Alla Muraglia!

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Trascorro i giorni successivi facendo allenamenti sfiancanti tant'è che ogni sera torno a casa con il corpo letteralmente distrutto dallo sforzo fisico, addormentandomi non appena il mio capo sfiora il morbido cuscino.

«Alla Muraglia!»

L'ordine urlato da Cristopher fa trasalire tutti gli angeli terrestri che celermente si dirigono nel punto designato. Non appena mi volto, noto esterrefatta che sono già tutti fuori. Senza perder altro tempo m'accingo a raggiungerli, trovandomi in brevi istanti sul retro dell'enorme caserma, dinanzi alla Muraglia che si affaccia sulla tetra e sinistra foresta.

«Adesso vi dividerete in due gruppi: una parte di voi indosserà al polso un foulard nero mentre la restante sezione uno bianco. Questo significa che alcuni di voi rappresenteranno i demoni, al contrario degli altri che saranno gli angeli.» Elargisce Cristopher a gran voce. «Quelli che indossano i foulard neri, ovvero i nemici giurati di noi angeli, partano...ORA!»

Immediatamente noto alcuni angeli sollevarsi dal suolo e piroettare in aria, cadendo poi in picchiata nella foresta oscura. Non posso non accorgermi che tra loro c'è Logan...Ormai sono giorni che lo ignoro, fuggendo ogni qual volta lo intravedo sul mio cammino. Devo ammettere di non esser ancora pronta per uno scontro diretto, in quanto sono perfettamente conscia della mia fragilità non appena incontro i suoi occhi profondi e cristallini. So di non esser pronta. Non riesco a rivolgergli la parola né tanto meno a perdonarlo. Mi ha ingannata e ferita. Non merita il mio amore, ma, nonostante ciò, non riesco a provare il contrario.

«Gli angeli col foulard bianco!» Urla Cristopher. «Attaccate!»

Istantaneamente spiego le mie ali grigie ed inevitabilmente parte dei miei compagni si voltano ad osservarli inorriditi e lividi dall'invidia. Nonostante adori le mie ali per la loro singolarità, è in questo genere di momento che desidero esser uguale agli altri angeli terrestri per non esser messa costantemente sotto esame. È tutta colpa di Logan! Non dovevo salvarlo! Non dovevo! Chiudo le palpebre, inspiro profondamente, piego le ginocchia e, con una spinta decisa, mi alzo in volo. Mi lascio avvolgere dall'aria pungete dell'inverno, permettendo al gelo di freddare le mie emozioni e focalizzare la mia attenzione unicamente sul test. Immediatamente punto il centro della foresta, cadendo in picchiata ed atterrando poco dopo. In realtà scendo dal cielo con lentezza, facendo estrema attenzione a non produrre alcun tipo di rumore percettibile. Tendo bene le orecchie, affino la vista ed analizzo l'ambiente circostante. Non appena noto che gli angeli col foulard nero non sono nei paraggi, sospiro più calma. Senza perder altro tempo cammino nel buio della foresta quando tutto ad un tratto capto dei passi non molto distanti da me. Improvvisamente qualcuno mi afferra saldamente per la vita e, prima che possa urlare, mi ritrovo con la schiena premuta contro la corteccia dura d'un albero secolare ed una mano grande e calda premuta fortemente contro le mie labbra. Non appena rivolgo la mia attenzione al mio assalitore, la gola mi secca ed il cuore smette di battere per un misero istante. Due gemme incandescenti e cristalline mi analizzano bramose, ma l'incantesimo dura solo brevi secondi, poiché avverto delle voci non molto distanti da noi.

«Sono più che convinto d'averla sentita atterrare non molto lontano da qui.» Borbotta un angelo terrestre con il foulard nero avvolto intorno al polso.

Un suo compagno lo affianca, sorride sbiecamente e gli tira un energico colpo sulla spalla.

«Va bene, va bene.» Ghigna divertito della disfatta del suo amico. «La prossima volta saremo più fortunati.»

«Giuro di...»

«Smettila di rimuginare su un errore compiuto e continua a camminare.» Lo spinge leggermente in avanti. «La prossima volta cerca di non correre se non sei esattamente sicuro di ciò che hai sentito, o così facendo farai fuggire tutti gli angeli con il foulard bianco nelle vicinanze.»

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