Quest’anno alla consueta festa di Natale della distilleria abbiamo il pienone, non credo di aver visto mai il salone grande così stracolmo di gente, neanche se distribuissimo da bere gratis. “Guarda che distribuite da bere gratis.” “Hai ragione, ho detto una cazzata. Ma aspetta: non lo stavo solo pensando?” Sloan scoppia a ridere attirando l’attenzione del mio purtroppo cognato su di noi. “Per la prima volta in vent’anni non hai la faccia di uno che sta attendendo un carro funebre. Direi quasi che sei gioioso.” “Gioioso, adesso…” “Reid! Reid!” Una delle mie donne preferite corre verso di me euforica. “C’è un albero pieno di bastoncini di zucchero nella sala accanto.” Mi gonfio come un pavone. “Lo so.” “E ci sono anche dei pacchetti” dice furba. “Ma saranno solo delle decorazioni” la prendo in giro. “Ne ho visto uno con il mio nome sopra.” “Davvero? Allora forse è tuo sul serio, a meno che non ci siano altre Sam in giro.” “Non mi freghi, Reid.” Ce la faccio. Lo giuro. “No, eh?” “Sono più veloce e più furba.” “E allora vedi di prenderti quello che ti spetta prima che qualcuno provi a togliertelo dalle mani.” Sam corre nella sala accanto mentre io mi rendo conto del peso delle mie parole e da dove siano venute fuori. Non preoccuparti, cara Sam, mi assicurerò personalmente che nessuno ci provi neanche a strapparti qualcosa dalle mani, sarà uno dei miei scopi principali nella vita. L’altro, ovviamente, è quello di continuare ad amare tua madre più di quanto un comune mortale sia in grado di fare. “Cos’è questa storia?” Sloan chiede curiosa riportandomi da lei. “Qualcuno ha deciso di inaugurare una nuova tradizione” Alex spiega. “Di aprire la festa anche ai figli dei dipendenti e dei fornitori.” “Sul serio?” “Indovina un po’ chi è stato?” “Non saprei davvero.” “Fatela finita” mi lamento. “Pensa che ha incartato lui i regali stanotte e che ha messo su l’albero stamattina all’alba e che poi…” “E tu vedi di farti gli affari tuoi o sotto l’albero ci troverai il nome di tuo figlio.” Alex mi fa una smorfia prima di rivolgere lo sguardo verso la porta che immette nella sala e poi non ride più, né fa gesti, né respira e il problema è che non vedo ancora Andy in giro e che io non sono capace di rianimarlo. Lo sapete tutti, vero, cosa sta guardando Alex? “Io vado” dice emozionato, mentre raggiunge mia sorella all’entrata. Lei gli getta le braccia al collo e lui la bacia sotto il vischio dal sottoscritto posizionato sotto la porta. Nel caso ve lo stiate chiedendo, ne ho piazzati ovunque, in punti strategici e non. “Sono bellissimi insieme” Sloan commenta. “Mi tocca darti ragione, ma devi ammettere che l’80% del merito va a mia sorella.” Sloan mi guarda mentre io guardo lei. “Cosa?” “Mi stai guardando in quel modo.” “Che modo?” “Quello che tu sai.” “Quello che ti sta chiedendo implicitamente di spogliarti in fretta?” Ride. “Ti sto guardando come ti guardo sempre, Sloan, solo che ora lo sai.” Sorride felice. “Eccome se lo so.” “Una festa privata per i bambini?” Ellie chiede non appena accanto a noi. Guardo mia sorella che sta per esplodere e penso che il vecchio Reid glielo avrebbe detto senza mezzi termini, il nuovo, be’… “Lo sai di essere enorme, vero?” “Reid!” Sloan mi riprende. “Volevo solo dire che già sei bella, poi sei vistosa” aggiusto il tiro, “c’era bisogno di metterti questo vestito rosso in modo che tutti non vedano che te?” Ellie mi guarda con un sopracciglio alzato. “Ho fatto del mio meglio.” “Potresti provare a tacere la prossima volta” il fratello di mezzo dice. “Sei uno spettacolo, tesoro.” “Grazie, Shane, tu sì che sai come trattare una donna.” “Non vorrei trovarmi a fare sempre la parte dello str…” “Hai reso l’idea.” Il mio presunto cognato nel suo vestito migliore