Magazzino sotto attacco

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Osservo confusa il suolo macchiato del liquido che sgorga da sotto il vestito di Elena, tornando unicamente alla realtà quando la mia amica geme per l'ennesima volta a causa del dolore acuto. Senza perder altro tempo, richiamo l'angelo terrestre che subito si accovaccia accanto a me e mi scruta con devozione.

«Mettiti immediatamente in contatto con la base e chiedi l'intervento immediato di Doc.» Ordino con decisione. «Inoltre fai in modo che i rinforzi arrivino il prima possibile.»

Improvvisamente un forte rumore, simile ad un corpo morto che cade, ci fa sussultare e voltare verso la fonte. Senza che possa rendermene conto, il mio volto scatta nella direzione della mia amica e le mie labbra si schiudono, dando il via libera a parole cariche di conforto e promesse: «Andrà tutto bene...Lui ti proteggerà.»

Sorrido debolmente alla mia amica, facendole cenno col capo in direzione dell'angelo terrestre ancora intento a fissare la probabile sorgente del suono. Inspiro profondamente, facendomi coraggio ed avvicinandomi a lui. Con un movimento rapido afferro saldamente uno dei miei coltelli, cedendolo all'angelo che mi risponde con uno sguardo carico di forza. Accenno un sicuro sì col capo, lancio un ultimo sguardo alla mia amica per poi uscire dal magazzino. Istantaneamente i miei piedi corrono rapidi lungo i corridoi imbrattati di linfa vitale umana ed inevitabilmente la bile mi sale sin in gola. Avverto il cuore martellare per il terrore ed il respiro frammentarsi. Percepisco tutte le cellule del mio corpo bruciare per il terrore e gli occhi inumidirsi. No! Non è il momento di mostrarsi codardi! Corro sino a giungere per strada dove consto immediatamente l'esorbitante quantità di sangue riversato sia sui muri che sull'asfalto. Urla agghiaccianti carichi di terrore e dolore popolano le vie, riecheggiando in tutto l'isolato. Grugniti, ringhi e versi rochi fuoriescono dalle labbra degli esseri pallidi che bevono avidamente la linfa vitale degli esseri umani. Analizzo la scena con orrore e disgusto. Improvvisamente però la mia attenzione viene attirata a causa delle urla acute di una donna, preda e spuntino invitante di alcuni non-morti. Lei è inginocchiata e protegge possessivamente ed amorevolmente tre le sue braccia il figlio di pochi anni mentre una di quelle creature beve il suo sangue dalla scapola sinistra. Un ringhio roco e sinistro abbandona le mie labbra ed il mio spirito urla furioso. Avverto l'adrenalina fluire rapidamente nelle vene mentre i miei occhi cambiano istantaneamente colore, diventando gialli. Inevitabilmente la mia vista si fa più acuta e le ali, imponenti e grigie, escono dolorosamente dalla schiena. Mi alzo in volo, piroetto su me stessa, scendo in picchiata ed atterro alle spalle di un non-morto.

Improvvisamente la creatura immonda si volta di scatto nella mia direzione, colpendomi allo stomaco e facendomi cadere rovinosamente molti metri più in là. Ringhio incollerita e con il cuore che batte all'impazzata, rialzandomi rapidamente da terra e puntando le mie gemme incandescenti su di lui. La creatura sorride beffarda, leccandosi le labbra sporche di sangue, e prende velocità, scagliandosi su di me. Non attendo la collisione dei nostri corpi, lanciandomi furiosamente verso di lui ed urlando furibonda. Inevitabilmente ci scontriamo ed agiamo talmente rapidamente da rendere impossibile alla vista capire cosa stia realmente succedendo. Un colpo secco, un urlo doloroso ed un grido di vittorioso. Inspiro ed espiro a pieni polmoni, avvertendo le pulsazioni del mio cuore accelerare sempre più. Solo in un secondo momento mi rendo conto che la mia mano destra stringe furiosamente qualcosa appiccicosa e morbida: la testa sanguinante del non-morto. Inevitabilmente parte del sangue maledetto macchia la mia sventurata maglietta mentre la mia mano sinistra tiene ancora ben saldo il paletto ancora lucido. Mi rialzo rapidamente da terra e mi avvicino velocemente alla donna, lanciando lungo il cammino la testa dell'essere lontano da me.

«Si alzi.» La esorto con voce dolce, guardandola dritto negli occhi. «Andrà tutto bene.»

La donna trema visibilmente impaurita e dolorante mentre il piccolo piange spaventato tra le sue braccia. Inevitabilmente il mio cuore si stringe in una morsa dolorosa ed una lacrima solitaria mi solca il volto. L'asciugo rapidamente con la manica destra della maglia, accompagnando successivamente al donna ed il piccolo sino alla saracinesca. La giovane madre mi scruta confusa e stremata, perciò l'esorto gentilmente ad entrare nel magazzino. Con titubanza acconsente, ringraziandomi poi di vero cuore e piangendo per la tensione nervosa ed il dolore. Senza perder altro tempo mi volto e ritorno rapidamente in strada. Strabuzzo gli occhi incredula e scioccata, portando la mano destra sulle labbra ed ingoiando il disgusto. È vera e propria carneficina! Serro bene le palpebre, inspiro profondamente e mi alzo in volo, osservando dall'alto l'indicibile situazione. Ci sono troppi non-morti e pochi umani ancora forti per combattere...

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