Un mese dopo il Galà

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Da quella fatidica notte, o per meglio dire Galà, è trascorso ormai un mese. Un mese dove ho cercato con tutta me stessa di non incrociare Logan per alcun motivo, ma soprattutto di non pensare a lui. Di conseguenza mi sono tuffata letteralmente tra i miei bozzetti, rimanendo molte sere alla F&J oltre l'orario lavorativo previsto per i dipendenti. Oggi è primo dicembre ed è da almeno dieci minuti che attendo Matt. Sbuffo stanca d'attenderlo, picchiettando nervosamente il piede destro a terra e chiamandolo al cellulare per l'ennesima volta nell'arco di questo breve tempo. Dopo pochi squilli finalmente risponde.

«Pronto?»

«Ma dove diavolo sei finito? Abbiamo la riunione tra due minuti!» Urlo istericamente al telefono.

«C'è molto traffico perciò arriverò in ritardo.» Sospira rumorosamente. «Qual è il problema?»

«Qual è il problema?! I tuoi superiori sono il problema!» Sbuffo incredula. «Come fai ad essere così tranquillo?»

Attraverso l'aggeggio elettronico riesco a sentire distintamente la risata piccata di Matt, rendendomi conto solo ora che il moretto ha combinato un'altra delle sue.

«Matt non dirmi che...»

«Sono ancora steso sul letto.» Dice alla velocità della luce, scoppiando poi in una risata fragorosa.

«Un giorno di questi ti ucciderò.» Sussurro esasperata.

«Non ce la faresti a vivere senza di me.» Sghignazza sicuro di sé. «E comunque il capo ti adora e non dovrebbe essere difficile per te trovare una scusa valida per la mia imminente e fortuita assenza.»

«Mi spiace deluderti, ma questa volta ti prenderai le tue responsabilità.»

«Come farò con te, Baby?»

«Smettila di chiamarmi Baby!» Grido contro l'aggeggio elettronico.

Pochi istanti dopo la risata leggera di Matt sopraggiunge nuovamente alle mie orecchie, facendomi innervosire ancora di più. Non lo sopporto quando si comporta da vero bambino ed inoltre il suo lato infantile predomina eccessivamente nell'ultimo periodo. Diamine! Siamo al lavoro non in una sala giochi! Chiudo infastidita la chiamata per poi affrettarmi a salire velocemente in sala conferenze. Adesso per colpa sua sono in ritardo pure io per la riunione! Oggi non è giornata, proprio non lo è. Giuro su Dio che questa volta me la paghi, Matt! Mentre accelero la mia andatura lungo il corridoio, incrocio Cristopher.

«Cristopher! Dove vai?»

Lo raggiungo in poco tempo, riprendendo fiato. Questo lavoro mi sta uccidendo nel vero senso della parola!

«In ritardo?»

«Scusami, ma non ho buttato l'occhio sull'orologio.» Spiego visibilmente mortificata. «Sono ancora in tempo, vero?»

«Certamente, però sbrigati.»

«Grazie. Grazie mille!» Esclamo lieta. «E buona giornata!»

Cristopher mi scruta ancora per qualche secondo per poi ridere ed andare via. Giro i tacchi verso la mia destinazione, affrettandomi ad entrare in sala conferenze. Busso due volte contro il vetro ed il metallo della porta quando immediatamente una voce maschile mi dà il permesso d'entrare finalmente in stanza. Logan mi osserva con un sorrisetto stampato in volto, beffardo e compiaciuto. Appena i nostri occhi entrano in collisione, smetto per un secondo, un misero secondo di respirare, per poi incenerirlo con un solo sguardo. Capo o no, lui rimarrà sempre e per sempre un essere viscido e ripugnante.

«Allora signorina Morris...a cosa dobbiamo questo suo ritardo?» Domanda una voce calda alla mia destra.

«Signor Jhonson sono desolata.» Lo guardo con occhi supplichevoli. «Mi spiace davvero tanto.»

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