55 Sloan

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L’odore del caffè che solletica le mie narici mi fa aprire gli occhi per vedere Reid inginocchiato davanti al mio viso. “Ehi” dico assonnata. “Che succede?” “Non volevo svegliarti, mi dispiace, ma mi ero incantato a guardarti.” “Mi stavi spiando?” “Io non lo chiamerei proprio così, ora ho il tuo consenso, no?” “Sì, ce l’hai.” Si mette in piedi e solo allora mi rendo conto che si è rivestito. “Dove stai andando?” “A casa.” Guardo il display del mio cellulare sul comodino. “Ma è l’alba.” “Sono abituato a svegliarmi presto.” “Ed è domenica.” “La domenica mattina vado a casa di mio padre per constatare i danni.” Mi metto seduta e appoggio la schiena contro i cuscini. “Lavori in casa, rifornimento legna, mi assicuro che il suo frigo sia pieno, cose così.” Prende una tazza dal comodino e me la passa. “Ho fatto del caffè, te lo avrei lasciato qui.” La accetto e poi lo guardo. “Te ne saresti andato senza dire niente?” “Non volevo che anche tu ti svegliassi così presto. E poi, ti avrei lasciato un messaggio.” Bevo qualche sorso. “E cosa avresti scritto?” “Mmm” si siede accanto a me. “Vediamo… Grazie per il sesso fantastico, penserò a te che ti muovi sul mio cazzo per tutto il giorno e… Oh, toh, guarda, ho di nuovo un problema.” Scoppio a ridere facendo ridere anche lui. “Sarebbe stato un bel messaggio da trovare al risveglio.” “Be’, avrei scritto anche che non vedo l’ora di tornare da te.” Si avvicina al mio viso. “E poi?” “E poi, avrei scritto che ti amo.” Sorrido contro le sue labbra. “Mi piace.” “Cosa?” “Tutto.” “Anche a me” fa scivolare gli occhi lungo il mio corpo ancora nudo, “tutto.” Non posso fare a meno di sentirmi in imbarazzo e di abbassare appena lo sguardo, nonostante la notte appena trascorsa. Reid mi solleva il mento con due dita e mi guarda. “Non mi credi.” “Non è che non credo a ciò che dici, è solo difficile.” “Quale parte?” “Tutte?” Mi sorride tenero. “Non mi va di parlarne, non è il caso.” “Io invece vorrei che lo facessi.” “Non voglio recitare la parte della donna insicura che crede di non essere abbastanza per un uomo.” “È così che ti senti?” “A volte” scrollo le spalle e d’istinto mi copro con il lenzuolo. “Ti ho fatto mai sentire così?” “No… Cioè forse, una volta.” Reid lascia andare il respiro. “Il dannato fienile.” “Lascia stare, non è il caso di parlarne.” “Ti ho già detto che sono stato un idiota, che se potessi tornare indietro agirei diversamente, credimi, e che non c’è stato giorno in cui non mi sia pentito di cosa ho fatto.” “Era la prima volta” lo interrompo e lui mi fissa. “Che mi spogliavo davanti a qualcuno” dico in imbarazzo. “Prima dell’operazione non… Come avrei fatto, andiamo. Nessuno avrebbe voluto…” “Cosa?” “Guardarmi.” I suoi occhi diventano tristi. “Avevo difficoltà a guardarmi persino io, figuriamoci un ragazzo, un uomo.” “Mi dispiace.” “Non è colpa tua.” “E invece mi sento colpevole in qualche modo.” “Ero in piedi da poco, avevo la mia protesi nuova di zecca e ne ero fiera.” Mi sorride con amore. “Sentivo di poter finalmente piacere a qualcuno” lo guardo negli occhi. “Volevo piacere a te.” “E mi piacevi” poggia la fronte contro la mia. “Cazzo se mi piacevi.” “Avevo acquistato fiducia dopo l’operazione, ero senza una gamba ma mi sentivo io. Sentivo di poter avere finalmente ogni cosa, ma la situazione non è migliorata molto.” Il suo viso si fa serio. “Poi è arrivato Trey” respiro a fondo per mandare giù l’amarezza. “E le cose sono andate sempre peggio.” “Ti ha fatto qualcosa?” “No, Reid” gli accarezzo il viso. “Non mi ha fatto niente. Non mi ha neanche amata.” Sento sotto le dita la sua mascella che si contrae. “Ti ha chiesto di sposarlo, però.” “E tutti sappiamo come è andata a finire.” “Avrei dovuto fare qualcosa prima.” Gli prendo il viso con entrambe le mani e lo avvicino a me. “Lo stai facendo adesso.” Scuote la testa ma io lo tengo fermo su di me. “Non ho avuto storie dopo Trey, pochissimi incontri disastrosi da archiviare senza troppe cerimonie.” “Non voglio saperlo” dice serio ma a me viene da sorridere. “Ma nessuno mi ha mai vista come mi hai vista tu.” Il suo viso si rilassa. “E nessuno mi ha mai avuta come mi hai avuta tu” abbasso il tono della voce e i suoi occhi si fanno più scuri. “E nessuno mi avrà mai come mi avrai tu.” Si avvicina di scatto e prende il mio viso tra le mani, mi guarda per qualche istante e poi si avventa sulla mia bocca impedendomi di andare avanti. Le sue mani scivolano frenetiche lungo le mie spalle mentre io lascio andare il lenzuolo, poi le sue dita che stringono e tirano i miei capezzoli. Mi lamento nella sua bocca, ma lui non mi lascia andare. Continua a insinuare la sua lingua in me, spingendo a fondo, rendendomi difficile prendere fiato. Stringe i miei seni tra le mani e li tortura, mentre io senza rendermene conto, mi aggrappo alle sue spalle e mi siedo su di lui. La sua erezione spinge attraverso i suoi jeans contro il mio sesso. Si alza tenendomi avvinghiata a lui, poi fa alcuni passi nella stanza e mi spinge contro la porta dell’armadio. Non lascia la mia bocca neanche quando lo sento armeggiare con i bottoni dei suoi jeans. Addosso ho ancora le mutandine, ma a lui non importa, le strattona di lato, proprio come la scorsa notte, e poi lo sento penetrarmi fino in fondo con una lunga e possente spinta. Reid affonda nel mio corpo tenendomi per le natiche, la sua bocca avida sui miei seni, la mia schiena che sbatte ripetutamente contro l’anta del mio armadio. È così rude, così impetuoso e così eccitante. No, nessuno mi ha mai avuta come Reid Johnson perché nessuno mi ha mai voluta così disperatamente. La sua bocca sale verso il collo, la sua lingua percorre la mia pelle fino a trovare la strada per la mia bocca. I suoi fianchi si muovono veloci e il suo sesso continua a riempirmi senza sosta, fino a quando non lo sento ansimare direttamente nella mia bocca. “Nessuno mai così” dice disperato. “Nessuno” gli ripeto senza fiato, mentre sento una nuova ondata di piacere travolgere il mio corpo che trema contro il suo. Reid aumenta il ritmo delle sue spinte fino a quando non mi inchioda all’anta dell’armadio, lo sento muoversi contro di me per qualche secondo ancora, in modo scoordinato e quasi senza forze, prima che abbandoni la testa sul mio seno e che mi stringa forte a lui. Resto così, avvinghiata contro il suo corpo, ad accarezzargli i capelli, il suo respiro sulla pelle e lui ancora dentro di me, con la consapevolezza che mai nella vita potrei amare qualcuno che non sia Reid Johnston. E che non ho alcuna intenzione di rinunciare ancora a lui.

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