Bracciale di perle

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Allison Pov's

DRIN! DRIN! DRIN!

Emetto un grugnito roco per nulla femminile, arrotolandomi stancamente tra le lenzuola. Mi metto a sedere con la schiena esageratamente inclinata in avanti per poi stiracchiarmi come fossi un orso appena uscito dal letargo. La sveglia continua a suonare, perciò l'afferro irritata e la scaglio brutalmente contro il muro. Istantaneamente l'oggetto metallico si distrugge in mille pezzi, facendo compagnia al pavimento lucido e brillante. Sbuffo sonoramente, scendendo giù dal letto ed emettendo un ringhio di frustrazione. Osservo svogliatamente la sveglia, appuntandomi mentalmente di comprarne un'altra al più presto. Lascio perdere i cocci e mi stropiccio energeticamente le palpebre mobili, sbadigliando eccessivamente. Mi stiracchio nuovamente, spalancando le mie meravigliose ed inusuali ali grigie come le nuvole precedenti ad una tempesta ma più luminose come il pulviscolo stellare. Volgo il capo verso il vetro della finestra, scrutando sorridente il mio riflesso. L'apertura alare è di circa tre metri mentre l'altezza è poco più di due metri. Le piume, soffici al tatto, corniciano perfettamente ogni parte dell'ala, dandole una forma più naturale e sinuosa. Improvvisamente qualcuno bussa energicamente contro il legno della mia povera porta, facendomi sobbalzare per lo spavento. Maledico mentalmente il malcapitato di turno, dirigendomi verso l'entrata con poca grazia ed aprendo la porta con palpabile fastidio. Quasi immediatamente mi ritrovo davanti una matassa informe color quercia e degli occhi vivi e brillanti a pochi centimetri dal mio volto. Incrocio le braccia al petto, roteo gli occhi al cielo e sbuffo divertita.

«Come fai a ridere di prima mattina?» Domando al moro, facendolo entrare.

«Mi basta guardarti.» Scherza per poi scoppiare in una fragorosa risata.

«Ringrazia Dio per esser il mio migliore amico o ti avrei già ucciso con le mie stesse mani.»

Lo lincio con un solo sguardo, ma lui prontamente si avvicina, muovendo l'indice da destra a sinistra ad un centimetro dal mio naso in senso di disapprovazione. Emetto un gemito di frustrazione, scuotendo leggermente il capo.

«Non fare l'angioletto cattivo, Ally.»

Lo scruto interdetta per poi sospirare già stremata ed alzare le braccia al cielo in segno di resa. Mi giro sui tacchi e mi dirigo rapidamente in bagno, chiudendo ermeticamente la porta dietro le mie spalle. Non si è mai troppo previdenti, soprattutto se dall'altra parte della stanza c'è un angelo dal comportamento esageratamente infantile e bipolare. Assurdo! Senza perder altro tempo mi lavo accuratamente il volto e le ascelle, indossando poi una camicetta a fiori e dei jeans a vita altra che fasciano al punto giusto il mio lato B. Pettino accuratamente i capelli per poi legarli in un'elegante coda di cavallo ben tirata all'insù, truccando successivamente gli occhi con del mascara. Guardo il mio riflesso allo specchio e sorrido soddisfatta del mio operato. Mi giro sui tacchi ed esco dal bagno. Immediatamente la mia attenzione viene catturata da Matt che è letteralmente steso sul mio letto con lo spirito nel mondo dei sogni. Istantaneamente un'idea diabolica illumina la mia mente: prendo la rincorsa per poi gettarmi a peso morto su di lui. Di tutta risposta il moro strabuzza gli occhi, scaraventandomi successivamente a terra come un sacco di patate. Noto il suo sguardo saettare da una parte all'altra della stanza per poi poggiarsi su di me. Colta in fallo, sorrido raggiante, mettendomi in piedi sotto lo sguardo incredulo e divertito dell'angelo terrestre.

«Sei impazzita?!»

Di tutta risposta faccio spallucce per poi rimproverarlo in maniera giocosa: «Dai...adesso alzati scansafatiche che non sei altro!»

«Da che pulpito!»

Matt scoppia a ridere, coinvolgendo pure me. Giro la sua figura per poi spingerlo da dietro le spalle verso la porta. Pochi istanti dopo usciamo finalmente dalla base, salendo successivamente su un taxi. Dopo una mezz'oretta il tassista ferma la corsa, avvertendoci che siamo arrivati a destinazione. Getto un'occhiata al palazzo dinanzi al grande parco, sorridendo interiormente per il bel posto gentilmente offertomi dal mio superiore. Matt mi aiuta a scaricare le valige dal veicolo per poi dirigerci insieme verso l'ingresso dell'enorme palazzo. Prendiamo l'ascensore e pochi istanti dopo ci troviamo su uno dei numerosi piani dello stabile per poi proseguire lungo il corridoio sino a fermarci dinanzi all'appartamento numero diciassette.

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