi giorni sarà luglio.»

«Tornerò tra poco.»

«Quantifica con precisione?»

Roteo gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. Cosa non le è chiaro? Vado di corsa!

«Tra cinque giorni, contenta?»

«Appena tornerai a casa dovremo affrontare un bel discorsetto.» Mi rimprovera con voce stridula. «Non ti ho dato...»

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