“Fammi capire una cosa.” Si solleva dallo schienale e si volta verso di me. “Tutti sanno tranne lui?” “E io, ovviamente, ma solo per adesso, non poteva dirmelo davanti a lui.” Scoppia a ridere di nuovo e si lascia cadere all’indietro. “Sono felice che le vicissitudini di mio cognato servano a qualcosa, a parte mandare fuori di testa mia sorella e il sottoscritto.” Volta la testa verso di me, sul viso ancora l’ombra delle risate, le guance in fiamme probabilmente per il troppo vino che ha bevuto. “Tanto lo so che gli vuoi bene.” “Io? A Brennan? Non scherziamo! Io lo tollero, come tollero tutti gli essere viventi.” “Quindi tolleri anche me?” Ah Sloan, non giocare da quella parte del campo o dovrò batterti senza pietà. “Tutti, te l’ho detto” mando giù l’ultimo sorso di vino. “Ne sono lusingata.” “Certo, perché la cosa migliora di gran lunga la tua vita.” “Tu” dice e stavolta è seria. “Tu lo fai.” Mi sollevo di scatto e mi volto di lato, poggio il bicchiere sul tavolino davanti e mi metto in piedi. “Si è fatta ora di andare.” Cagasotto. Me lo dico da solo. Anche lei si ricompone e si mette in piedi. “So che non ti piacciono i complimenti ma è così. Tu migliori la vita delle persone.” “Sei ubriaca, è meglio che tu vada a letto” e sull’ultima parola la mia voce scende involontariamente di un tono. “Perché devi fare sempre il difficile?” “Io sono difficile, è per questo che sto bene da solo.” “Davvero?” “Cosa? Che sono una persona difficile o che sto bene da solo?” “Andiamo per ordine. Sei davvero una persona così difficile, Reid? O è solo il tuo modo di non far avvicinare chi non è davvero interessato a restare?” “Ehi, ho detto difficile non complesso.” Sorride e abbassa lo sguardo per qualche istante, quando lo solleva di nuovo su di me sono pronto a crollare come un sacco di farro semivuoto. “E stai bene da solo?” Chiede con voce morbida. “Ti pare che io sia solo?” Provo a buttarla alla Reid. “Con mia sorella, Brennan, Shane e Andy Veldons che ora vivono a due passi dalla mia porta, per non parlare di Brian testa vuota e mio padre e le sue botti e…” “E per te, Reid? Cosa c’è per te?” Controllo pieno, ce la faccio. “Tutte le persone menzionate poc’anzi non ti sono bastate?” “A te bastano?” “Sono anche troppe, credimi.” Annuisce lentamente. “Ora devo…” Indico con un dito alle mie spalle e mi allontano veloce dal suo salotto prima che mi blocchi con un altro interrogatorio a tradimento. “Ci hai pensato?” Mi fermo prima di raggiungere la salvezza. Avevo capito già dalla telefonata di Brennan che questa non sarebbe stata la mia giornata fortunata. “In questi anni. A quella sera.” Chiudo gli occhi e l’immagine torna subito alla mia mente. “Ci hai mai pensato?” Ogni cazzo di giorno, ogni volta che ti vedo e anche quando non ti vedo. Ci sto pensando anche ora e non solo perché me lo stai chiedendo. E non dovrei pensarci, sono stato io a tirarmi fuori e eppure ci penso lo stesso. Credo sarà per sempre il mio più grande rimpianto. “Non so di che parli.” “Certo” e nel suo tono la delusione, non come quella di allora, quella, cazzo, me la sento ancora addosso. “Che stupida” la sento sorridere tirata, non la vedo ma lo so, riesco a riconoscere le sue espressioni dal modo in cui respira. “Perché dovresti ricordarlo.” Perché li ricordo tutti i momenti passati insieme e perché so tutto di te, anche quello che tu stessa non sai, ma non posso dirtelo o mi prenderesti per un maniaco e non mi lasceresti più avvicinare a tua figlia e io non posso rinunciarci, a lei, a te, a me con voi. “Ora devo proprio andare” raggiungo veloce la porta e poso la mano sulla maniglia. Mi volto appena da sopra la spalla. “Buonanotte, Sloan.” Mi precipito all’esterno senza attendere la sua risposta e corro per raggiungere il pick up; mi barrico all’interno, metto in moto e sgommo veloce verso casa mia, dove sarò al sicuro, da solo e dove non devo fingere con nessuno di essere lo stronzo che sono.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...