Alle undici del mattino Silas posa una tazza di caffè sotto il mio naso. “A cosa devo tanta gentilezza?” “Mi sembravi stanca, ho pensato che ne avessi bisogno.” Sollevo lo sguardo su di lui. “Sam ha fatto la spia?” “Non la metterei così.” “E come vogliamo definirla?” “Diciamo che mi informa sui progressi di una certa… Frequentazione? Va bene come termine?” “Cosa vuoi stamattina, Silas? Non hai niente di meglio da fare?” “Non ho nulla da fare fino alle due.” “E hai deciso di stazionare qui nel frattempo.” Si guarda intorno poi si siede sulla mia scrivania. “Non c’è nessuno in giro, è tutto tranquillo e gli ospiti previsti per oggi non arriveranno che per pranzo.” “Vedo che siamo informati su tante cose.” “So come muovermi.” Scuoto la testa e prendo la tazza, faccio un paio di sorsi di caffè bollente mentre lui attende impaziente che io lo metta al corrente degli ultimi sviluppi. “Dimmi cosa vuoi sapere, facciamo prima così.” “A letto è così uomo come sembra?” “Silas!” “Tu mi hai detto di farti domande.” “E tu mi chiedi del sesso?” “Non lo so, mi dà l’idea di un tipo preciso.” Per poco non mi strozzo con il caffè. “Di uno che sa quello che fa.” “Be’, è un uomo, mica un ragazzino.” “Fidati, ce ne sono tanti che non sanno dove mettere le mani, figuriamoci il resto.” “Non parlerò con te della mia vita sessuale” gli dico tra i denti. Silas sbuffa. “Okay, allora dimmi, dorme spesso a casa tua?” Lo guardo male. “Non ho fatto allusioni sessuali.” “Erano implicite.” “Sam mi ha detto che è rimasto da voi la scorsa notte.” “Sì, è rimasto da noi.” “Mi sembrava felice della cosa.” “Davvero?” “Lo sai che è affezionata a lui, il motivo non lo capisco, ma in fondo, cosa ne so io di donne?” “Ho paura di andare troppo veloce.” “Non siete due ragazzini.” “Ma io ne ho una di dieci anni.” “Vero, ma Johnston frequenta casa tua più o meno dagli stessi anni.” “Non proprio.” “Ah, giusto, c’è stata la piccola parentesi Trey.” “Non mi pare una parentesi. L’ho sposato.” “Cosa che ti avevo detto di non fare. Lo sapevo che era una testa di cazzo.” “Mi dispiace” dico sospirando. “Non volevo dire quello che pensi.” “Ma è esattamente quello che pensate, sia tu sia papà.” “Non è vero. E poi non c’entra un cazzo lui con Johnston.” “Non credevo ti piacesse.” “E non mi piace, ma piace a te e piace a Sam. Dovrò farmene una ragione.” “Perché?” “Perché non mi piace?” Annuisco. “Vuoi la verità?” “Certo.” “Non mi piaceva che ti girasse intorno in quel modo senza combinare nulla di buono. Non mi piaceva che ti illudesse.” “Non mi ha mai illusa, Silas.” “Ma io lo vedevo come lo guardavi, come speravi e lui, invece di fare un passo, se ne stava lì a recitare la parte dell’amico.” “Non è così semplice come cerchi di farlo sembrare.” “Per me lo era. Se era interessato doveva farsi avanti, così almeno…” Silas si ferma prima di continuare. “Così Trey non mi avrebbe messa incinta?” “Non volevo dire questo.” “E invece era esattamente quello che volevi dire.” Silas posa la mano sulla mia. “Mi dispiace.” Scuoto la testa e lui si alza, inginocchiandosi poi davanti a me. “Lo sai quanto bene voglio a Sam.” “Non dovresti neanche pensarle certe cose.” “Hai ragione.” “Trey è il padre di Sam, se non lo avessi conosciuto lei ora non ci sarebbe e io non potrei pensare a una vita senza mia figlia.” “Non avrei dovuto, mi dispiace, ma quando penso a lui mi viene in mente solo il modo in cui se n’è andato.” “Dovevo capirlo che non voleva sposarmi davvero, che non gli importava nulla di noi. Andiamo, Silas, perché avrebbe dovuto?” “Non dire così.” “L’unica cosa che voleva era mettere le mani sull’azienda di famiglia. Dovevo capirlo che era tutto un errore.” “Pensavi di fare la cosa giusta.” “E se anche questo fosse un errore?” “Johnston un errore?” Annuisco. “Be’, credo che dovrai rischiare per capirlo.” “Di cosa diavolo stiamo parlando?” Una voce dall’altra parte del bancone ci fa saltare su entrambi. “Mi assento per un po’ e tu te la fai con un Johnston?” “Darcy” dico incredula. “Oh mio dio, Darcy!” Supero il bancone e mi precipito ad abbracciarla. “Cosa ci fai qui? Quando sei arrivata?” “Stamattina presto, mi ci è voluta una vita per arrivare qui.” “Potevi chiamarci, saremmo venuti a prenderti.” “Parla per te” Silas si unisce a noi. “Ciao, fratello sfigato.” “Ciao stron…” “Okay, basta così, non iniziate con le solite storie.” Silas incrocia le braccia sul petto mentre Darcy alza gli occhi al cielo: non sono mai andati d’accordo loro due. “Papà sa del tuo arrivo?” “Pensavo di fare una sorpresa a tutti.” “Un bellissimo regalo di Natale” dico, stringendole le mani. “Più o meno.” “Perché ti fermerai per Natale, vero?” “Spero di sì, insomma, se non rovino i piani a nessuno.” “Di che piani stai parlando?” “Ho sentito qualcosa a proposito di un Johnston.” “Ma da quanto tempo eri lì?” “Quanto basta per capire che questa cosa non mi piace per niente.” “Appena arrivata già una pianta grassa” Silas commenta ma lei non gli risponde, è troppo interessata alla mia vita. “Dimmi almeno che si tratta di Shane.” Silas scoppia a ridere. “Che c’è?” “Da quanto tempo non vieni da queste parti?” Le chiede, il tono è diventato accusatorio e Darcy si mette subito sulla difensiva. “Non tutti abbiamo paura di saltare giù dal nido, sai?” “Non sei a conoscenza delle ultime novità” mi intrometto nella discussione per evitare che inizino a litigare prima ancora che mio padre venga a sapere della sua visita. “Che novità?” “Shane Johnston se la fa con Veldons.” “Quale Veldons?” “Andy” Silas dice soddisfatto di aver fatto del gossip. I turisti di solito non sono interessati alle storie sui cittadini di Letterfrack. “Mi stai prendendo in giro.” Silas scuote la testa. “E da quando Shane Johnston è gay?” “Io mi chiederei più che altro come ha fatto Andy Veldons a tenerlo nascosto per tutto questo tempo.” “Diavolo, è vero.” “Pare avessero una storia da anni.” “Stai scherzando?” “Affatto.” “Questo posto sta diventando interessante” Darcy commenta divertita. “Avete finito voi due? Non è carino spettegolare così.” “Certo, tu ormai sei di famiglia” Silas insinua. “Smettila.” “E quindi tu te la fai con Reid?” Chiede quasi con orrore. “Io non me la faccio con nessuno.” “Anche perché se fosse così io sarei il primo a saperlo.” La voce di papà ci sorprende alle spalle. “Credici…” Silas commenta, mentre Darcy corre ad abbracciare nostro padre. “Sei il più bel regalo che potessi ricevere questo Natale” lui le dice, mentre Darcy lo stringe un po’ di più.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...