31 ottobre (pt.1)

1.3K 92 0
                                    

Sono passati ben cinque giorni dalla visita medica e dalla discussione con Doc riguardo Logan. Cinque giorni trascorsi ad allenarmi da mattina a sera. Cinque giorni sono tornata a casa distrutta con le ali intorpidite ed il corpo stremato per l'eccessivo sforzo fisico. Cinque giorni che prego il mio Signore affinché mi sorvegli e mi salvi. Cinque giorni che vivo in uno stato di costante ansia e turbamento. Cinque giorni che non riesco a non pensare alla fatidica notte. Cinque dannatissimi giorni! Ed oggi...oh oggi! Oggi tutto avrà inizio o fine. Oggi saprò se il mio impegno e le mie preghiere non sono state vane. Oggi saprò se sarò degna ancora di combattere e vivere. Sì, vivere! E magari far luce pure sul mio passato da umana. Magari! Scuoto energicamente il capo, sospiro ansante per poi infilare l'ultimo anfibio ed alzarmi svogliatamente dalla panca in legno dello spogliatoio. Scrollo le spalle estremamente rigide per la tensione e mi volto lentamente verso la porta quando improvvisamente sobbalzo a causa della presenza ora dinanzi a me. Istintivamente inspiro profondamente e porto la mano destra sul cuore, trucidando il moro con un'occhiata infuocata.

«Matt!» Esclamo irritata. «Se continuerai a comparire in questo modo, il mio cuore alla fine non reggerà più!»

«Non sono io quello pericoloso.» Bofonchia a bassa voce per poi strizzarmi l'occhio. «Almeno non questa sera.»

Sbuffo spazientita, schiaffeggiandomi mentalmente, nello stesso istante in cui il mio amico si avvicina rapidamente a me. Spalanca velocemente le braccia e mi avvolge con gentilezza, stringendomi contro il suo petto muscoloso. Mi permette di poggiare la testa sulla sua spalla ed inspirare profondamente. Allungo il braccio per poi accarezzare con tranquillità i suoi riccioli ribelli, rilassandomi istantaneamente.

«Matt tornerò sana e salva.» Sussurro appena. «Te lo prometto.»

Il moro non risponde, ma solo dopo qualche istante scioglie la sua presa intorno alla mia vita, allontanandosi leggermente da me. Mi scruta con i suoi occhi color della quercia talmente luminosi e profondi da destabilizzarti ed ammaliarti allo stesso tempo. Mi sorride debolmente, facendosi forza per non lasciarmi partire sola. Senza proferire alcuna parola, mi afferra per mano e m'incita ad uscire dallo spogliatoio. Gentilmente mi accompagna nella stanza di volo dove troviamo già tutti gli HUNTERS ai loro posti. Mi volto verso Matt, salutandolo con un casto bacio sulla guancia per poi raggiungere gli altri in pochi istanti. Istantaneamente la cupola cigola, l'enorme rivestitura in vetro vibra e si divide in due, mostrando il cielo notturno trapunto di stelle sia a me che agli altri angeli terrestri. Ed ecco che pochi secondi dopo gli angeli spiccano il volo senza apparente timore. Inspiro profondamente, facendomi forza, per poi seguirli. Mi volto un'ultima volta verso la base e noto il volto di Matt cupo e triste. Scuoto energicamente il capo, guardando il cielo dinanzi a me. Sicuramente questa notte mi segnerà a vita, ma non so se sarà positivo o negativo. Resta il fatto che ne uscirò inevitabilmente marchiata. Dopo un volo abbastanza lungo, giungiamo a destinazione. Atterriamo, ma il mio viso è ancora rivolto verso il cielo leggermente rossiccio. Nonostante ciò, vi sono già molte stelle. Ormai la notte è vicina...

Con discrezione ed estrema attenzione entriamo in un cinema abbandonato con un giardino e delle grate simili a quelle dei cimiteri gotici. Un brivido sinistro mi trapassa la colonna vertebrale, facendomi battere i denti ed irrigidire i muscoli. Avverto il battito del cuore accelerare esponenzialmente ed il respiro ghiacciarsi in gola. Sento gli occhi bruciare e la gola seccarsi. Il capo spedizione urla a gran voce d'entrare e subito dopo scendiamo intimoriti e febbricanti le scale cigolanti in metallo color carbone. Immediatamente noto le numerose biglietterie abbandonate con i vetri rotti, le ragnatele agli angoli del bancone e le poltrone squarciate con l'imbottitura riversata verso l'esterno della stoffa blu. Consto che vi sono ancora dei fogli, ingialliti ed incrostati di sangue e inchiostro, poggiati e svolazzanti sul tavolo in legno. Ingoio rumorosamente il groppo che ho in gola, continuando a scendere al fianco degli altri angeli. Improvvisamente, lungo il nostro cammino, incontriamo dei ragazzi molto giovani chiacchierare e passeggiare nei cubicoli del cinema. M'immobilizzo seduta stante, strabuzzando gli occhi ed aprendo esageratamente la bocca. Perché sono qui? Il cinema assomiglia ad una costruzione in procinto di esser demolita degna del miglior film horror. Possibile che questi giovani non avvertano la presenza del nemico? È concepibile la loro tranquillità in questo ambiente estremamente angusto e sinistro? Prima che possa riprendermi ed incitare i ragazzi a fuggir via da qui, il capo spedizione mi afferra rudemente per il gomito e mi spinge letteralmente a proseguire lungo il mio cammino.

NephilimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora