73 Sloan

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Sam corre verso di me piangendo e si getta tra le mie braccia. Reid la segue subito dopo. “Cos’è successo?” “Mi dispiace.” “Ti dispiace? Di cosa?” Allontano Sam da me per guardarla in viso. “Tesoro…” “È comparso nel parcheggio alle mie spalle” dice tra i singhiozzi. “Chi?” Sam scoppia a piangere di nuovo e io la stringo forte a me, mentre sollevo lo sguardo su Reid, il suo viso sconvolto quanto quello di Sam, poi gli occhi cadono sulla sua mano. Reid capisce cosa sto guardando e la tocca d’istinto facendo una smorfia di dolore. “Cosa diavolo è successo?” Urlo spaventata, richiamando l’attenzione di tutti. “C’era quest’uomo che diceva di essere mio padre” Sam dice tra i singhiozzi. “Reid lo ha colpito.” “Trey è qui?” Reid chiude gli occhi per qualche istante e quando li riapre la mia rabbia si sfoga tutta su di lui. “E tu lo hai colpito davanti a lei?” “Volevo solo che la lasciasse in pace, era spaventata e lui insisteva con il volerle parlare.” “E tu lo hai colpito?” “Sloan” mio padre si avvicina. “Non davanti a Sam. Coraggio, tesoro, vieni con il nonno, è tutto a posto ora.” Mio padre porta via Sam e io mi scaglio contro Reid. “Cosa credevi di fare?” “Non volevo, te lo giuro. Lui ci stava aspettando nel parcheggio, lo ha fatto di proposito.” “Cosa? E perché avrebbe dovuto?” “Mi ha visto uscire da casa tua.” “Quando?” “Sabato mattina.” Mi copro la bocca con la mano. “Tu non l’hai vista, era spaventata a morte.” “L’ho vista eccome, Reid. L’ho vista ora.” “Non lo conosce neanche e lui si presenta così” si prende la testa fra le mani, la destra è diventata viola. “Non posso parlare con te, adesso” gli dico confusa. “Devo tranquillizzare mia figlia.” “Ti aspetto, ne parliamo dopo, con calma.” “No” alzo una mano. “Non voglio parlare con te.” “Sloan…” “Te ne devi andare e non devi tornare.” “Non puoi dire sul serio.” “Credevo fossi diverso.” Vedo il dolore nei suoi occhi ma quello che sento io ha la meglio. “Credevo di potermi fidare. E invece picchi suo padre, racconti stronzate.” “Non volevo farti preoccupare.” “E dimmi, Reid, precisamente quando lo hai colpito?” “Che vuoi dire?” “Cosa ha scatenato in te questa rabbia?” “Ti ho detto che Sam era spaventata e che ho cercato di proteggerla.” “Non me la bevo questa cazzata!” “Gli ha detto che non sarò mai sua figlia.” La voce di Sam in piedi dietro di me ci fa pietrificare entrambi. “E poi qualche altra cosa mentre saliva sul pick up.” “Sam…” Reid prova a fermarla, ma Sam è mia figlia e va fino in fondo alle cose, anche se fa male. “Qualcosa sul fatto che lui ti ha avuta per primo.” Chiudo gli occhi, ma il dolore non si placa così come le mie lacrime. Mi volto di nuovo verso Reid. “Non è come pensi.” “È una gara a chi è arrivato per primo?” “No, Sloan.” “Lo hai colpito perché sono stata con lui prima di stare con te?” “Non è stato quello.” “Non ti credo!” “Te lo giuro” tenta di avvicinarsi ma io indietreggio. “Mi ha chiamato coach!” Dice all’improvviso. “Sam mi ha chiamato coach davanti a lui.” Scuoto la testa confusa. “E lui lo ha ripetuto ridendomi in faccia.” “Non capisco…” “Io non ce la faccio” dice allargando le braccia. “A sopportarlo.” “Cosa?” “Che lui sia suo padre.” Spalanco la bocca incredula. “Non riesco ad accettare di non essere io suo padre.” “Oh mio dio… Tu sei fuori di testa! Tu hai un problema serio, Reid.” “Ti prego, ascoltami.” “Sei ossessionato da noi o cosa?” “Sono innamorato, Sloan.” “Questo non è amore” gli dico fra le lacrime. “Questo non è sano.” “Sloan…” “Te ne devi andare.” “No” scuote la testa. “No.” “Adesso!” “Non posso.” “Ti rendi conto di cosa hai detto? Come fai a pensare una cosa simile. Come puoi solo…” “Fammi spiegare.” “Stai lontano da me e stai lontano da mia figlia o queste cose le dovrai spiegare davanti a un giudice.”

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