“Potevi chiamare, sarei venuta a prenderti” dice a Sam mentre entra in casa. “Ero lì, stavo andando via e così…” Rispondo io al posto suo. Sam sparisce verso la sua stanza e poi Sloan si rivolge a me. “Non mi chiama mai. Non vuole che vada a prenderla da nessuna parte.” “Lo fa per non creare problemi.” “E non dovrebbe. Ha dieci anni.” “È una ragazza sveglia.” “Dici che la sto caricando di troppe responsabilità?” “Che vuoi dire?” “Chiedo troppo il suo aiuto, la tratto come un’adulta invece che come una bambina” Sospira. “Lei è così matura per la sua età e io ho il lavoro e sono sola…” Dice, mandando a fuoco il mio petto. Me. Tu hai me. “Non è giusto che sia lei a fare le spese delle mie pessime scelte.” L’unica cosa che non è giusta è che io ti abbia lasciata andare via quella sera invece di tenerti con me e che tu sia finita tra le braccia di un altro. “Sto straparlando, scusami” dice massaggiandosi le tempie. “Ho bisogno di un bicchiere di vino, mi fai compagnia?” Apre la porta e m’invita a entrare. “Certo, perché no.” “Oh dio” mi ferma sulla soglia. “Forse avevi un impegno e io ti sto trattenendo.” “Non scherzare, che cazzo vuoi che io abbia da fare?” “Con una donna, magari.” Lo dice senza guardarmi. “Una donna, Sloan” l’aria passa a fatica tra i denti. Lei alza il viso su di me e dischiude le labbra togliendomi la capacità di controllare i miei stessi respiri. “Quale donna” dico in apnea. “Si mangia? Muoio di fame.” La voce di Sam che proviene dal corridoio ci fa saltare entrambi. Sloan fa un passo indietro. “Ho fatto tardi, scusa, ci vorrà poco.” Sam scompare di nuovo nella sua stanza mentre lei si affretta a raggiungere la cucina. Io chiudo la porta di casa e la seguo. Apre il frigorifero e tira fuori una bottiglia. “Bianco va bene?” Ci vorrebbe qualcosa di più forte ma ho paura che sortirebbe l’effetto contrario. “Perfetto.” Si solleva per prendere due bicchieri dal ripiano più alto ma non ci arriva, così mi avvicino e mi piazzo alle sue spalle, stendendo il braccio per prenderli per lei. Il mio petto aderisce contro la sua schiena e per poco non mi rendo ridicolo facendole sentire cosa sta per stracciare i miei jeans. Mi allontano a malincuore prima che lei possa accorgersi della festa privata che si sta svolgendo nei miei pantaloni. “Grazie.” “Non dovresti metterli così in alto.” “Non li uso spesso, non ricevo tutte queste visite.” “A parte te, coach” una voce dice dalla soglia. “Hai finito i compiti?” “Li ho fatti a casa di Justin.” “Okay, però dopo gli do un’occhiata.” “Come vuoi.” Sam dice venendo poi verso di noi. “Resti a cena, coach?” “Oh io…” Balbetto imbarazzato. “Non voglio disturbare.” Sloan si volta a guardarmi. “Nessun disturbo.” “Tanto la mamma esagera sempre, sono sicura che avrà cucinato per dieci.” “Non è vero” si difende. “Ed è strano visto che sei l’unica persona che frequenta questa casa” Sam dice. “Eccetto la famiglia.” “Vai a lavarti le mani e lavati anche la bocca col sapone visto che ci sei” Sloan dice tra i denti. Sam sparisce verso l’altro lato della casa mentre noi restiamo soli con il nostro imbarazzo. “È vero?” Le chiedo subito appena soli. “Cosa?” “Che sono l’unica persona che frequenta questa casa.” “Non devi sentirti obbligato” mi risponde invece. “Non mi sento in obbligo” ci tengo a precisare. Sorride appena. “Ho fatto le ali di pollo.” “Ah sì?” Annuisce. “Salsa barbecue?” Annuisce ancora. “È la mia preferita.” Lei solleva solo gli occhi e poi con garbo e dolcezza mi uccide. “Lo so.” “Ti avevo detto che cucina sempre di più.” “Mangia le tue verdure o niente dolce, stasera.” Sam sbuffa e infila la forchetta nelle carote. “C’è anche il dolce?” “Ho portato via dall’albergo una cheesecake ai mirtilli.” “Cosa fai, rubi a casa tua?” Sloan ride e beve un altro sorso di vino. “Però tutto il resto l’ho fatto io.” “Ed era buonissimo.” “Ce n’è ancora, se vuoi.” “Questo è qualcosa che mi piace sentire.” Questo è uno dei mille centocinquanta motivi per cui ti amo. Be’, a questo punto non c’erano dubbi, no? Non sono seduto a questa tavola, in questa casa, con queste donne perché sono un amico di famiglia. Non faccio consegne speciali dal lunedì al venerdì solo perché preferisco fare le cose da solo. Non sono una persona gentile io e non amo i ragazzini. Non la sto guardando come se non vedessi altro che lei da almeno dieci anni a questa parte perché non c’è nient’altro da vedere a Letterfrack. Se guardo lei è perché non ho bisogno di guardare altro. Se sono qui è perché è l’unico posto in cui voglio stare.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...