Lei non è nulla per me!

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Logan Pov's

«La prossima volta cerca di non farti trovare con le mutande abbassate. Non capiterò sempre nel momento più adatto.» Mi rimprovera Caleb.

«Avevo bisogno di svagarmi.» Dico mellifluamente, gettando giù un bicchierino di vodka alla menta.

«In ufficio? Di nuovo?»

Lo sguardo tagliente del mio amico e la sua postura pronunciata verso di me mi fanno ben intendere che è leggermente adirato per il mio comportamento. Non capisco il perché in quanto lui stesso sa della vera utilità del mio ufficio. In realtà tutti i dipendenti ne sono a conoscenza.

«Non fare così! Lo sanno tutti che il mio ufficio è il mio secondo letto!» Esclamo, tentando di smorzare la tensione con scarso successo.

«Stai attento.» Sussurra appena.

Che?! Mi volto di scatto verso di lui con fare interrogativo. Caleb sospira, portandosi una mano dietro la nuca e grattandola con fare nervoso. I suoi occhi saettano febbrili per la stanza con l'intenzione di trovare una via d'uscita che non ci scoprirà mai.

«Allison era ferma dinanzi al tuo ufficio e per poco non ti beccava sul fatto. Sicuramente ha sentito i vostri gemiti esagerati, però non ti ha visto.» Mi rivela, guardandomi dritto negli occhi. «Cerca di fare più attenzione.»

«Allison? Chi è Allison?» Chiedo retoricamente con un ghigno sinistro stampato in volto.

«Non prendermi in giro perché non sono un'idiota. Sai esattamente a chi mi sto riferendo.» Mi rimprovera con lo sguardo. «Comunque se al momento non l'hai presente...Allison è quell'umana per la quale perdesti il senno ed il cuore anni fa. Adesso ricordi?»

Furioso con me, con lei e con me, scaglio inferocito il bicchiere di birra a terra, frantumandolo in mille pezzi mentre inspiro ed espiro ad un ritmo eccessivamente elevato.

«Non dire mai più una cosa del genere! Lei non è nulla per me!» Sbraito incollerito.

Lei non è nulla per me!

Lei non è nulla per me!

Lei non è nulla per me!

«Allora perché c'è ancora il suo segno sul tuo pettorale sinistro?» Domanda furbamente, aprendo leggermente la mia camicia.

Chino il capo e rivolgo la mia attenzione sul punto scoperto della mia pelle. Solo ora mi ricordo che, quando mi stavo svagando con la segretaria, ho sentito il petto bruciare anche se di poco, ma l'ho avvertito. Quattro dannatissimi anni fa, mi innamorai perdutamente di lei. Per questo motivo si creò una strana runa sul mio pettorale sinistro, simbolo dei forti sentimenti che provo per Allison. Quando lei è nei dintorni, lo avverto, lo avverto eccome! Un Nephilim non potrà mai stare con un essere umano, MAI, e quello che ho fatto è sbagliato, totalmente sbagliato. Ho commesso un grave errore quattro anni fa e perciò ne pagherò le conseguenze per l'eternità.

Flashback

«Pronto fratello?» Mi domanda eccitato Raab.

Accenno un debole sì con la testa. In realtà mi sento distrutto, annientato. Non ho alcuna voglia d'abbandonare questo posto né tanto meno far cancellare la memoria a tutti riguardo la mia persona. Qui ho stretto grandi amicizie, ma ho anche vissuto parte essenziale della mia vita. Non sono pronto per andare, non lo sono, ma devo. Devo farlo.

«Posso andare in auto? Non voglio assistere.» Ringhio a bassa voce.

Raab mi scruta divertito come mai prima d'ora, indicandomi poi la macchina extra lussuosa. Mi catapulto sui sedili posteriori e noto come il mio unico fratellastro cancella la memoria a tutta la cittadina. Subito i miei pensieri vagano e penso immediatamente a lei, ad Allison, alla MIA Allison. Per fortuna non è ancora tornata in città in quanto per una volta ha ascoltato il mio consiglio. Non sono riuscito a dirle della mia vera natura, ma nonostante ciò non voglio che lei si dimentichi dei nostri momenti felici. Non voglio e non posso. Improvvisamente balzo sul sedile quando sento il suono meccanico della serratura della macchina. Raab si siede al posto del conducente, lanciandomi uno sguardo gelido e fulminante.

«Lei non c'è.» Asserisce risentito.

Cosa?! Come fa a sapere di Allison?

«Non le cancellerò la memoria quando tornerà perché la data prevista era oggi. Papà vorrà vederti spostato con una demone di alto rango, anche se non sei il primo erede, quindi ti consiglio vivamente di dimenticarla al più presto.»

Accenno un insicuro sì con il capo, volgendo poi la mia attenzione verso la cittadina per l'ultima volta.

Fine Flashback

Non vedo Raab d'allora e non posso che esserne contento. Dire che lo odio è nulla in quanto gode nel vedermi soffrire, nel vedermi star male ed esser impotente dinanzi alle emozioni che mi stanno sovrastando ormai da tempo. Vuole che incomba, che impazzisca, ma non lo farò. Non lascerò che banchetti per la mia rovina, per la mia morte.

«Non avvicinarti troppo al fuoco o ti brucerai.» M'ammonisce Caleb con tono di rimprovero, facendomi tornare alla realtà.

«Sono cambiato, sono più maturo d'allora.» Ribatto stizzito, incenerendolo con un solo sguardo.

Caleb alza un sopracciglio, mostrando un ghigno di chi la sa lunga. Argh! Quanto mi dà fastidio quando fa così. Quanto!

«Senti, non cominciare.» Sentenzio stufo di tutta questa storia.

«Ti conosco fin troppo bene, figlio di Lucyfer.»

«Forse anche troppo.» Sorrido, scuotendo il capo. «Altra vodka?»

Gli porgo la bottiglia sin sotto il naso. Caleb accenna uno stanco sì mentre alza gli occhi al cielo.

«Non devi preoccuparti per me. So cosa devo e non devo fare. Dopotutto sono o non sono il figlio di Lucyfer?»

«Se lo dici tu!»

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