dice. Cavolo, siamo tutti troppo eleganti, come ci siamo ridotti? Ecco, ora che so di avere questo stupido cravattino ho solo voglia ti togliermelo e strangolarci qualcuno. Uno a caso. “Brennan!” Dico con l’intenzione di movimentare un po’ questa serata prima che gli ospiti muoiano di noia, ma poi la voce di mio padre richiama l’attenzione di tutti e sono costretto a tacere, ma solo per il momento e solo per rispetto agli anziani. “Buonasera a tutti!” Mio padre saluta la folla, più sorridente ed elegante che mai. Che cosa diavolo sta succedendo a questa famiglia? “Sono felice di vedervi così numerosi, spero vi stiate divertendo e che stiate bevendo abbastanza da non ricordare di essere stati qui stasera.” Qualcuno ride, qualcun altro urla Vai Peter!. Qualcuno si fa i cazzi suoi. “È stato un anno importante per l’azienda, ma non voglio parlarvi di stupido whiskey stasera.” “Se lo avessi detto io mi avrebbe fatto lavare la lingua con l’alcol puro” dico sottovoce a Sloan che trattiene una risata. “Voglio parlarvi dell’importanza della famiglia.” Perfetto. Prepariamoci al peggio. “Come tutti sapete, tanti anni fa ho perso la mia compagna di vita.” La mano di Sloan afferra subito la mia. “E da allora niente è stato come prima. Avevo i miei figli, gli amici di sempre, questa azienda, ma non avevo lei. E non è facile, sapete, non poter dire neanche addio alla persona che ami.” Alex abbraccia forte Ellie davanti a noi mentre vedo Andy sfiorare la mano di mio fratello accanto a me. “E io avevo da crescere questi ragazzi. Erano grandi è vero, ma non sapevano ancora da che parte andare. E vi assicuro che non lo sanno ancora.” Oh papà. “Per fortuna, però, la vita ha voluto regalarci qualcosa di inaspettato e magico, delle persone speciali che sono oggi qui e che sono entrate a far parte di questa famiglia.” Shane fa finta di avere qualcosa nell’occhio, Ellie ha la gravidanza come scusa e io che cazzo faccio? “Così ho un nuovo figlio” indica Andy le cui spalle si muovono in modo anomalo. “Che si prende cura del mio Shane. E c’è quella donna bellissima vestita di bianco, la vedete tutti?” Papà indica Sloan accanto a me e tutti si voltano a guardarla. E cazzo, no. “Lei ha aperto la sua casa a quella testa di…” Si schiarisce la voce. “A l’uomo più buono che io abbia mai conosciuto, mio figlio Reid.” Se potessi mandarti a quel paese, papà, lo farei volentieri, ma sono troppo impegnato a sorreggere la diga con le mie sole mani e non è un’impresa facile. “E poi” papà guarda verso Ellie e Alex. “C’è lui, che è più di un marito per mia figlia, più di un fratello per i miei figli e che è più di un figlio stesso per me.” Per fortuna Alex non ha problemi a mostrare le sue emozioni così nessuno si accorgerà che papà ha mandato in lacrime tutta la sala. “Alex” mio padre tende la mano. “Puoi venire qui, per favore?” Alex guarda Ellie che scrolla le spalle e confuso si dirige verso mio padre voltandosi poi verso di noi. “Come alcuni di voi sanno è da un po’ che sto pensando di ritirarmi. È tempo che l’azienda abbia qualcuno che la sappia valorizzare, che sappia mantenere la tradizione che la contraddistingue, ma che gli doni anche quel tocco di innovazione di cui ha bisogno per poter competere ad armi pari con la concorrenza. L’azienda ha bisogno di qualcuno che la ami come se nelle sue vene ci fosse sangue Johnston ma che la ami anche con il cuore di chi ha voluto amarla dal primo istante.” Alex lo guarda spaventato. “Quest’azienda ha bisogno di qualcuno come te, Alex.” “M-me?” Ora sviene. “So che farai grandi cose e che avrai al tuo fianco sempre la famiglia pronta a sostenerti e a potare avanti ogni tua decisione.” “Peter, io…” “Sei sempre stato tu l’uomo migliore per questo compito. Non