Allison morirà

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Logan Pov's

Il giorno seguente mi alzo in tutta fretta con il cuore in tumulto e la fronte imperlata di sudore. Adesso ho un unico obiettivo nella mia mente: vivere ed amare Allison e lottare una volta per tutte per lei. Per la mia donna. Per il mio Amore. Indosso in tutta fretta una camicia sgualcita turchese ed un paio di pantaloni neri che si abbinano alla perfezione al mio look. Raccatto rapidamente i miei oggetti personali e corro in gran fretta verso la stazione. Pago per la prima corsa diretta a Brooklyn, non prima però d'aver lasciato una lettera ad Allison nella sua cassetta postale. Non ho intenzione di ferirla ancora e far di ciò una possibile causa di un nostro improvviso ed insulso allontanamento. Non voglio. Non più. Dopo ben tre ore di viaggio finalmente arrivo a destinazione. Senza perder tempo chiamo rapidamente un taxi, dirigendomi di conseguenza ad un bar sperduto nella periferia della grande città. Fortunatamente il viaggio non dura molto. Pago velocemente il tassista, ringraziandolo educatamente, per poi scendere rapidamente dal veicolo. Mi catapulto letteralmente verso l'ingresso secondario dell'abitacolo ed istantaneamente vengo travolto dalla puzza di alcool, fumo e sudore. Emetto un gemito di ribrezzo, mostrando poi un volto totalmente schifato. Cosa dovrei aspettarmi da un bar della periferia che lavora praticamente solo di notte? Senza indugiare oltre, entro in una stanza con le pareti viola scuro e le luci soffuse. Consto subito però che c'è un piccolo tavolo rotondo e quattro sedie di cui tre già occupate. Senza squadrare i presenti, in quanto conosco già le loro identità, mi siedo ribollente d'ira, lanciando poi un'occhiata ad ognuno di loro.

«Logan da quanto tempo!» Esclama seccato il mio fratellastro.

«Raab.»

A dir la verità non lo vedo da quattro anni e non posso che esserne contento. Il problema sussiste in quanto ora sono costretto non solo a guardarlo in faccia ma pure a parlarci. Lui, insieme a mio padre, mi ha rovinato la vita. La vita! Mentre io in tutti questi anni ho tentato di lavorare e dimenticarmi di Allison, lui si è divertito eccessivamente nell'oltre tomba con le succubi.

«Nostro padre vuole che tu ti leghi entro luglio con una demone di rango elevato, o...»

Raab lascia volutamente la frase a metà, facendomi però ben intendere il seguito. Istantaneamente avverto l'ira ribollirmi nelle vene ed esplodere in ogni particella del mio corpo. So perfettamente che dietro l'attacco ad Allison ci sono lui e mio padre, ma sfortunatamente per loro i piani sono stati infranti dal sottoscritto. Non hanno capito che nessuno, e ripeto nessuno, me la porterà via. Nessuno la toccherà! Nessuno! Serro le mani in pugni, utilizzando così tanta forza da far conficcare le unghie nei palmi e fuoriuscire del sangue scuro. Avverto le gengive pulsare ed i canini premere contro la carne calda. Sto per perdere il controllo e Caleb lo sa perfettamente. Di tutta risposta infatti il mio amico mi scruta allarmato e serioso. So che devo calmarmi, lo so, ma ora come ora mi risulta improponibile più che impossibile. Rapidamente volto il capo nella direzione del mio fratellastro, puntando interamente la mia attenzione su di lui.

«O?» Domando retoricamente, incitandolo a continuare la sua frase.

«Allison morirà.»

Cosa?! Mai! Non lo permetterò mai! Istintivamente guardo Caleb che m'intima a ragionare. Noi siamo solo in due, forse in tre, contro l'intero Inferno. Non possiamo batterli, ma almeno guadagnare tempo e trovare alleati.

«Se mi unissi ad una demone, lascereste stare Allison?»

«No.» Risponde rapidamente Raab con occhi colmi d'eccitazione. «Ormai siete legati e l'unico modo per rompere questa unione quasi completa è uccidere la donna.»

«NO! NON OSERETE TORCERLE UN CAPELLO!» Urlo fuori di me, alzandomi di scatto e facendo inevitabilmente cadere bruscamente la sedia a terra. «Mio padre vive negli Inferi e non gli è mai importato di suo figlio finora!»

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