Apro la porta della veranda e capisco subito chi mi ritrovo seduto sui gradini. Mi aspettavo che a questo punto si facesse vivo, quello che non mi aspettavo era vedere il suo viso in questo stato. “Cosa ti è successo?” “Al tuo uomo il tuo ex marito non piace.” “Tu non piaci a nessuno, Trey.” Solo quando si alza e il lampione esterno lo illumina per intero mi accorgo di come è ridotto. “È stato davvero Reid?” Annuisce. “Io non capisco…” “Davvero non lo capisci?” Fa un passo verso di me. “Ha aspettato tanto di poter avere quello che voleva e la mia presenza non lo fa sentire al sicuro.” “Cosa diavolo vai dicendo? Siamo divorziati, te ne sei andato sette anni fa.” “Si vede che a lui non basta.” “Che cosa vuoi ancora da me?” Gli chiedo confusa e stanca. “Non hai già fatto abbastanza danni?” “Volevo vedere mia figlia.” “Dopo sette anni?” “Mi mancava.” “Potevi chiamare.” “Non volevo perdere altro tempo.” Potrei quasi crederci, ma il suo viso mi dice che è l’ennesima cazzata. “Tu non sei qui per lei.” “Come fai a dirlo?” “Ti ho chiamato, ti ho scritto, ti ho inviato foto, messaggi… Ti ho pregato di chiamarla, di farti vedere al suo compleanno.” “Non potevo.” “Cosa vuol dire non potevi?” “Avevo fatto un accordo.” Proprio in quel momento una macchina parcheggia nel mio viale e dopo pochi secondi, Reid ne scende veloce, seguito da suo fratello Shane. “Che cazzo le hai detto?” Reid si avvicina subito a Trey, ma suo fratello lo afferra per le braccia. “Lasciami, cazzo!” “L’ho promesso a Ellie!” Al sentire il nome di sua sorella Reid si calma e fa due passi indietro. “Sei stato tu a ridurlo così?” Gli chiedo subito. Reid annuisce. “Quando?” “Stanotte” risponde Trey per lui. “Si è presentato sotto il mio bed and breakfast con i suoi amici baristi.” Guardo Reid incredula. “Era questo che volevi dirmi quando ieri sera ti sei presentato qui?” “Non è la prima volta che succede” Trey continua mentre Reid resta in silenzio. Li guardo entrambi in attesa di spiegazioni, perché ho la sensazione che ci siano troppe cose di cui non sono a conoscenza. “Glielo diciamo, Johnston?” Reid non gli risponde, continua a fissare me. “Cosa deve dirmi?” Chiedo rivolta a Reid ma lui mi sta implorando con gli occhi di non farlo, di non chiedere, di non ascoltare. “Come sospettavo, codardo fino in fondo” Trey commenta sprezzante. “Sette anni fa, Johnston è venuto da me chiedendomi senza troppe cerimonie di lasciare la città e di lasciare te.” I miei occhi si spostano su Reid che resta in silenzio. “Mi ha… Be’, mi ha ridotto abbastanza male.” Mi copro la bocca con la mano. “E poi mi ha… Come la racconteresti, tu?” “Falla finita!” Shane si intromette. “Mi ha…” “L’ho pagato!” Reid dice a gran voce. “C-cosa?” “Gli ho offerto dei soldi per sparire dalla città.” Sposto lo sguardo da Reid a Trey perché non sono sicura di aver capito, non sono sicura che questa conversazione stia avvenendo davvero. Mi tocco il petto d’istinto e mi accorgo che non sento più niente, non sono sicura neanche di essere ancora viva. “Non volevo vederti ancora così triste” si avvicina ma io indietreggio fino a toccare la porta con la schiena. “Dimmi che non è vero.” Sollevo lo sguardo su di lui ma i suoi occhi sono colpevoli come il tono della sua voce. “Volevo che vi lasciasse in pace, che tu potessi tagliare tutti i traguardi che desideravi. Volevo che ti riprendessi la tua vita. Te lo ricordi…” Fa per prendermi una mano ma io non glielo permetto. Scuote la testa e prende un profondo respiro. “Eri venuta alla festa di Natale, da sola. Mi avevi detto quelle cose…” Al ricordo di quella notte sento le lacrime affollare occhi e gola. “Ho perso la testa. Non sopportavo che qualcuno potesse trattarti così.” “E cosa credi di aver fatto, tu?” Mi guarda sofferente. “Quanto gli hai dato?” Chiedo all’improvviso. “Cosa?” Scuote la testa. “Non ha importanza, adesso.” “Quanto gli hai dato per avermi!” “No, Sloan, no…” “Quanto ti siamo costate?” “La stai prendendo dal lato sbagliato, io non…” “Quanto ti è costato comprare la famiglia di qualcun altro, Reid Johnston!” Urlo sul suo viso. “Gli ho dato tutto quello che avevo!” Mi schiaccia contro la porta. “Gli avrei dato tutto quello che voleva.” “Come fai a dire una cosa del genere!” “Volevo solo vederti libera!” “Volevi solo che fossi una cosa tua!” “No, cazzo, no!” Dà un pugno contro la porta facendomi sussultare. “Pensi che se avessi voluto questo avrei aspettato sette anni?” Shane lo tira via da me e lui indietreggia senza protestare. “La stai spaventando” gli dice, al che lui abbassa la testa. “E tu” mi rivolgo a Trey. “Hai messo in tasca i soldi e hai voltato le spalle a tua figlia?” “Andiamo, Sloan, mi conosci.” Scuoto la testa sentendo l’umiliazione tornare a bruciare. “Non sono un padre di famiglia, non lo sarei mai stato.” “Perché tornare, perché non ci hai lasciate subito se non ci volevi?” “Perché non avevo niente mentre tu…” “Io avevo l’azienda” finisco io per lui. “Sapevi cos’ero quando mi hai sposato. Sapevi che non ti avrei mai amata.” Sento le lacrime bagnarmi il viso e sento la mia vita crollare di nuovo davanti ai miei stessi occhi. Sono stata umiliata ancora. Nessuno mi ha mai amata. Nessuno mi amerà mai davvero. Trey mi ha sposato per avere un posto in azienda, Reid mi voleva perché non ero una cosa sua. Sono una stupida, niente è cambiato. “Cosa sei tornato a fare adesso? Che cosa vuoi ancora da noi?” “Niente” dice scrollando le spalle. “A parte vedere Johnston perdere tutto e volevo essere io a toglierglielo, come lui ha fatto con me.” Reid lo guarda come se stesse per saltargli al collo, ma Shane lo afferra prontamente per un braccio. “Sapevo che frequentava questa casa e quando ho saputo che dormiva qui” lo guarda sprezzante. “Che aveva avuto tutto quello che voleva… Dovevo portarglielo via.” “Che pezzo di…” “Basta così, ho sentito abbastanza.” “Sloan…” “Non toccarmi!” “Sloan…” “Quale uomo può dare un prezzo all’amore!” “Non è quello che ho fatto.” “Ma è quello che sembra.” “No, Sloan…” “Non voglio vederti mai più.” “Ti prego…” “Sei tu, sei proprio quell’errore di cui mi pentirò per tutta la vita.” “Non puoi pensarlo davvero.” “Non voglio che ti avvicini a mia figlia. Non voglio che le parli, che la guardi, che…” Trattengo le lacrime e ingoio l’ennesima umiliazione. “Non costringermi a chiamare un giudice per ottenere un ordine.” “Non farmi questo, per favore, non portarmela via.” “Non è tua figlia!” Urlo con l’ultimo battito a mia disposizione. Poi mi rivolgo a Trey. “E non è mai stata neanche tua.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...