60 Sloan

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Dopo cena Sam ha portato Reid in soffitta per tirare giù gli scatoloni che contengono le decorazioni di Natale. Non credo troveranno molte cose, non abbiamo mai fatto un albero così grande. Le feste le trascorriamo sempre in albergo, a casa ci siamo davvero pochissimo e poi non abbiamo mai preso un albero vero, ne ho uno finto sempre in soffitta, ma non è più alto di un metro e venti, facile da mettere in piedi, veloce da decorare e comodo da mettere via. Non ho molti bei ricordi legati alle feste. Trey è andato via proprio pochi giorni prima di Natale e il ricordo di quel periodo, di me sola con una bambina di tre anni, di me che mi chiedevo cosa avessi di così sbagliato da non poter essere amata, di me che mi chiedevo se mai qualcuno avrebbe potuto farlo, di me che mi chiedevo cosa avrei raccontato a mia figlia un giorno… È sempre doloroso e non ha mai smesso di fare male. Ci ho provato ad amare Trey e ho provato a farlo innamorare di me, ma lui non ha mai voluto provarci come non ha mai voluto provare ad amare nostra figlia. Mi chiedo se la colpa del suo rifiuto verso Sam sia solo mia. Vorrei aver avuto più tempo in questi anni per mia figlia, per godermi le piccole cose, per dedicarmi anche a me, ma quando sei sola e con tante cose da rimettere a posto compreso il tuo cuore, devi fare delle scelte che non si rivelano sempre felici. E ora c’è Reid nella nostra vita, Reid che dice di volerne far parte, Reid che ci porta a scegliere un albero di Natale come se fossimo una famiglia, lui che lo odia il Natale, come odia più o meno tutti gli eventi e le situazioni in cui le altre persone mostrano gioia. “Sabato prima degli allenamenti possiamo fare un salto a Galway.” “Davvero?” Sam chiede. “Se tua madre è d’accordo.” Tornano in salotto con delle scatole in mano. “D’accordo per cosa?” “Ho dato un’occhiata nelle scatole” Reid dice, posandone due sul pavimento. “Non abbiamo abbastanza decorazioni da riempire tutto l’albero.” “Di solito ne facevamo uno molto più piccolo” mia figlia conferma. “Un albero va riempito” Reid si inginocchia a terra e inizia a frugare distratto in una scatola. “E poi deve essere pieno di luci di modo da riflettere contro i vetri e da vedersi fino alla strada” indica la finestra del nostro salotto, dietro al divano. “Mia madre ci teneva” il suo sguardo si fa malinconico anche se sta sorridendo. “Ogni anno diceva che le decorazioni non erano abbastanza, che l’albero non doveva avere punti vuoti, che doveva brillare e illuminare tutta la casa e puntualmente ci trascinava a sceglierne di nuove e ne avevamo, credetemi” dice, scuotendo la testa, “ma ogni anno il nostro albero sembrava più grande di quello precedente.” “E lo sceglieva lei?” Sam chiede con cautela. “Andavamo tutti. Mio padre si prendeva due ore libere dal lavoro, ci caricava in macchina e andavamo a sceglierlo. E litigavamo sempre.” “Perché?” “Perché non eravamo mai d’accordo su niente, non è stato facile vivere con quei due fratelli, sapete?” Dice facendo ridere Sam. “E poi? Come andava a finire?” “La mamma e Ellie facevano squadra, ovviamente…” Sam mi guarda e sorride, anche noi siamo una squadra. “Alla fine sceglievano loro e poi toccava a me e Shane caricarlo sul tetto dell’auto. Più a me che a Shane.” “Doveva essere bello” Sam commenta con gli occhi sognanti. So che a lei piacerebbe tanto una cosa del genere, non che mi rimproveri del fatto che siamo sole, ma conosco mia figlia e so cosa prova. “Lo era, ragazzina.” Reid si alza e si avvicina a lei. “Avrei voluto che la conoscessi, sai?” La sua voce perde sicurezza. “Mi sarebbe piaciuta di sicuro.” “E lei ti avrebbe adorata.” Solleva lo sguardo su di me. “Avrebbe adorato entrambe.” Si siede sul divano accanto a me davanti al fuoco e mi passa