4 Reid

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“Vuoi farlo ragionare tu, Reid, per favore?” “Sei proprio sicura che vuoi il mio aiuto?” Non avevo intenzione di passare a casa Brennan né di assistere a questo agitato quadretto familiare. “Non ha senso quello che vuoi fare!” Si rivolge di nuovo ad Alex. “Perché? Cosa cambia?” “Cambia tutto!” “A me non importa di che sesso sarà nostro figlio.” “Anche perché è fottuto in ogni caso” puntualizzo, rifacendomi al discorso di questa mattina. “Non dovresti aiutarmi?” Ellie mi chiede. “Non è quello che sto facendo?” Alex prende le mani di mia sorella per richiamare la sua attenzione. “Non voglio saperlo, Ellie, davvero, anche perché per me non fa alcuna differenza.” “Ma io ormai lo so” Ellie sbuffa. Ah sì, vi ragguaglio. Sono arrivato a casa Johnston-Brennan durante una discussione a cui avrei preferito non assistere. A quanto ho capito, mia sorella sa di che sesso sarà il loro bambino mentre Alex ha preferito restare all’oscuro: il risultato dell’ecografia è stato consegnato in busta chiusa nelle mani di mia sorella, busta che ora sembra sia custodita da Clodagh, la madre di Alex, in un posto sicuro. “Prima o poi se lo farà scappare comunque” dico inserendomi di nuovo nella discussione. “Tanto vale saperlo adesso. Anzi, dillo anche a me, così mi preparo.” “A cosa dovresti prepararti, tu?” Ellie chiede incrociando le braccia sul petto e voltandosi verso di me. “Che ne so, dicevo così per dire qualcosa.” “Ricordami un po’ perché sei passato…” Ingrata. “Perché tuo marito mi ha chiamato.” “Sono uno spasso, non è vero?” Justin, il figlio di Alex nonché mia preziosa punta, si avvicina a me seguito da Sam. “Non vedi come mi sto divertendo?” “Perché stanno litigando?” Sam chiede. “Perché Ellie ora sa di che sesso sarà il bambino e Alex no.” “Voglio saperlo anche io” Justin dice. “Oh bene, tutti contro di me” Alex si lamenta. “Te lo dico dopo, tesoro, quando tuo padre non ci sente.” “Come pensi che io possa vivere con voi sapendo che mantenete questo segreto?” “Saranno dei mesi lunghi e divertenti” commento dando una gomitata a Justin. “Posso trasferirmi da te?” “Col cavolo. Lo sai che non li reggo i ragazzini.” “Morirai solo e nessuno ti troverà e i tuoi gatti ti mangeranno la faccia” mia sorella dice. Rido e mi alzo. “Si è fatta ora di andare, devo dare da mangiare ai gatti.” “Hai davvero dei gatti?” Justin chiede. “Non scherzare, odio anche gli animali.” “Te ne vai già?” Ellie molla Alex a se stesso e si avvicina. “Non passi molto ultimamente.” Vero, non vengo più come una volta a casa Brennan, questo perché prima venivo sempre con Shane, ma ora lui sta con Andy e passa gran parte delle sue serate al Veldons per stare con lui e poi dice che Alex è grande ormai e che deve cavarsela da solo e che non tocca più a noi occuparci di lui, ora sono cazzi solo di Ellie. “Sono passato adesso” le faccio notare, abbassandomi per darle un bacio sulla guancia. “Veramente dovrei andare anch’io” Sam dice mentre mi avvio verso la porta. “Certo” Alex si riprende. “Prendo le chiavi e ti porto a casa.” “Ce la porto io” dico di getto. Alex mi guarda dubbioso. “Che c’è? Sono di strada.” Non è vero che sono di strada, casa sua è dalla parte opposta, fuori dalla cittadina. Ora è Ellie a guardarmi. “Ci vediamo domani a scuola, Justin” Sam lo saluta. “Ti accompagno fuori” lui dice mentre entrambi mi passano accanto dirigendosi verso l’esterno. “Lo stai educando bene” dico ad Alex guardando Justin accompagnare Sam verso il mio pick up. “Tutto suo padre” Ellie dice con orgoglio. “Ma torniamo a noi, tu che dai un passaggio a casa?” “E allora? Sto uscendo, lei deve tornare a casa, è uno dei miei migliori giocatori…” “Ehi!” Alex mi riprende subito. “Che diavolo di problema avete?” Mi agito prima di uscire anch’io all’esterno. “Abbiamo finito, qui?” Chiedo raggiungendo l’auto e aprendo lo sportello per Sam. Lei saluta Justin con la mano ed entra nel mio pick up, richiudo la portiera e vi poggio contro i fianchi, fronteggiando Justin. “Non avevi una ragazza?” “Che vuoi dire?” “Non te la facevi con una della tua scuola?” “Io non me la faccio con nessuno. È solo un’amica.” Lo scruto per bene. “Un’amica.” Justin scrolla le spalle. “E lei?” Indico con la testa l’auto. “Anche lei è un’amica.” “Quante amiche abbiamo, Brennan?” “Fai sul serio?” “Mai stato più serio di così.” Mi sollevo dalla fiancata e mi avvicino a lui. “Non tutte le amiche sono uguali, Justin, questo tuo padre dovrebbe avertelo spiegato.” “Non lo so se è quel tipo di amica.” Annuisco lentamente. “Be’, vedi di non combinare casini o te la vedrai con me.” “Che c’entri tu con lei? Non sei mica suo padre.” Una fitta si irradia dallo stomaco fino alla gola attraversando prima tutto il torace. “Sono un amico di sua madre.” Justin solleva lo sguardo su di me e mi scruta con attenzione. Non batto neanche le palpebre. Sono bravissimo a mantenere il controllo. “Siete amici come lo erano papà ed Ellie?” Questo ragazzo sta venendo su anche troppo bene e soprattutto troppo velocemente, sarà l’influenza di Ellie, dubito che la sua perspicacia provenga dai geni di Brennan. No Justin, non siano come tuo padre ed Ellie e non lo saremo mai. “Ci vediamo, ragazzino” gli dico senza rispondergli, apro lo sportello e salgo in auto. “Hai allacciato la cintura?” Chiedo poi a Sam. “Sì, coach.” Coach. Le regalo un mezzo sorriso e poi metto in moto diretto verso casa sua, ignorando l’amarezza che provo ogni volta che mi chiama così. “Non è di strada” dice dopo pochi minuti. “Cosa?” “Casa mia. Non ti è di strada” rimarca senza guardarmi. Prendo un bel respiro. “No.” Non la guardo neanch’io e non solo perché sto guidando. “La mamma sarà felice di vederti” dice con quell’innocenza che solo i bambini hanno, mentre inizio a sentire qualcosa sbattere con insistenza nel petto, con la chiara intenzione di sfondare tutto quello che è rimasto.

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