Sotto un cielo stellato

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Il mattino seguente ci destiamo bruscamente a causa delle urla di Jake che salta giù dal letto e grida come un folle. Il povero bimbo non si ricorda del fatto che Logan gli rimboccò le coperte la notte scorsa e di conseguenza non appena ha dischiuso le palpebre, si è trovato un uomo dormiente accanto a lui anziché la sottoscritta. Che trauma! Fortunatamente Jake si è ripreso quasi istantaneamente ma ha ricattato il corvino affinché gli comprasse un mega cornetto alla nutella dal bar prima di riportarlo a casa. Inutile sottolineare le urla del piccolo non appena siamo andati via dalla sua dimora. Poverino! Da quel mattino sono trascorsi parecchi giorni e devo ammettere che sono letteralmente volati a causa dell'allenamento sfiancante.

«Riposo!» Tuona Cristopher, ricevendo come risposta un sospiro generale. «Angeli terrestri! A breve vi sarà la tanto discussa guerra e di conseguenza desidererei che tutti possiate rilassarvi sino a quel giorno. Con questo voglio annunciarvi che non si terranno più allenamenti sino al 19 marzo.»

Istantaneamente un boato di acclamazioni e fischi s'eleva, facendo sorridere leggermente Cristopher che scuote il capo in diniego.

«Il 19 marzo qui alle 22:00.» Ordina con autorità. «Da questo preciso istante siete liberi di rilassarvi.»

Immediatamente s'innalza un urlo d'approvazione da parte di tutti i presenti, tutti tranne Matt che mi scruta con occhi fiammeggianti. Avverto il suo sguardo perforarmi la carne e sanguinare il cuore. Detesto il nuovo Matt e sono stremata per non poter più dialogare e scherzare con lui come facevamo un tempo. Prendo coraggio e mi avvicino al diretto interessato, sorridendogli allegramente e salutandolo con voce calda. Il moro si volta nella mia direzione, analizzandomi con freddezza e sbuffando alquanto irritato. Reprimo l'istinto di strangolarlo con le mie stesse mani ed obbligarlo di conseguenza ad esternare i suoi problemi, prendendo parola.

«Qualcosa ti turba?»

«Certo che no!»

La sua voce colorita di scherno ed odio mi fa sussultare ed offuscare lievemente la vista a causa delle lacrime.

«Qual è il problema?»

Tento di mantenere la calma ma il mio tono tradisce ogni mio buon proposito. Stranamente non si muove ma al contrario sputa velenosamente: «Sei un'idiota! Rischi la vita per un Nephilim! Un Nephilim!»

Prima che possa connettere la razionalità alle membra, la mia mano taglia l'aria e scarica la sua potenza sullo zigomo destro del volto del moro. Matt arretra d'un passo, toccandosi scioccato il punto dolente e scrutandomi con incredulità. Rapidamente scuote il capo e si ricompone, tornando nuovamente freddo e distante. Ferita e rattristita, chino il capo. Certamente volevo discutere con lui e chiarire il problema, ma non era mia intenzione colpirlo. Matt compie un passo verso di me, ma quasi istantaneamente si blocca. Noto soltanto adesso un'ombra affiancarmi, perciò alzo il capo e noto Logan alquanto irato. Il corvino non perde tempo, domandando acidamente al moro: «Qualche problema?»

Matt incrocia le braccia al petto e lo fulmina con un solo sguardo, rispondendo con astio: «Non sono affari che ti riguardano, NEPHILIM.»

Tra Matt e Logan non c'è mai stato alcun tipo di stima, ma qualcosa mi sprona a credere che non si tratti unicamente di questo. Anzi, credo fortemente che qualche evento funesto abbia segnato imprescindibilmente la loro guerra eterna. Inoltre credo che ciò sia avvenuto prima che morissi.

«Logan.» Sussurro con voce incrinata. «Andiamo via.»

Il corvino lancia un ultimo sguardo furioso a Matt, che risponde con la stessa intensità, per poi prendermi per mano e condurmi via di lì. Camminiamo insieme lungo il corridoio in assoluto silenzio, separandoci solo dinanzi ai rispettivi spogliatoi. Senza perder tempo mi doccio con acqua gelida, indossando poi qualcosa di comodo. Subito dopo esco dalla base, notando Logan di spalle con le ali piegate in posizione di riposo. Il loro colore richiama la notte mentre la loro morbidezza è paragonabile alla spuma del mare. Emanano una luce intensa, ma percettibile unicamente dall'animo e non dagli occhi. Sono enormi ma proporzionate al corpo statuario del mio uomo. Improvvisamente Logan si volta nella mia direzione, scrutandomi con turbamento ed invitandomi con un cenno di mano ad avvicinarmi a lui. Non esito neppure un istante, affiancandolo celermente e scrutandolo con apprensione.

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