Nephilim

Ho ferito Logan

Da quella notte son trascorsi tre giorni e proprio ieri ho avuto l'onore di poter trascorrere la Pasqua con i miei genitori. Vorrei poter descrivere in lemmi le forti emozioni che ho provato, ma le parole sminuirebbero eccessivamente i sentimenti provati. Discutendo con loro, ho compreso quanto abbiano realmente sofferto per la mia perdita, soprattutto mio fratello. Ho scoperto che Luke si sposò ed ebbe un figlio, ma sfortunatamente sua moglie venne a mancare circa cinque anni fa mentre l'unico discendente è accasato con una ragazza solare della Georgia. Inoltre sono venuta a conoscenza del fatto che tra qualche anno mio fratello andrà in pensione e che molto probabilmente si trasferirà nella casa dei nostri genitori, poiché suo figlio vive momentaneamente in Canada.

«Vi attendiamo per le vacanze estive.» Annuncia gioiosamente Sofy, stringendomi a sé.

Inevitabilmente mi beo del suo calore ed inspiro avidamente il suo inconfondibile odore.

«Non mancheremo.» Ammetto emozionata, lanciando uno sguardo gaio a Logan.

«Mi raccomando.» Ripete John per l'ennesima volta con un sorriso gioioso stampato in volto. «Ci vediamo tra qualche mese.»

Pochi minuti dopo ci allontaniamo definitivamente dalla mia famiglia, dirigendoci speditamente verso l'hotel senza proferire alcuna parola. Ripenso alla partenza immediata di Luke, il quale è volato ieri sera verso la Grande Mela, ma, nonostante ciò, mi ha chiaramente riferito di volermi rivedere. Inutile sottolineare la mia gioia. Sono al settimo cielo! Finalmente potrò passare del tempo con tutta la mia famiglia. Tutta! Notare che nulla o quasi è mutato non può che rendermi felice. Sì, felice d'avere una famiglia con sani principi ed ancora tanto Amore da donare al prossimo. Posso scorgere l'immutabilità delle loro anime, il loro spirito gentile ma martoriato da un dolore lancinante. Nonostante ciò, è evidente quanto siano uniti ed è quello che è alla base di ogni nucleo familiare. Sai in cuor tuo che la famiglia è quel fuoco che non t'abbandonerà mai, indipendentemente dagli errori che commetterai. Sai che loro saranno sempre al tuo fianco. Sempre!

«Domani mattina partiremo per Brooklyn.»

La voce roca e profonda di Logan mi fa rinsavire ed accennare un debole sì col capo mentre i miei occhi osservano vacuamente la radura dinanzi a noi. Le tenebre ci abbracciano quasi completamente senonché qualche lampione sparso qui e lì illumina parzialmente il nostro cammino, non facendoci inciampare in qualche radice sbucante dal terreno. Improvvisamente percepisco un rapido spostamento d'aria e qualcosa d'affilato fendere le tenebre. Prima che possa reagire, mi ritrovo avvolta dalle braccia muscolose del mio uomo ed inevitabilmente la mia schiena preme contro il suo petto tonico e caldo. Immediatamente un gemito sofferente prorompe dalle labbra di Logan, perciò naturalmente mi divincolo, mi volto verso di lui e m'immobilizzo seduta stante, notando terrorizzata una lama conficcata nella sua carne della spalla destra e sangue caldo macchiare ineluttabilmente il suo cappotto.

«Oh mio Dio! Logan!» Esclamo sotto shock. «Logan sanguini!»

Il corvino m'afferra saldamente per mano e mi conduce celermente con sé vicino all'albero più vicino. Non appena giungiamo a destinazione, ci accucciamo contro l'arbusto e con decisione e dolcezza estraggo la lama dalla sua carne. Logan emette un grugnito roco, mordendosi dolorosamente il labbro inferiore per non urlare a causa dell'insopportabile sofferenza. Inevitabilmente sangue caldo fuoriesce dalla lesione, cadendo per gravità nel vuoto e macchiando inesorabilmente la terra bagnata. Fortunatamente la lama non ha tagliato la carne in profondità, ma ciò non toglie che devo immediatamente medicarlo. So che domani la lesione sarà completamente rimarginata, ma, nonostante ciò, bisogna ugualmente disinfettarla e bendarla.

«Logan.» Sussurro con decisione. «Riesci ad alzarti?»

Il corvino continua a mostrarsi assente, osservando intensamente un punto vuoto dinanzi a sé.