La sollevo dal ripiano tenendola per le natiche mentre si avvinghia a me, le braccia intorno al mio collo, i suoi capelli sul mio viso. “Fai l’amore con me, Sloan.” “Me lo stai per caso chiedendo?” “Non si sentiva il punto di domanda?” “Non proprio.” “Faresti l’amore con me, Sloan?” “Andava bene anche la prima volta.” “Ma io sono un tipo preciso.” “Me ne sono accorta.” “Non prendere in giro la mia attitudine.” “Io la chiamerei più una mania.” “L’apprezzerai, credimi” le dico mentre mi avvio verso la stanza da letto. “Oh se l’apprezzerai.” Ride ancora mentre entro nella sua camera e la lascio lentamente andare. Poi la guardo negli occhi e le accarezzo una guancia, premendo di nuovo le labbra sulle sue, ma quando le prendo il viso tra le mani e l’avvicino a me, la sento irrigidirsi tra le mie braccia. “Cosa c’è?” Inclino la testa per guardarla. “È una stupidaggine.” “La voglio sentire lo stesso.” “Non ho avuto, be’, non sono stata…” Sospira e abbassa lo sguardo. “Non ho avuto molti uomini nella mia vita.” Già uno all’infuori di me sarebbe troppo, ma non posso dirglielo, non è questo il momento. “Ed è passato anche un po’ dall’ultima volta” confessa, mentre il suo viso diventa paonazzo. “E io mi sento…” “Agitata?” “Un po’” mi guarda appena. “Posso fare qualcosa per farti rilassare? “Non lo so.” “Posso provarci?” Annuisce accennando un sorriso, al che io mi siedo sul letto, tenendole le mani e facendola avvicinare a me. Poso le sue sulle mie spalle e poi sfioro le sue gambe, al che le sue dita si piantano subito nervose nella mia pelle. Le faccio scivolare lentamente in alto, sentendo allo stesso modo entrambe le gambe sotto le dita ed è impensabile, me ne rendo conto, ma per me è così, perché sono entrambe parte di lei e io le amo allo stesso modo. Scivolo sotto il suo vestito, percorro la pelle delle natiche graffiandola appena, mentre Sloan sospira e chiude gli occhi, godendosi il mio tocco. Infilo le dita al di sotto del bordo della sua biancheria e l’accarezzo lentamente. “Reid” dice subito, stringendo la presa sulle mie spalle. “Ricordi quando ti ho detto che se fossi stata generosa con me, io lo sarei stato con te moltiplicato per tre?” “Vagamente…” Sussurra, mentre sfioro il suo sesso con le dita. “Ho pensato di applicare una regola con te” dico, mentre piano inizio a giocarci. “La regola del tre.” Accarezzo la sua apertura mentre le sue mani si spostano tra i miei capelli. “Vuoi sapere in cosa consiste?” Faccio scivolare un dito dentro di lei mentre la sento trattenere il fiato. “Se non riesco a farti venire almeno tre volte” spingo a fondo e le sue gambe cedono. “Non ho il diritto di venire anche io.” “Oh mio dio” espira, mentre inarco il dito in cerca del suo punto più sensibile. “Ti sembra una regola giusta?” “Ti sembra il momento di parlarne?” Mi guarda finalmente, i suoi occhi lussuriosi e speranzosi. “Sono un tipo preciso, mi piace mettere in chiaro le cose.” Affondo in lei e Sloan si piega su di me. “E vorrei che fosse chiaro che questa regola l’ho inventata ora, solo per te.” La sento stringere forte i miei capelli nel momento in cui sfioro il suo clitoride con il pollice. Con l’altra mano la tengo salda per la natica, le sue dita che scivolano tra i miei capelli, mentre mi godo la sensazione del suo sesso che si apre per me e dei suoi respiri che trattiene solo per me. La sento abbandonarsi al mio tocco, prendere ogni mio affondo e lasciarsi trasportare lentamente verso il momento in cui finalmente la sentirò godere sulle mie dita. La guardo respirare, il suo petto muoversi velocemente e i suoi capezzoli spingere contro la stoffa del suo vestito; la bocca socchiusa, il calore sul suo viso, gli occhi chiusi e rivolti verso il soffitto. Spingo a fondo e premo contro il suo clitoride, lo accarezzo con decisione, con movimenti circolari e pressanti, eccitato all’idea di sentirla venire per me per la prima volta e di sentirla ancora, con me dentro di lei. “Oh Dio…” Tira forte i miei capelli. “Oh Dio…” La sento iniziare a tremare. “Oh cazzo, sì” dico tra i denti, sentendo i miei pantaloni quasi scoppiare. Il modo in cui viene, il modo in cui dischiude le labbra e lascia andare il suo lamento, il modo in cui poi apre gli occhi e mi guarda… Posso già dipendere dal modo in cui si lascia amare da me? “Reid…” Ecco, la cosa che mi piace di più di tutto questo, quasi più di averla vista e sentita godere, il modo in cui mi chiama chiedendomi di mantenere la parola data. “Sì?” “Hai detto davvero tre?” “Come minimo.” Si morde un labbro. Ah mia cara Sloan, non ti darò tregua fino a quando non mi pregherai di farlo e da come mi stai guardando adesso, ho idea che non accadrà tanto presto.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...