Ti vengo a prendere Allison!

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Logan Pov's

Cammino rabbiosamente e nervosamente avanti ed indietro con le mani incrociate dietro la schiena ed il viso contratto dall'ira. Continuo a ricordare, a rimembrare faticosamente il suo volto, il viso della mia donna, della mia salvezza, della mia vita. Nonostante tenti inutilmente di rivangare il passato, sono completamente convinto sia lei anche se il suo aspetto fisico è mutato leggermente. Mi fermo nel bel mezzo della stanza, mi porto le mani tra i capelli e tiro furiosamente alcune ciocche. Gemo, ringhio e soffoco gli urli rabbiosi. No! No! No! È impossibile! È impossibile! Lei non può essere un angelo! Non può! Giuro di averla vista cadere dinanzi a me, esalare l'ultimo respiro e morire tra le mie braccia. Ho visto i suoi occhi perdere la lucentezza della vita, le labbra paralizzarsi, le membra rilassarsi e la cassa toracica abbassarsi per l'ultima volta. L'ho fissata, toccata ed amata sino all'ultimo istante. Sino alla fine.

Toc Toc

Sobbalzo e fisso le mie iridi sulla porta in legno. Istantaneamente vengo condotto alla realtà ed i miei pensieri svaniscono come neve sotto il sole.

«Entrate.»

La mia voce esce decisa e roca. So perfettamente chi c'è al di là della porta: Caleb e Mazikeen. Il mio unico e vero amico mi ha confermato non molti minuti fa che quell'angelo è Allison e perciò ho chiamato sia lui che mia "moglie" per una discussione necessaria e dovuta al sottoscritto. Con un gesto l'invito a sedersi sul sofà, dinanzi alla mia poltrona. Le mie iridi scrutano febbrilmente prima la succube poi Caleb e viceversa. Istantaneamente ripenso alla discussione intrattenuta precedentemente con il mio migliore amico...

Flashback

«Cal!» Sbraito fuori di me. «Chi diamine era quell'angelo?! Era identica a LEI!»

Nervosamente porto una mano sulla nuca, grattando nervosamente quel punto del capo e cercando nel mentre una spiegazione logica che sfortunatamente non trovo. Dannazione!

«Infatti è LEI.»

«Perché?! Perché dannazione?!» Urlo, avvicinandomi rabbiosamente a lui ed afferrandolo barbaramente per il colletto della camicia. «Perché non mi hai detto nulla? Perché?!»

Noto un lampo di terrore nei suoi occhi, ma dura solo un istante. Con un gesto deciso Caleb scioglie la mia presa sul suo colletto, scostandosi bruscamente dalle grinfie del sottoscritto. I suoi occhi mi fissano ora con compassione e dolore. Dischiude le labbra tremanti e carnose, ma, nonostante ciò, non riesce a proferire alcun lemma se non dopo qualche eterno minuto.

«L'ho scoperto qualche settimana fa.» Ammette a malincuore. «Sono stato obbligato a tacere da...»

«Da chi?!»

Le mie urla lo fermano, lo destabilizzano e terrorizzano. Mi avvicino a lui con il fuoco negli occhi e lui di tutta risposta indietreggia. Mi fermo immediatamente, serrando le mani in pugni e chiudendo per qualche istante le palpebre. Inspiro ed espiro, calmandomi leggermente.

«Da chi?» Domando questa volta con tono pacato.

«Mazikeen.»

I miei occhi lo scrutano prima furiosi ora increduli. Cosa?!

«Ti sei fatto mettere i piedi in testa da una succube?!»

Non riesco a contenere l'ira e lo sdegno, urlandogli contro a gran voce.

«Non solo.» Risponde ora con sicurezza. «Tuo padre sapeva che LEI era rinata come angelo terrestre trent'anni fa.»

Ed è proprio in questo preciso istante che avverto il mondo crollarmi addosso per la seconda volta. Mi ha mentito. Mi ha mentito per tutto questo tempo! Ed io? Cos'ho fatto? Ho eseguito il suo volere come un burattino senz'anima. Ho lasciato il mio sarcofago nelle sue mani per farne ciò che voleva. Ho pianto, urlato ed agognato la morte per cosa? Lei è sempre stata viva...sempre! E lui? Lui lo sapeva e mi ha fatto congiungere con la succube, non prima però d'aver distrutto la mia anima, non prima d'avermi annientato e dato in pasto il mio spirito alle bestie dell'inferno.

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