Per la prima volta in tanti anni quando varco la soglia dell’albergo non sono felice. Non sto dicendo che mi pesi a un tratto fare la mia consegna, sia chiaro, e che non abbia voglia di vederla, ma lo sento subito, il vento che cambia, il suo sorriso meno sincero, la luce offuscata. Sento subito il peso dello sbaglio. Il mio. Mi avvicino al banco della reception mentre lei si alza e viene all’esterno. “Ciao.” Le sorrido ma non riesco a farlo per intero. “Ciao a te.” Sollevo la cassa. “Ho il tuo whiskey.” “Conosci la strada” indica il corridoio interno con la testa. Mi avvio verso il magazzino seguito da lei, mi fermo davanti alla porta in attesa che inserisca il codice e che la apra per me. La oltrepasso e poggio la cassa in un angolo, insieme ad altri scatoloni. Sloan non entra con me nel magazzino come fa di solito, resta ferma a tenere la porta aperta. Niente respiri e niente sorrisi nel buio. È già cambiato tutto e io semplicemente non riesco a sopportarlo. Torno veloce verso di lei e l’afferro per un braccio strattonandola verso di me, facendo richiudere la porta alle sue spalle. Il buio ci sovrasta immediatamente. “Cosa stai facendo?” Le sue mani tremanti si posano sul mio petto dove il mio cuore sta cercando di mettere in piedi una rivoluzione. “Se me la facessi oggi quella domanda…” Mi chino su di lei stringendola di più a me. “La risposta sarebbe un’altra.” “Di che domanda stai parlando?” “Il fienile. Il tuo vestito che scivola fino alle caviglie.” Ci provo a mantenere il controllo ma il solo pensiero di lei nuda davanti a me manda in agitazione tutto il mio corpo. “Dio, Sloan. Se me lo chiedessi oggi…” La sento tremare sotto le mie dita. “Odio i cambiamenti.” I miei occhi si sono abituati all’oscurità, ora riesco a vedere i suoi brillare. “E non mi piace questo… Questo che c’è adesso, quello che ho sentito guardandoti oggi. Non era lo stesso. E so che è colpa mia. Per quello che non ho detto stamattina a casa tua, per come me ne sono andato.” “Reid…” “Non sapevo come reagire, era un cambiamento anche quello e non me lo aspettavo.” “Cosa non ti aspettavi?” “Che mi piacesse così tanto.” Ora sorride di nuovo. “Non mi piacciono i cambiamenti, ma quello era… Era uno di quei cambiamenti a cui potrei volermi abituare.” “Io non…” “Perché resti tutti i martedì?” Le chiedo di getto. Lo so benissimo perché resta, cosa credete, sono un tipo intelligente, ma ho bisogno di sentirglielo dire adesso. “Per aspettare te.” Poso la fronte sulla sua e chiudo gli occhi. I palmi delle sue mani aperti sul mio petto. “E tu perché ti occupi di consegnare una stupida cassa di whiskey ogni giorno?” Sorrido mentre sfioro il suo viso con il mio. L’ultima volta che l’ho sentita così vicina è stato quando mi ha baciato nella warehouse della distilleria durante la festa di Natale. Sono passati undici anni e ha ancora lo stesso odore addosso. Quello di erba tagliata di fresco, quello del sole del primo mattino, della bassa marea che riporta indietro cose mai dimenticate, quello della legna che crepita nel camino. Sloan odora di casa, l’unica in cui sogno di tornare ogni sera. “Non è solo una consegna.” Non rispondo direttamente alla sua domanda. Si stacca da me e fa scivolare le mani lungo il mio viso mentre io apro gli occhi e la guardo di nuovo. “Vorrei poterti dire di più ma non so se ce la faccio adesso.” “Sarebbe un bel cambiamento.” Credo di aver appena trovato un altro motivo per amarla. La porta del magazzino si spalanca di colpo facendomi indietreggiare d’istinto da lei. “Oh ma che bella sorpresa!” Silas se ne sta trionfante sulla soglia. “Ho accompagnato Reid nel magazzino per posare la cassa.” “Lo vedo. Mi dispiace aver interrotto il vostro…” “Non hai interrotto niente.” Silas è sempre stato un’indesiderata faccia di cazzo. “Papà ti cerca.” “Arrivo tra un momento.” “Era qui in giro, non vorrei che arrivasse anche lui nel magazzino e che vi trovasse in atteggiamenti per così dire…” “Falla finita” Sloan gli risponde a denti stretti prima di raggiungerlo, poi si volta verso di me, negli occhi il dispiacere di dover andare. “Dovevo andare comunque” le dico nonostante Silas sia presente. Ho fatto già abbastanza danni non dicendo quello che dovevo, non posso permettermi di sbagliare ancora. “Ho promesso a Ellie che sarei andato da lei, mi ha chiamato oggi, pare ci sia una nuova emergenza.” Mi sorride ancora. “Ci vediamo domani” la rassicuro. “Sai dove trovarmi.” Sloan sparisce in fretta mentre io raggiungo la porta sperando di guadagnare presto l’uscita. “Non così di corsa.” Non credo di aver ancora menzionato il fatto che tra me e Silas non corre buon sangue. Il motivo lo ignoro e sinceramente non mi sono neanche mai posto la domanda. “Cosa stava accadendo qui dentro?” “Consegna, come ogni giorno.” “Chiusi nel magazzino, al buio.” Scrollo le spalle indifferente. “Facciamo così, te lo dirò ancora una volta.” Ah già, ho dimenticato questo minuscolo particolare: Silas non mi vuole intorno a sua sorella. Non so se perché non mi può vedere per partito preso o se non mi può vedere perché effettivamente giravo troppo intorno a sua sorella, ma a questo punto ha ancora importanza? “Non mi piaci per niente.” Alzo gli occhi al cielo. “E mi piace ancora meno quello che fai, Johnston.” “Cioè non ti piace il mio lavoro?” “E ancora meno mi piace il tuo incomprensibile senso dell’umorismo.” Sbuffo. “Cosa vuoi fare? Minacciarmi? Dirmi di stare lontano da tua sorella?” “Ne ha avute abbastanza per una vita sola.” Smetto all’istante di fare il coglione. “Non se lo merita un altro stronzo.” Stringo forte i pugni lungo i fianchi. “Non se lo merita uno come te.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...