un bicchiere di whiskey. “Vent’anni, il preferito di mio padre.” Lo porto alle labbra e poi allontano di nuovo il bicchiere. “Fammi sentire” dice, assaggiando il whiskey sulla mia bocca. “Decisamente il migliore” ride contro le mie labbra, prima di baciarle di nuovo. “Sei sicura che vuoi che resti?” Mi chiede allontanandosi appena. “Puoi sempre sgattaiolare via all’alba, no?” “Posso farlo, ma non vorrei” mi dice sincero, la sua mano sul mio viso. “Non ce la faccio a rallentare, sono al massimo della velocità e anche se dovessi correre contro vento non mi fermerò.” Le sue labbra di nuovo sulle mie. “Voglio fare questo viaggio insieme a te, Sloan.” “Sembri così sicuro.” “Perché lo sono. Hai dei dubbi su di me?” “No.” “Su quello che provi tu?” La sua voce trema come le sue dita sul mio viso. “No.” “E allora?” Sorride tenero. “Devi solo fidarti e lasciarti andare.” Mi stringe tra le sue braccia e io appoggio la testa sulle sua spalla. “Posso farti una domanda?” “Spara.” “Perché ci tieni così tanto al Natale? Tu lo odi come odi tutte le feste.” “Io non lo odio” dice vago. “È solo che…” Sollevo lo sguardo su di lui. “Non è stato un vero Natale per tanto tempo.” “Che vuoi dire?” “Da quando mia madre non c’è nessuno di noi è più lo stesso.” “Mi dispiace.” “Non mi sembrava una vera festa di famiglia, ma solo il tentativo di mantenere vivo un ricordo che iniziava a sbiadire.” “E cos’è cambiato, adesso?” “Ora sento che c’è questa famiglia.” Mi guarda anche lui. “Una famiglia che vorrei provare a rendere felice. So che non basta il Natale o le mie parole, ma questo è solo l’inizio.” Si solleva e mi guarda negli occhi. “Dammi l’occasione di dimostrarvi che ciò che dico è solo ciò che sento. Io voglio questa famiglia, Sloan, la voglio così tanto che se solo ripenso agli anni in cui…” Si ferma per respirare. “Non lo sopportavo, di vedervi con lui. Non sopportavo quando…” Si trattiene ancora. “Quando vi vedevo insieme, io volevo solo fare a pezzi il mondo intero con le mie mani. E sapevo che era colpa mia, sapevo che se io…” “Shh” mi avvicino a lui e gli prendo il viso tra le mani. “Lo sai che sei stato il primo uomo che ho amato?” Gli dico, l’emozione graffia la mia voce. “E dentro di me ho sempre saputo che non avrei amato nessun altro.” “Nessuno nessuno?” Scuoto la testa. “E quello che è successo è stata solo colpa mia. Non avrei dovuto accettare di sposarlo, non avrei dovuto lasciarlo entrare nella mia vita. Ero giovane ed ero ingenua.” “Non dire così.” “Io non posso rinnegarlo, vorrei che tu lo capissi. Trey mi ha dato Sam e io lo ringrazierò sempre per questo.” Mi sorride. “Lo sbaglio è stato credere che potessimo essere una famiglia, chiudere gli occhi davanti all’evidenza e continuare a sperare che le cose sarebbero cambiate.” “E io vorrei che tu invece capissi che io amo questo di te e amo il fatto che tu sia una madre splendida e amo quella ragazzina come se fosse mia.” Lascio andare una lacrima e Reid prontamente la asciuga. “E voglio essere quello che si prenderà cura di voi d’ora in avanti. Quello che non se ne andrà mai. Quello che vi amerà più di quanto lui stesso immagina. Sloan” sospira, prima di posare la sua fronte sulla mia. “Io non ho amato nessuna donna oltre te. Lo sai, questo? Ti prego, non dirlo a Ellie o a Shane o peggio ancora a Brennan, o mi tortureranno fino al resto dei miei giorni.” Rido tra le lacrime. “Ti chiedo solo di darmi la possibilità di dimostrarti che sono sincero.” “Non posso commettere altri sbagli, Reid” gli dico onesta. “Non posso permettermelo.” “Io non sono un errore” dice risoluto. “Io sono la scelta giusta.” È serio ed è deciso. “Ti giuro che non sarò mai uno sbaglio di cui dovrai un giorno pentirti. Non rimpiangerai mai il fatto di esserti fidata di me.”

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