prologo

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“Perché lo hai portato con te?” Chiedo ad Andy, non appena Brian chiude lo sportello del pick up. “Non c’è stato verso di farlo restare al locale. E poi non mi hai detto di non portare Brian, mi hai detto solo che non volevi che avvisassi Alex e Shane.” “Perché?” Brian chiede, sporgendosi da sopra la spalla di suo fratello. “Non stiamo andando a funghi, Brian.” “Neanche mi piacciono i funghi.” “Questa cosa…” Dico nervoso, stringendo le mani intorno al volante. “Non è per te.” “E per Andy, sì?” “Andy mi deve un favore.” “Andy ti deve sempre un favore” mi accusa e ha ragione. Andy si sente in debito con me da decenni e io sto facendo leva sul suo senso di colpa per averlo al mio fianco. “Forse non avrei dovuto chiamarti” convengo, poggiando la testa sul volante. “Poche chiacchiere, metti in moto e non perdiamo altro tempo, ho promesso a Shane che non avrei fatto tardi anche stasera.” Lo guardo ma non ho il coraggio di dirglielo. Andy ricambia la mia pena, prima di prendere il cellulare dalla tasca della giacca. “Avviso che farò tardi.” Poggio una mano sul suo braccio. “Forse dovresti scendere.” Quando l’ho chiamato per chiedere il suo aiuto non ho pensato a Shane, o meglio ci ho pensato, ho pensato a non coinvolgerlo, ma non ho riflettuto sulla cosa, sul fatto che lo avrebbe colpito indirettamente. “Io non vado da nessuna parte.” “Andy…” Lui mi guarda serio. “Stiamo andando a fare quello che credo?” Annuisco. “Hai bisogno di me.” Tentenno ancora qualche secondo. “Metti in moto questo cazzo di pick up, Reid. Adesso.” “E lui?” Indico Brian che ha ascoltato in silenzio il nostro scambio di battute. “Io vado dove andate voi” Brian risponde. “E non voglio discutere sulla questione.” “Che intenzioni hai? Vuoi solo parlargli o vuoi mettere in chiaro le cose?” Andy mi chiede, nella sua voce un velo di preoccupazione. “Io vorrei, credimi. Vorrei lasciar perdere, ma non posso. Tu non l’hai vista.” “Qualsiasi cosa tu decida sono con te, però, Reid, vorrei che ti rendessi conto che così perderai tutto.” “Voglio solo che non si avvicini più a loro.” Andy sospira pesante, poi scavalca Brian e si lascia cadere fuori dal pick up. “Che cazzo stai facendo?” “Resta con lui” ordina a Brian. “Non farlo avvicinare.” Apro lo sportello anch’io ma Brian mi tira all’interno afferrandomi per un braccio. “Non posso lasciarglielo fare.”
“Lo sta già facendo” dice grave. Rivolgo lo sguardo verso la sua auto, Andy lo ha già tirato fuori e lo tiene per il bavero della giacca. Lo schiaccia contro la fiancata, gli urla in faccia. Lui reagisce, è più grosso di Andy e probabilmente anche più incazzato. Lo spinge via, prova a colpirlo, Andy schiva i primi due pugni, ma il terzo lo prende in pieno. “Cazzo” Brian dice tra i denti, prima di spalancare lo sportello e di correre verso suo fratello. Mi precipito all’esterno dell’auto anch’io e raggiungo i due nel momento in cui Brian prende quel bastardo per le spalle per allontanarlo da suo fratello. Andy gli molla un cazzotto sul naso ma lui non cade perché Brian lo tiene per le braccia. Dura poco però, è forte lo stronzo, devo ammetterlo. Lo avevo sottovalutato. Si libera di Brian dandogli una gomitata sullo zigomo e si scaglia di nuovo su Andy. Mi butto su di lui afferrandolo per il collo e portandolo a terra con me. Mi volto subito e mi siedo sul suo stomaco; riesce a colpirmi un paio di volte prima che io lo blocchi per le braccia. “Ah ma certo” ride sprezzante. “Ti sei portato i cavalieri della tavola rotonda. E dimmi, ti ha mandato lei, stavolta, o sei venuto per saldare i conti?” “Sai benissimo perché sono qui, maledetto bastardo!” “Ma non sei abbastanza uomo da presentarti da solo.” “Chiudi quella cazzo di fogna!” “La perderai comunque” mi sfida. “Forse, ma tu non lo saprai mai, perché per allora sarai morto.” Quando usciamo dalla stazione di polizia sono le due del mattino. Ho la maglietta sporca di sangue, cosa che mi ha fatto perdere i sensi due volte, uno zigomo gonfio e un labbro spaccato. Andy ha un occhio nero di cui dovrò rispondere con mio fratello mentre Brian ha solo un paio di lividi. Tutto sommato poteva andare peggio. “Cosa cazzo vi è saltato in mente?” Mia sorella Ellie ci attende accanto alla sua auto, mani sui fianchi, viso in fiamme e l’aria di una che sta per strappare tre paia di palle a mani nude. “Hai chiamato tua sorella?” Brian chiede. “Chi altri avrei dovuto chiamare, Brennan?” “Non l’hai pensata bene questa cosa, Johnston.” “L’ha pensata, ma di merda” Andy dice tra i denti, prima di avvicinarsi a Ellie. “Come ti senti?” Le chiede subito data l’agitazione. “Come dovrei sentirmi secondo te?” “Calmati, per favore, non vi fa bene tutto questo.” “Dovevi parlarne prima con il fratello scemo!” Andy le posa le mani sulle spalle. “Ti prego, respira, cerca di rilassarti.” Ellie lo guarda di traverso. “Mi dispiace che tu sia dovuta correre qui in piena notte.” “Meglio io che altri, fidati. Non so come spiegherete questo casino” ci indica tutti. “Ma vi siete guardati allo specchio?” “Secondo te, lì dentro” indico la centrale di polizia. “C’è uno specchio per ammirarsi?” “Tu non parlare” mi punta un dito contro. “So che è tutta colpa tua.” Sospiro stanco. “Cosa credevi di fare, eh?” “Io volevo solo…” Scuoto la testa. “Volevo solo che non si avvicinasse più a loro.” Ellie mi guarda seria. “Dopo questo casino, Reid, sarai tu a non poterti avvicinare più a loro.” Come se non ci avessi pensato, come se il solo pensiero non mi avesse già tolto la ragione. Ho messo sul piatto della bilancia me e loro ed è inutile che le dica dove l’ago ha puntato. Sceglierei sempre loro davanti a qualsiasi cosa. “Un grande prezzo da pagare” dico con un peso enorme sul torace. “Ma lo pagherei altre mille volte.”

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