ho mai pensato a nessun altro.” “Ma i tuoi figli…” Peter si rivolge a noi e ci fa segno di raggiungerlo. Bacio la mano della mia bellissima donna e poi prendo la mano di Ellie mentre Shane fa lo stesso. Raggiungiamo nostro padre e Alex e ci voltiamo tutti verso la folla. “Vorrei che tutti voi alzaste i calici” mio padre alza il suo – che non è un calice ma un bicchiere da whiskey – e che brindaste al futuro di questa azienda, di questa cittadina e della mia bellissima famiglia.” “Alla famiglia Johnston!” Qualcuno dice tra la folla, seguito poi da tutti. “Sono fiera di te” Ellie abbraccia Alex. “Lo siamo tutti” Shane commenta. Gli do una pacca sulla spalla e lui per poco non cade per terra. “Sei il nostro uomo” gli dico orgoglioso. “E non vediamo l’ora di lavorare con te.”
Quando il trambusto si placa e dopo essermi assicurato che Alex riesca a superare questa botta, mi infilo nella warehouse di mio padre con la mia donna al seguito. “Non riesco ancora a crederci” lei dice, mentre apro la porta. “Tu lo sapevi?” “Avevo intuito qualcosa.” “E non pensi che sia strano?” “Affatto.” La trascino all’interno e la schiaccio contro una botte e poi nel buio le parlo. “Mio padre ha detto che vuole che io sia l’uomo che sono.” “E che uomo sei?” Sussurra sulla mia bocca. “Un uomo che si dedica alla famiglia, che beve cioccolata calda, che fa colazione seduto a tavola il sabato mattina, che torna a casa tutte le sere per cenare con la sua donna e la sua bambina.” “Questo pensa?” Le accarezzo i capelli e li porto dietro l’orecchio. “Questo è l’unico tipo di uomo che voglio essere.” Premo la bocca sulla sua e poi glielo dico sulle labbra. “Il tuo.” Le sue mani scivolano tra i miei capelli. “Stai per caso acconsentendo implicitamente a un per sempre con me, Reid Johnston?” “Se vuoi posso renderlo esplicito in tre minuti.” “Tre minuti? Ti facevo un tipo attento e scrupoloso.” “Tre minuti è il tempo che abbiamo prima che il custode faccia il suo giro della warehouse e non vorrei che ti vedesse… Sai…” “Come?” “Nuda.” Ride scuotendo la testa. “Non stavo scherzando, hai già sprecato trenta secondi. Il tuo vestito dovrebbe essere sul pavimento. Dovrò fare in fretta e non amo fare le cose di fretta.” “Certo, tu sei un tipo preciso.” “Non mi pareva che ieri notte ti lamentassi della mia precisione quando avevo la testa tra le tue gambe.” “Non mi permetterei mai.” Sospiro sulla sua bocca in ansia. “Ti sta bene il bianco.” Ora in ansia sembra lei. “Mi piacerebbe vedertelo addosso in un altro momento. Uno più… Importante.” “Reid…” “Undici anni fa, quando mi hai detto che eri incinta, io ero pronto a inginocchiarmi davanti a te e chiederti di darmi la possibilità di rendervi felici. Oggi invece sono qui” m’inginocchio davvero e lei inizia a piangere. “Sono qui per chiedervi di rendere me felice, perché non esiste felicità senza di voi nella mia vita.” Infilo la mano nella tasca della giacca e tiro fuori una scatola. La apro e gliela mostro. “Tu non mi rendi solo umano, tu mi rendi… Me. Vorresti per favore continuare a farlo per sempre?” “Hai chiesto per favore” dice singhiozzando. “Sono un tipo gentile, non credere a quello che dice la gente su di me.” “Io credo a ciò che vedo.” “E cosa vedi, adesso?” “Vedo te che infili quell’anello al mio dito, che ti alzi e che mi baci.” “E poi?” “E poi vedo te che ti siedi il sabato mattina a fare colazione con la tua famiglia.” Infilo l’anello al suo dito e mi alzo davvero. La prendo tra le braccia e la guardo. “Vedi altro?” Nega con la testa. “Stavolta sento. Sento me dire di sì tante e tante volte.” Ce la faccio, lo giuro. “Ti dico sì, Reid Johnston e continuerò a farlo ogni volta che mi amerai.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...