Un altro sbadiglio mi coglie in fallo proprio mentre sto per spiegare la mia tattica del giorno ai miei preziosi giocatori. “Hai dormito stanotte?” Brian chiede accanto a me. “Che diavolo ci fai qui?” “Quello che faccio tutte le domeniche, mi assicuro che la mia squadra vinca.” “Prima di tutto non è la tua squadra.” “È mia quanto tua.” “E poi non vinciamo mai, hai mai pensato di essere tu quello che porta sfiga, qui?” Brian alza gli occhi al cielo. “Se proprio vuoi restare, non respirarmi addosso, mi innervosisci.” “In effetti sembri teso.” “Ho dormito poco.” “E come mai?” “Eccomi” Sam arriva di corsa già con la divisa della squadra indosso. “La mamma non voleva alzarsi stamattina” dice innocente, al che io mi volto di scatto per vedere la mia donna in tutto il suo splendore salutarmi qualche metro più in là. Ho detto per caso la mia donna? “Ahh” Brian dice accanto a me. “Taci, e fatti i cazzi tuoi.” Mi allontano per andare a salutarla come si deve. “Dove stai andando, adesso?” Brian si lamenta. “Pensaci tu, no? È la tua squadra!” Gli urlo, poi mi volto giusto in tempo per vedere il suo sorriso accogliermi. “Buongiorno, di nuovo” le dico facendola arrossire. “Buongiorno a te, coach.” “Non voglio mettere in imbarazzo Sam” dico subito. “Per questo non ti bacio.” “Okay.” “Sai come sono i ragazzini.” “Non c’è nessun problema.” “Ma mi piacerebbe baciarti dopo, un sacco, quando saremo soli.” Ride e scuote la testa. “Andrai avanti ancora per molto?” La sua voce odiosa mi fa sbuffare annoiato. “Ci ha sentito?” Chiedo a Sloan. “Era accanto a me anche prima.” “Non lo avevo notato.” “Questo perché eri impegnato a marcare il tuo territorio.” “Sai” dico a Sloan, “sono circa vent’anni che ogni volta che dice cose come questa, chiudo gli occhi e prego che sia solo un incubo, che lui non esista, che sia solo un brutto scherzo della mia mente.” “Ehi!” La voce di mia sorella si unisce al coro. “Oh bene, c’era anche lai?” Sloan annuisce. “Non ho avuto modo di dirtelo, sei partito subito con il tuo discorso.” “Domani mi attende un nuovo siparietto al Veldons.” “Come dici?” “Lascia stare, torno dalle mie giovani promesse del GAA.” “Okay.” “Ci vediamo dopo e nel frattempo, per favore, potresti cambiare posto?” Lei ride ma io non scherzo. “Questa vicinanza” dico, indicando Brennan. “Non mi piace per niente.” “Hai paura che le racconti tutte le storie che conosco su di te?” “Per favore, non hai niente contro di me.” “Ma io sì” Ellie si intromette. Perfetto. Sono spacciato. Torno dai ragazzi che intanto sembrano confusi da qualsiasi cosa Brian gli stia dicendo, per fare le ultime raccomandazioni prima della partita, sperando che mia sorella e il mio purtroppo cognato chiudano la bocca e si facciano gli affari loro almeno per una volta. La mia squadra se la sta cavando meglio del previsto, siamo sotto solo di due punti e abbiamo tutto un tempo davanti, nulla è perduto, possiamo sempre sperare di pareggiare. Sono positivo tutto sommato, la stagione non è penosa come al solito, quello che però non mi rende positivo è il modo in cui Brennan si sta divertendo tanto con la mia donna. “È normale tutto ciò?” Chiedo a Ellie, che intanto è venuta a bordo campo per incitare la squadra. Si volta a guardare verso i due e poi torna su di me. “Ti preoccupi davvero di Alex?” “Io mi preoccupo di tutto e tutti.” “Questo lo so.” Ho scelto la frase sbagliata, Ellie è troppo instabile emotivamente, prende tutto sul sentimentale. “E comunque sta solo cercando di darti una mano.” “Io non gliel’ho chiesto.” “Ma lui ti vuole bene e lo sta facendo lo stesso. A modo suo, certo.” “Farà uno dei suoi disastri, lo so.” Sbuffo infastidito, mentre mi volto di nuovo verso di lui che alza i pollici nella mia direzione. “Vero” Ellie sorride, poi sfiora la pancia con le mani e abbassa lo sguardo. “Però non gli vengono tanto male questi disastri.” Sorrido anch’io. “A volte gli va di culo.” Ellie guarda alle nostre spalle, poi solleva gli occhi su di me. “Sai cos’altro non è male?” “Vuoi scherzare? Lei è perfetta, Ellie, semplicemente perfetta. Io non lo so come sia possibile.” “Non alludevo a lei, anche se hai ragione, è perfetta” la sua mano scivola sotto il mio braccio. “Per te.” Scuoto la testa ma non posso evitare di sorridere. “Parlavo del fatto di non essere più tanto soli.” “Parli di me? Io, solo?” “Con me e Alex, Andy e Shane. Ero preoccupata.” “Di cosa?” “Che tu restassi a guardarci dall’esterno, come fai sempre.” “Non lo faccio.” “A vegliare su di noi, a giudicare i nostri sbagli e poi a mettere ordine in tutto ciò che noi distruggiamo.” Non le rispondo, resto in silenzio per alcuni minuti, mentre Ellie resta accanto a me, la sua testa posata contro il mio braccio. “Sei stanca?” Le chiedo. “No, sto solo bene qui. Con te.” Respiro profondamente e poi faccio scivolare la mia mano sulla sua. “Hai ragione, Ellie.”
“Mmm?”
“Non è male per niente."
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...