Mi stendo sul fianco accanto a lei e le circondo la vita con il braccio per attirarla a me. Mi sembra un po’ confusa da tutte queste emozioni – e be’, il numero due ha avuto il suo peso – ma ho paura che per lei sia troppo così tutto insieme e che abbia bisogno di qualche accortezza da parte mia. Lo so cosa state pensando, chi è questo Reid che ci si presenta ora davanti? Che fine ha fatto lo stronzo egoista a cui siamo stati abituati? C’è, non vi preoccupate, nessuno stravolgimento di trama, ma vedete, questa è la parte di Reid dedicata a una sola persona perché solo lei riesce a tirarla fuori ed è per questo che solo lei merita di averla. “Lo sai di avere una cicatrice a forma di cuore? Proprio qui” sfioro la parte incriminata. “Tra la terza rosa e la seconda spina.” “E quando avresti avuto il tempo di vederla?” “Adesso.” Le accarezzo il fianco ripercorrendo con le dita i segni lasciati dagli interventi e le guardo, le mie stesse dita, mentre si muovono su di lei, sperando stupidamente che possano dare sollievo a tutto il dolore causato negli anni. Non so quanti siano stati gli interventi, ho perso il conto di quante volte è entrata e uscita dall’ospedale, e ho perso il conto di quante volte il suo sorriso si è spento per molto tempo, e ho perso il conto di tutte le volte in cui ho pregato che fosse l’ultima in cui la vedevo ricominciare da capo. “Non mi vergogno” dice a un tratto, la sua voce è ferma ora. “Non l’ho mai pensato.” “Sono le altre persone ad avere problemi con chi non è come loro.” “Ma tu non sei come loro” mi avvicino alla sua bocca. “Tu sei speciale.” “Ora stai esagerando.” “Sai perché lo sei?” “Sentiamo…” “Lo sei perché io ti amo” i suoi occhi iniziano a cambiare colore. “E io non amo nessuno, credimi” sorride tenera mentre diventano lucidi. “E questo ti rende speciale ai miei occhi.” “Non raccontarmi storie, Johnston.” “Pensavo ti piacessero le mie storie.” “Mi piaci tu” dice semplicemente. “Perché?” “Oh be’, perché sei divertente e sei spontaneo. E non racconti stronzate.” Annuisco sorridendo tirato. “Sei leale, con la famiglia, con gli amici.” Questa volta non ce la faccio. “Sei buono” mi accarezza la barba. “Sei affascinante e sexy” preme le sue labbra contro le mie e io d’istinto stringo la presa sul suo fianco. “E hai inventato questa stupida regola solo per me.” “Non è stupida, affatto. Non sai cosa provoca in me vederti così, nelle mie mani” scivolo lungo la sua natica che stringo eccitato, mentre il suo corpo preme contro il mio. “Sentirti, Sloan” glielo dico sulla bocca. “Ho ancora i tuoi respiri nelle mie orecchie, credo che continuerò a sentirli all’infinito.” Sospira contro le mie labbra facendole tremare. “E il tuo corpo che si muove, che si agita… Che chiede…” “Te” m’interrompe, mentre le circondo il fianco con la gamba. “Chiede te.” “Oh cazzo” infilo la lingua nella sua bocca, il mio cazzo si tende immediatamente verso di lei. La faccio aderire a me, premendo sulla sua pelle, mentre mi muovo contro di lei, facendo strusciare la mia erezione contro il suo sesso. “Reid” si lamenta sulla mia bocca. “Cosa?” Le chiedo in affanno. “Sono sicura che il tre è il numero perfetto.” “Puoi giurarci.” Mi sollevo sulle braccia mentre lei si stende sulla schiena. “Non che gli altri non siano stati degni di nota” aggiunge maliziosa. Quanto cazzo ti amo. “Ma la pratica lo sai, rende perfetti.” “È quello che sostengo sempre.” Mi abbasso su di lei mentre gioco contro la sua apertura. “Reid…” Le sue mani lungo la mia schiena. Spingo appena in lei e la vedo trattenere il fiato, ma poi mi ritraggo facendola spalancare gli occhi. “Reid!” Rido e mi chino sulla sua bocca, prendo un labbro tra i denti mentre struscio la punta del mio cazzo contro il suo sesso. “Reid…” “Sì?” “Fai l’amore con me.” Poggio la fronte sulla sua, le sue dita tra i miei capelli e io che lentamente scivolo in lei. Sloan dischiude le labbra e la mia lingua la invade, mentre affondo in lei profondo e deciso, inchiodandola sul materasso sotto di me. La voglio così, preda delle mie spinte e senza respiro, la voglio confusa, stordita e schiava dei suoi stessi sensi. Voglio che dimentichi ogni fottuto istante in cui ha creduto che nessuno potesse amarla. Le prendo le mani e le porto dietro la sua testa, incastro le dita alle sue e mi aggrappo alle sbarre della struttura del suo letto. Sloan mi guarda, gli occhi accesi, il fiato corto e l’eccitazione dell’attesa che scorre lungo il suo corpo. Lascio le sue mani e lento scivolo con le mie lungo le sue braccia tese fino ai seni, li prendo tra le dita e li stringo, premendo poi con i pollici sui suoi capezzoli. Sloan inarca la schiena tenendosi alle sbarre, e io spingo in lei a fondo, tenendo stretti tra le mani i suoi seni e prendendone uno in bocca. Lo succhio avido, mentre continuo a scivolare dentro e fuori da lei. Poi ritorno sulla sua bocca perché lo devo sentire tutto e lo devo sentire dentro di me. Mi muovo veloce e con foga dentro e su di lei, il mio cazzo che pulsa tra le sue gambe, i respiri che crescono, il suo sesso che si contrae intorno al mio e il mio nome che dalla sua gola arriva a me. Non faccio in tempo a godere del suo orgasmo che il mio irrompe con forza nel mio corpo che si libera con violenza nel suo. Mi stendo di lato, la mia mano sul suo seno morbido e l’odore del sesso e di lei che riempie la stanza. Le sposto i capelli dal viso, è rosso e sudato, i suoi occhi si sono ridotti a due fessure ma la sua espressione, quella che mi dice che ha capito, che c’è anche lei con me in questa cosa, mi ripaga di tutti questi anni passati a immaginare di poterla anche solo toccare.
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the good man
De TodoC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...