Chi è Logan?

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Allison Pov's

Sono trascorse ben due settimane da quando rivelai la mia vera natura ad Elena e fui avvertita da Matt riguardo il mio futuro e non molto distante test finale. Sono ben quattordici giorni che mi alleno, mettendoci tutto l'impegno e la forza fisica. Sono due settimane che torno a casa distrutta e con la schiena dolente. Sono quattordici giorni che mi sento cambiata. Sbadigliando e contorcendomi tra le lenzuola, apro svogliatamente gli occhi per poi scendere dal materasso e dirigermi traballante verso la cucina. Come prima cosa preparo il caffè, mettendo successivamente la moca sul gas. Mi volto ed apro il frigo, estraendo poi un'abbondante fetta di torta al cioccolato fondente con panna e granella di nocciole. Ora come ora le calorie sono il mostro che mi fa meno paura in quanto le smaltisco in appena metà allenamento mattutino. Ho bisogno di energie per mettermi in forza o probabilmente cadrei di faccia a terra durante la corsa ad ostacoli. Scuoto energicamente il capo, ridendo leggermente a causa dei miei film mentali del tutto esagerati. Improvvisamente rinsavisco, poiché il telefono lampeggia e la suoneria è impostata al massimo del volume. Sbuffo spazientita e leggermente innervosita, afferrando bruscamente l'aggeggio elettronico. Alzo il capo per vedere che ore sono e consto che sono appena le sei del mattino. Chi mai potrebbe chiamarmi a quest'ora?!

«Ally! Ally! Sei tu?»

Una voce di donna ancora impastata dal sonno ma estremamente melodiosa sopraggiunge quasi istantaneamente alle mie orecchie.

«Ele?» Chiedo conferma.

«Sia lodato il Signore!» Esclama con un sospiro. «Scusami Ally per l'orario, ma devo chiederti un favore urgente.»

«Dimmi tutto.»

Nel mentre spengo il gas, afferro agilmente la moca e verso il caffè in tazza. Prendo un secondo bicchierino e verso la parte restante dell'intruglio marrone all'interno di esso. Come puoi aver ben intuito sono letteralmente dipendente dal caffè, di conseguenza consumo quasi una moca intera dell'intruglio scuro già di prima mattina. A mia discolpa posso dire che è l'unico modo per rimanere sveglia.

«Devo accompagnare la mia vicina di casa all'ospedale per un controllo, dato che giorni fa è stata poco bene.» Esordisce con voce meno roca. «Potresti gentilmente accompagnare Jake a scuola? Mio marito è già al lavoro.»

Silenzio. Nessuna delle due fiata, poiché la sottoscritta sta sorseggiando il suo favoloso caffè mentre l'altra è in attesa di una mia risposta.

«Ti prego Ally!» M'implora a gran voce. «Sei la mia ultima speranza.»

«D'accordo, d'accordo.» Rispondo, sorridendo appena. «Per che ora deve stare a scuola?»

«Per le 8:30.»

«Perfetto!» Esclamo già psicologicamente pronta. «Allora sarò a casa tua per le 8:00.»

«Grazie Ally! Grazie infinite!» Esulta con tono più calmo. «Le chiavi sono sotto lo zerbino.»

«Elena...»

«So che non è un posto sicuro, ma non ho in mente altro. Giuro che appena potrò, mi sdebiterò con te.»

«Non pensarci nemmeno.» La rimprovero fintamente alterata. «Buona giornata, Ele.»

«Buona giornata anche a te, Ally.»

Termino rapidamente la chiamata, affrettandomi a terminare la mia dolcissima colazione. Subito dopo lavo le poche stoviglie e mi dirigo in bagno. Opto per una doccia fredda e sbrigativa, tamponando il mio corpo con l'asciugamano ed emettendo qualche grugnito roco quando passo il telo morbido sui molteplici lividi. Alla fine questi continui allenamenti mi uccideranno! Scuoto energicamente il capo e sorrido amaramente. Indosso rapidamente la biancheria intima per poi infilare qualcosa di leggero ma al tempo stesso non troppo scollato. Sistemo al meglio il letto per poi mettermi dinanzi allo specchio e spazzolare con energia i capelli lunghi ed ondulati. Lancio una rapida occhiata all'orologio e consto sollevata che sono le 6:45. Istantaneamente osservo le mie ali grandi e grigie. Ci penso un po' su e devo ammettere che è ancora presto quindi un'escursione di prima mattina non sarebbe di certo un problema. Inoltre devo sgranchire le ali o si atrofizzeranno a furia di camminare solamente. Senza perder altro tempo agguanto la mia fidata borsa a tracolla bianca, tolgo il braccialetto di perle "magiche" e lo infilo velocemente all'interno della piccola sacca. Apro le mie ali con un gesto deciso, facendo inevitabilmente cadere sul pavimento alcuni oggetti presenti in stanza. Avverto già l'irritazione prender possesso di ogni particella del mio corpo, ma, non appena i miei occhi si posano sul riflesso delle mie ali, mi rilasso seduta stante. Lascio perdere ciò che è caduto, mi avvicino alla finestra già aperta per poi prender coraggio e, con le palpebre ben serrate, uscire speditamente dalla mia camera da letto.

NephilimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora