5 Reid

5 1 0
                                    

Non lo so quanti anni sono, non porto il conto come mio fratello o come Brennan, anche perché non so esattamente quando è iniziata. Forse al ballo della scuola, quando mi sono offerto di fare da organizzatore solo per controllare che nessuno la toccasse o provasse ad andare via con lei. Forse quando ha fatto cadere a terra il suo vestito restando nuda davanti a me nel fienile della proprietà della sua famiglia. O forse alla prima festa di Natale dell’azienda a cui ha partecipato, quando mi ha trascinato in un angolo buio della warehouse e ha tirato fuori un rametto di vischio e mi ha sorpreso baciandomi sulle labbra. Come dite? Sì, abbiamo un po’ tutti lo stesso problema qui a Letterfrack, ma il motivo è facilmente esplicabile: 192 persone. Non credo di doverlo ripetere ancora. Non ho pensato solo a lei tutta la vita. Ho avuto delle donne, degli incontri, delle storie anche, non molto durature, ma ci sono state. Non sono come Alex che ha provato a dimenticare Ellie per quindici anni, né come Brian che non ha intenzione di mettere la testa a posto e che continua a importunare le stagiste che vengono ogni sei mesi in azienda per uno dei nostri corsi –cosa che gli costerà prima o poi una denuncia. Semplicemente io non ci pensavo. E poi gli anni sono passati veloci e inafferrabili e io non mi sono reso conto di cosa stesse accadendo. Il lavoro, la famiglia, la morte di mia madre, le fughe di Ellie, l’assenza di mio padre, la sensibilità di Shane e Brennan da tirare sempre fuori dai casini. Mi sono trovato all’età di trentasette anni solo, in una casa vuota e con nulla da condividere. Non è stato un pensiero continuo, quello di lei, intendo, ma ricorrente, questo devo ammetterlo. Andava e veniva, come qualcosa che hai sepolto sotto la sabbia e che quando c’è la bassa marea torna in superficie; tu la guardi e vorresti continuare a farlo e la vorresti trattenere, ma poi l’oceano torna a fare il suo dovere sommergendola di nuovo e nascondendola agli occhi e tu capisci che è qualcosa che non fa parte del tuo mondo e che non potrai avere per sempre. E per qualche anno la marea non si è più ritirata e io avevo dimenticato o forse ero convinto di averlo fatto, fino a quando in un giorno qualunque la marea si è ritirata di colpo e poi non c’è stato più modo di ricoprire tutto. Era lì, alla luce del sole. Era lì e non sarebbe più andata via. E me la trovo davanti quasi ogni giorno e lei ha quel modo di sorridere a me che nessuna ha mai avuto, sapete, come se credesse che io sia una brava persona o un uomo piacevole con cui passare il suo tempo. E ha quei capelli lunghi e mossi e tutti incasinati che rispecchiano il suo modo di fare e di vivere e che non ha nulla a che vedere con il mio. E le sue mani, poi, ne vogliamo parlare? Sono così piccole e morbide e si muovono in quel modo sensuale che non puoi fare altro che immaginartele addosso. “Coach?” Sam mi chiede strappandomi ai miei pensieri. “Mmm?” “Posso chiederti una cosa?” “Tu puoi chiederla ma non è detto che riceverai una risposta.” Ignora la mia naturale riluttanza alla gentilezza e va avanti. “Perché tu non hai figli?” “Scusa?” “Be’, sei vecchio, no?” “Grazie tante.” “Volevo dire, sei abbastanza grande per averne.” Oh bene, ci è arrivata anche lei. A quanto pare il meno sveglio dei 192 abitanti sono io. “Non lo so, c’è un’età per avere figli?” Rilancio. Non sono male a giocare, forse potrei vincerlo questo piatto. “Quanti anni hai?” “A questa domanda non risponderò mai” dico quasi indignato. Non si chiede l’età alle persone, soprattutto se hanno passato i trenta, donna o uomo che sia. “La mamma mi ha detto che sei un bel po’ più grande di lei.” Un bel po’, hai detto bene. “Non così tanto” bofonchio mentre imbocco il vialetto di casa sua. Non ha senso mettersi a discutere con una ragazzina. “Possibile che non ci sia qualcuna che ti piace?” “Perché tutte queste domande?” “Sono solo curiosa.” “E comunque a me non piace nessuno in generale, uomo, donna, anziano o bambino. Per non parlare delle ragazzine ficcanaso.” “Però la mamma ti piace.” Oh cazzo, non molla la presa, eh? “Siamo amici da tanti anni” taglio corto. “Non hai risposto.” Parcheggio davanti alla porta di casa e la luce esterna si accende. “Cosa vuoi da me, stasera?” Le chiedo infastidito, non mi piacciono gli interrogatori, soprattutto se a pormeli è una ragazzina di dieci anni e soprattutto se battono sempre sullo stesso punto e ancor di più se mi mettono in ginocchio. Sloan apre la porta di casa mentre Sam si rivolge di nuovo a me e il suo viso, la sua espressione e il tono della sua voce, non sono quelli di una ragazzina di dieci anni che dovrebbe pensare solo a giocare, ridere e vivere. “Lo so che ti piace, anche se non lo dici” conclude seria, prima di aprire la portiera e saltare giù dal pick up, lasciandomi da solo come un coglione e con il solito pensiero che rimbomba nella mia testa. Perché non ci sono stato io al posto suo. Perché ho permesso che fosse qualcun altro.

the good manDove le storie prendono vita. Scoprilo ora