“Ti va se andiamo a fare due passi?” Silas compare al banco della reception all’ora di pranzo. “Due passi?” “Ci sto io qui” Darcy dice. “Tu non lavori neanche qui.” Mi sorride triste. “Cosa sta succedendo?” “Niente, tesoro, volevo solo andare a prendere un po’ d’aria.” Mi passa il cappotto mentre mi alzo. “Tranquilla, tutto sotto controllo” Darcy mi incita, al che mi decido a seguire Silas all’esterno.
“Andiamo a dare da mangiare ai cavalli?” Mi chiede, prendendomi la mano. “Devi dirmi qualcosa che mi farà male, non è così? Non c’è altro posto in cui lo faresti.” “Mi conosci troppo bene.” Non c’è altro posto in cui Silas sopporterebbe una brutta notizia, è lì che mio padre ci ha portati quando ci ha detto che la mamma si era ammalata, ed è sempre lì che ci ha portati quando ci ha detto che le sue condizioni erano peggiorate. Ed è lì che Silas si è rifugiato quando ci hanno chiamato dall’ospedale per dirci che erano rimaste poche ore. Non è venuto lui a darle l’ultimo saluto ed è qualcosa che credo non supererà mai. Silas trascorre le sue giornate quasi tutte all’aria aperta, anche se fuori ci sono meno dieci gradi. Lui ama sentirsi libero anche se come me non è riuscito ad abbandonare questa terra e questa famiglia. “Non c’è un modo per dirtelo.” Lo guardo in ansia. “Stamattina hanno consegnato una cassa.” Annuisco e rivolgo lo sguardo verso Attila, uno dei cavalli preferiti di mio fratello. Lo accarezzo lentamente mentre lui muove la testa a tempo con la mia mano. “Veniva dalla distilleria Johnston.” Le lacrime arrivano lo stesso, anche se sapevo già che sarebbe accaduto, anche se so che è finita, ma rinunciare alla consegna è come rinunciare per sempre a tutti questi anni che ci hanno tenuti così vicini e sospesi. “Mi dispiace.” “Doveva andare così.” “Non per forza.” “Non posso perdonarlo.” Silas sospira. “Ha dato un prezzo a noi” lo guardo di nuovo. “All’amore, Silas.” “Io non la vedo proprio così.” “Mi ha ingannata per tutti questi anni, ha privato Sam di suo padre.” “Se Trey avesse voluto fare il padre non avrebbe mai accettato e non vi avrebbe mai lasciate.” “Forse, ma io non lo saprò mai, perché lui ha deciso per tutti.” “Tesoro,” Silas prende le mie mani e mi fa voltare verso di lui. “Scusami per quello che sto per dirti, ma lo hai capito, vero, perché Trey ti ha sposato?” Distolgo lo sguardo. “Lui non voleva te. Non voleva una famiglia.” Trey non aveva una famiglia e non ne voleva una. Voleva il suo posto nell’azienda, voleva un nome, un futuro solido e sicuro e io ero il suo mezzo. Nient’altro. E non farà mai meno male. “Lui non mi ha mai amata” dico, sentendo la stessa umiliazione di sette anni fa bruciare il mio petto. “Non era l’uomo giusto.” “Nessun uomo sarà mai giusto.” Mi prende il mento tra le dita per invogliarmi a guardarlo. “Sai che non è così.” “Ora non venirmi a dire che Reid lo è.” “Non lo avrei mai detto in passato, ma ora…” “Ha comprato il mio ex marito per potermi avere. Mi ha mentito, mi ha umiliata esattamente come tutti.” Silas mi stringe tra le sue braccia. “Non posso dire che quello che ha fatto sia giusto, ma non credo che lo abbia fatto per un secondo fine. Io non credo che lo abbia fatto solo per poterti avere.” “Non puoi stare dalla sua parte” mi scosto da lui e mi asciugo gli occhi. “Io sono dalla tua, sempre, ed è per questo che ti sto dicendo queste cose. Perché non voglio vederti buttare via la tua unica possibilità di essere felice.” “Vuoi dire che non potrò esserlo più?” “Voglio dire che tu ami quell’uomo da quando eri una bambina.” Le lacrime tornano e io non faccio nulla per nasconderle. “E sappiamo tutti e due che non amerai mai nessuno come ami lui.”
Sam entra in auto e si allaccia la cintura in silenzio. “Com’è andata, oggi?” Scrolla le spalle e non mi risponde. Sospiro e metto in moto azionando i tergicristalli e il viso triste di Justin Brennan compare davanti ai miei occhi. Alza una mano timido per salutare Sam, ma lei gira la testa dall’altra parte fissando lo sguardo fuori dal finestrino. Alex compare accanto a Justin, gli passa un braccio intorno alle spalle e fa più o meno lo stesso gesto di suo figlio rivolto stavolta a me. E io mi comporto più o meno allo stesso modo di mia figlia, voltando lo sguardo dall’altra parte e fingendo di non avere il cuore ridotto in tante piccole briciole inutili.
“Mi sono presa il pomeriggio libero” dico a Sam mentre mi sfilo il cappotto. “Così possiamo stare un po’ di tempo insieme.” Ho portato mia figlia a casa con me. Darcy sta facendo qualche ora al posto mio, di modo che io possa stare vicino a Sam per accertarmi che questa cosa la supereremo insieme, come facciamo sempre. Non so cosa la turbi di più, non vuole parlare di nulla, non mi guarda neanche negli occhi. “Ti va una cioccolata?” Le chiedo dirigendomi in cucina. Sam resta impalata in salotto a fissare l’albero ancora spoglio. “Non tornerà più?” “Tesoro…” “Non ce lo teniamo, più?” “Mi dispiace.” Si volta verso di me con gli occhi pieni di lacrime. “Perché ha picchiato papà?” “Tra le altre cose.” “Lo ha fatto solo per proteggermi.” “Lo so, ma non posso, capisci? Non è il modo.” “Papà è una persona cattiva?” “No.” “Ma ti ha fatto del male.” Sospiro di ansia. “Ci sono tanti modi per fare del male al prossimo, Sam. Tuo padre non era la persona giusta per noi.” “E Reid?” “Neanche lui.” Annuisce e torna a guardare l’albero. “Va bene se lo lasciamo così?” Chiede poi, facendomi quasi soffocare con le mie stesse lacrime. “Tutto quello che vuoi.” “Vado a fare i compiti.” “Okay.” Sam sparisce nella sua stanza mentre io corro verso la porta sul retro della cucina ed esco all’aria aperta, faccio alcuni passi nel giardino per allontanarmi da casa più che posso e poi urlo, con tutta la forza che ho in corpo e con tutto il fiato che mi è rimasto. Urlo fino a quando non resto senza voce ma senza riuscire a sovrastare le grida strazianti del mio cuore.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...