“Ecco il nostro eroe!” Brian annuncia a gran voce quando varco la porta del Veldons il lunedì seguente. Mi guardo intorno. “Ce l’hai con me?” Posa una pinta sul bancone al mio solito posto. “Stai scherzando?” “E nessuno ci ha sputato dentro.” “Secondo me devi avere paura.” La voce di Sullivan mi fa sobbalzare. “E tu quando diavolo… Oh, ‘fanculo, chi se ne frega.” Mi siedo al mio sgabello. “Uhh stiamo già migliorando.” Sullivan si siede accanto a me. “Io sono sempre stato così, siete voi che non siete in grado di tirare fuori il meglio di me.” “E qualcun altro invece ci riesce?” “Ti è proprio piaciuto suonare il tamburello alla festa, eh?” “Non sai quanto” anche per lui compare un boccale. “Grazie per avermi chiesto di venire.” “Io non ti ho chiesto nulla, ti sei auto invitato.” “Non era una richiesta implicita?” Vorrei incazzarmi, davvero, ma non ci riesco. “E come mai solo?” Brian chiede. “Potrei dire lo stesso di te.” “Shane non lavora oggi, così ho detto a Andy di restare a casa stamattina.” “Wow, qualcuno qui inizia a farsi crescere i peli sul petto.” “Mi domando come abbia fatto a svegliarsi.” “La volete piantare voi due? Piuttosto perché siete qui? Pensavo che ormai non lavorasse più nessuno, siamo quasi a Natale.” “Io ho finito proprio adesso, se ne parla il tre gennaio.” “Io anche ho fatto solo mezza giornata.” “E cosa ci fate qui?” “Una sosta al volo, prima di andare a prendere Sam a scuola.” “Uhh” Sullivan commenta. “È la tua nuova vocale preferita?” “E come mai ci vai tu?” Brian chiede. “Che sono tutte queste domande, oggi?” “Sono solo, non viene nessuno, mi annoio” Brian mette il muso. “La prelevo da scuola, andiamo all’hotel a prendere sua madre e poi andiamo tutti e tre a fare surf.” “Surf.” “Sì.” “Il ventuno dicembre.” “E allora?” “Voi siete fuori di testa.” “Cosa vuoi capire tu… Piuttosto, dammi qualcosa di veloce” guardo l’orologio. “La scuola chiude alle dodici e trenta, oggi mezza giornata anche per loro.” “E vedi di non ammalarti di nuovo” Sullivan si raccomanda. “Anche se dovessi ammalarmi, ora ho qualcuno che si prende cura di me.” “Non tirare troppo la corda, ho sentito che da malato sei più insopportabile del solito.”
“Perché ho pensato che fosse una buona idea fare surf nel mese di dicembre?” Mi lamento, seduto in mezzo all’acqua. “Non c’è un mese per fare surf” Sam mi mette subito al mio posto. “Questo glielo hai insegnato tu?” Sloan ride, bellissima, nella sua muta aderente e con i capelli bagnati intorno al viso. Non batte neanche i denti per il freddo, cosa che io sto facendo da venti minuti, con il rischio di farmi saltare un’otturazione, sotto Natale. “Guarda, mamma!” Sam indica un’onda che sta per abbattersi su di noi. “Vai e prendila” la incita, al che Sam nuota veloce verso l’onda che si sta formando in attesa di saltare sulla sua tavola per cavalcarla. “Ma l’hai vista?” Mi dice fiera. “L’ho vista sì, spero solo che non l’abbia vista nessun altro o ci denunceranno ai servizi sociali.” Sloan ride e mi guarda. “Che drammatico che sei.” “Oh mio dio” mi agito appena la vedo barcollare sulla tavola. “Spero che non si spacchi la testa sulle pietre quando verrà scaraventata giù altrimenti dovrai soccorrerci entrambi.” Sloan mi guarda curiosa. “Ti ho mai parlato del mio problema con il sangue?” Scoppia a ridere di nuovo così forte quasi da cappottarsi con la tavola. Non sono neanche un così bravo nuotatore, forse avrei dovuto metterla al corrente anche di questo. “Andiamo da lei” dice, nuotando verso la riva dove Sam è appena approdata, faccia contro le pietre. Dio fa’ che non si sia tagliata. La raggiungo veloce – veloce ora, dipende dai punti di vista – e quando si rimette in piedi sulle pietre e vedo che è ancora tutta intera, tiro un sospiro di sollievo. “Mi hai vista, Reid?” Dice eccitata. “Eh, ti ho vista sì” dico, sperando che quello che sento sia solo un attacco di panico in atto e non un infarto. “Sei stata meravigliosa” sua madre le dice. E certo. “Voglio rifarlo subito.” Sam si avvia di nuovo in acqua mentre noi restiamo a riva. Si stende sulla tavola e inizia a nuotare. “Solo due genitori incoscienti come noi porterebbero la figlia a fare surf il ventuno dicembre.” Mi rendo conto di cosa ho detto solo dopo il silenzio di Sloan. “E solo un uomo buono come te amerebbe una figlia nel modo in cui la ami tu.” “Devo dissentire sulla prima parte della tua affermazione.” “E io devo dissentire del tuo dissenso.” Lo vedete che i miei millecinquecento motivi sono tutti fondati? Voi non l’amereste come la amo io? “Tua figlia sta cavalcando un’onda” Sloan mi dice. “Oh mio dio.” “Ti conviene voltarti.” “Non ci penso proprio.” “Devi vederla, Reid.” “E va bene, ma se si farà male sarà solo colpa tua.” “Voltati.” Faccio come mi dice e osservo Sam in piedi sulla tavola, in perfetto equilibrio, concentrata, fiera e… Libera. “Non è stupenda?” Sloan dice. “Cazzo sì, lo è.” Poi mi volto di nuovo verso di lei, che guarda con occhi pieni di orgoglio sua figlia. “È tutta sua madre.” Sloan rivolge i suoi occhi su di me. “E io la amo almeno quanto amo lei.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...