Un sogno che diventa realtà

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Il giorno seguente ho accompagnato Luke alla stazione per poi dirigermi subito a lavoro, saltando pure la colazione. La colazione! Saltarla per me è l'inferno vero e proprio. Se non ingerisco qualcosa di decente e calorico di prima mattina, divento un morto vivente vero e proprio. Difatti appena entro in ufficio crollo come un peso morto sulla sventurata cattedra, abbandonandomi nuovamente al dolce sonno.

«BABY!»

Matt mi urla nell'orecchio, facendomi saltare di conseguenza giù dalla sedia e cadere rovinosamente a terra. Bofonchio sottovoce qualche parola poco carina, toccandomi istintivamente il pettorale sinistro dove consto in pochi istanti che il mio povero cuore sta battendo all'impazzata a causa delle urla spropositate del mio collega.

«Sei pazzo per caso?!» Grido fuori di me. «Ho rischiato d'avere un infarto!»

«Ho visto che eri così presa dal tuo stancante "lavoro" che non ho resistito alla tentazione.»

«Idiota.»

Matt sghignazza alquanto divertito dal mio commento e dal mio viso ancora corrucciato. Mi alzo da terra con una grazia simile a quella di un elefante sotto lo sguardo luminoso del mio collega. Giuro che un giorno di questi lo soffoco mentre dorme. Lo giuro!

«Il capo ti ha chiamata.» M'informa Matt.

«Quale capo?»

«Il nostro superiore.»

Lo ringrazio a mio malgrado, tentando di migliorare al meglio il mio aspetto per poi prendere l'ascensore. Non so quanto sia sicuro lasciare i miei bozzetti nella stessa stanza dove ora c'è solo Matt, ma credo vivamente che per questa volta correrò il rischio. Poco dopo l'aggeggio elettrico ferma la sua corsa ed il mio capo mi riceve dopo pochi minuti.

«Si sieda.»

Accenno un debole sì per poi fare come richiesto.

«Sa cosa avverrà tra due settimane esatte?»

Mi scruta con superiorità, poggiandosi completamente contro la spalliera comoda della sua poltrona. Cosa succederà?! Per caso non ho studiato gli ultimi dossier? No, no. Non è possibile. Ho sempre tutto sotto controllo. Sempre! Improvvisamente però un senso d'ansia e preoccupazione s'impossessa di me, impedendomi di respirare normalmente. L'osservo confusa e so per certo che in questo istante mi stia mostrando come una ragazza incompetente e svogliata. Come ho potuto non sapere un notizia così importante? Perché è importante, no?

«Signorina tra due settimane ci sarà il Galà di Halloween.»

Cosa? Per un istante ho pensato ad una pratica o a dei modelli che non ho revisionato o creato nel tempo stabilito. Sospiro più sollevata, non capendo però il motivo per il quale mi abbia realmente convocata. Non credo che mi abbia fatto chiamare solo per partecipare ad un galà, nonostante sia tra i più sfarzosi ed irraggiungibili degli USA.

«Mi scusi, ma per quale motivo ha chiesto di me?»

«Il Galà quest'anno sarà organizzato dalla F&J e di certo non possono mancare le nuove creazioni. Ho pensato così di farle creare due abiti da donna e due da uomo a tema della festa in modo da presentarla ad artisti famosi e manager influenti.»

COSA?! Sta parlando seriamente di me? Delle mie creazioni? Assurdo! È un sogno che diventa realtà. Incredibile!

«Di certo la sua presenza non potrà mancare.» Conclude con ovvietà.

«Vuol dire che sarò costretta a presentarmi e a rimare per il resto del Galà?» Domando leggermente sconvolta.

«Assolutamente.» Risponde con sicurezza. «Entro dodici giorni però voglio gli abiti pronti.»

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