Febbre alta

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Chiamo un taxi e mi faccio portare rapidamente in aeroporto. Pago il tassista ed afferro prontamente il mio trolley per poi affrettarmi a fare il check-in. Pago il mio biglietto e prendo il primo volo. Dopo ben due ore, arrivo finalmente a destinazione. Prendo un ulteriore taxi per poter giungere nel mio paesino d'origine, facendo poi fermare il tassista esattamente sotto casa mia. Lo pago e scendo velocemente dal mezzo con il trolley ben saldo tra le mani tremanti. Rimango qualche istante a guardare la mia casa, sentendo poi le lacrime pizzicarmi gli occhi. Tiro su col naso, scuotendo il capo ed incamminandomi verso la porta d'ingresso. Busso ripetutamente sino a quando non sento la risposta urlata da parte di mio fratello. Appena apre il portone, rimane letteralmente a bocca aperta. Sembra che abbia visto un fantasma a causa della cera della sua faccia. Esilarante! Dopo poco si riscuote dal suo stato di trance, abbracciandomi forte a sé e sollevandomi in aria. Comincia a ridere e fare giri su se stesso, tenendomi ancora ferma tra le sue braccia.

«Sono felice anch'io di vederti, Luke. Non pensavo di mancarti così tanto.» Ammetto divertita, schioccandogli un bacio rumoroso sulla guancia.

«Sempre fredda tu, eh?»

«Non a caso tutti in città mi chiamavano CUORE DI GHIACCIO.»

«A quanto pare però c'è qualcuno che ti ha scongelata dal tuo torpore, dico bene?»

«Luke...non incominciare. Ti prego.»

Lo blocco con un cenno della mano in quanto l'argomento Logan Freeman non dev'esser toccato ora come ora.

«Sono sicuro che lo hai trovato.»

Senza dargli un'esauriente risposta, lo sorpasso ed entro rapidamente in salone. Un po' mi spiace trattarlo così in quanto fu l'unico che non mi credette pazza quando Logan sparì senza lasciare traccia...o quasi.

«Perché non mi assilli più con i tuoi discorsi su di lui?»

«Dov'è mamma?» Domando, cambiando volutamente discorso.

«Cerchi di sviare il problema...»

«Senti Luke, quando finisci di fare il cretino, fammi un fischio.»

Lui mi scruta avvilito, scuotendo poi la testa ed incamminandosi poi verso le scale. Una fitta al cuore mi fa lacrimare gli occhi, ma lascio perdere. Sbaglio vivamente a comportarmi così con lui perché alla fin fine non ha fatto nulla di sbagliato, ma devo ammettere di non esser ancora riuscita a superare il problema Logan Freeman. Seguo Luke al piano superiore, lasciando successivamente la valigia in camera mia per poi andare nella stanza accanto. Appena entro in camera, noto che mamma è a letto e respira affannosamente mentre sia il suo viso che il suo corpo sono imperlati di sudore.

«Portami una ciotola con acqua fredda e aceto.» Ordino a Luke. «Veloce.»

Senza contraddire Luke fa quello che gli comando, tornando in camera poco dopo con l'occorrente tra le mani. Afferro rapidamente la pezza e la bagno successivamente nell'acqua ghiacciata per poi poggiarla accuratamente sulla testa bollente di mamma. Lentamente la donna che mi, o meglio ci, ha dato la vita apre faticosamente gli occhi, osservandomi incredula e scoppiando a piangere. Lo stomaco mi si stringe proprio come il cuore mentre i miei occhi vengono velati da lacrime amare. Istintivamente mi avvicino a lei, abbracciandola forte a me e facendole ben capire che sono qui, con lei.

«Vedrai che starai meglio.»

Le sorrido debolmente con gli occhi lucidi. Lei di tutta risposta accenna un debole sì. Rimaniamo abbracciate ancora un po', lasciandola poi riposare poco dopo. Subito faccio segno a Luke di seguirmi in corridoio. In poco tempo entriamo in camera mia e ci sediamo con le gambe incrociate sul mio letto, non prima di aver ben chiuso la porta.

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