“Vedo che stai meglio” Sam mi dice sulla porta del bagno. “Non si usa bussare?” “Non eri malata?” “Lo sono ancora.” “Ma ti sei fatta una doccia.” “Quando uno sta male è autorizzato a non lavarsi?” “Non prenderai freddo?” “Mi asciugo subito, cosa vuoi che sia.” “Non so, ieri stavi così male, oggi sembri… Rinata.” La guardo attraverso lo specchio sul lavandino. “Stai per caso cercando di dirmi qualcosa?” “Io no. E tu?” “Cosa sei un avvocato?” “Mi sembra solo strano, ecco.” “Che io mi sia lavata?” Scrolla le spalle ma continua a guardarmi. E ora come glielo dico? “Il coach sta passando.” “Il coach.” “Sì, Reid.” “E perché lo chiami coach?” “Non è il tuo coach?” “Sì, ma non il tuo.” “Siamo particolarmente polemiche per qualche motivo che ignoro?” “E tu sei così misteriosa per qualche motivo che penso?” Mi volto verso mia figlia continuando a tenermi al lavandino. “C’è qualche problema con il fatto che Reid venga qui, tesoro?” “Non ho mai avuto problemi.” “E allora perché tutte queste domande?” “Non lo so, mi sembri strana.” “Sono ancora un po’ scombussolata, ma la febbre è scesa e mi sto riprendendo. Domani tornerò al lavoro.” “Okay.” “Reid ha chiamato per sapere come stavo, non mi ha trovata in hotel.” “E non è abituato.” “Esatto.” “Quindi ti ha detto vengo da te?” “Ha chiesto se ci faceva piacere un po’ di compagnia, ha detto che avrebbe portato la cena e così…” “Va bene, mamma. Non devi giustificarti.” “Davvero? Perché fino a qualche minuto fa mi sembrava il contrario.” “Non era mia intenzione.” “Allora, se è tutto a posto…” “Certo, ti lascio sola.” Sam scompare nel corridoio e io mi volto di nuovo verso lo specchio. Non mi piace quello che vedo, una madre che nasconde a sua figlia che… Che… Che cosa? Cosa le sto nascondendo? Che Reid e io… Oh mio dio. Reid e io. Il divano, la sua bocca, le sue mani… E quello che ha detto. Il modo in cui lo ha detto. Se solo ci ripenso adesso mi sembra di sentire ancora il suo alito caldo sul collo o di sentire le sue parole scorrermi addosso. Non mi sono mai sentita così desiderata in vita mia. E non mi sono mai sentita così al sicuro come tra le sue braccia. Ed è inutile che cerchi di calmarmi, di mentire a me stessa e a mia figlia, di pretendere di non pensare a quello che mi ha chiesto. Reid vuole me. E mi vuole e basta. Vuole tutto questo e io, io non posso fare a meno di sperare che continuerà a volerlo e che non sparirà anche lui nella nebbia di una fredda e piovosa notte di dicembre, lasciandomi sola con una bambina da crescere e con una vita a pezzi da rimettere insieme.
Quando torno di là dopo essermi vestita e asciugata i capelli trovo Reid seduto comodamente sul mio divano accanto a mia figlia. “Eccoti” Sam mi vede subito. “Abbiamo già apparecchiato.” Reid si alza, infila le mani nelle tasche e abbassa la testa ma non lo sguardo, quello ce l’ha inchiodato sulla mia bocca. Come la vedo male questa serata. “Ciao.” Mi sorride furbo. Maledetto. “Ciao.” “Come ti senti?” “Meglio, grazie. Domani torno al lavoro.” “Sicura di farcela?” “Era solo uno stupido colpo di freddo, non si può neanche definire influenza.” “La mamma non si ammala mai” Sam dice orgogliosa alzandosi e avviandosi verso la cucina, non fa neanche in tempo a sparire all’interno che Reid mi è già addosso. “Sto per avere un infarto.” “Cosa?” Lo guardo divertita ma passa subito, il tempo di sentire le sue dita scivolare lungo il mio braccio per prendermi la mano. Se la porta sul petto. “Sta per scoppiare tutto qui dentro.” “Non ti facevo un tipo così sensibile.” “Non ho fatto che pensarci.” “A cosa?” “A questa” mi sfiora le labbra e io quasi perdo l’equilibrio. “Non resisterò a lungo.” “Non possiamo dirglielo, non se non siamo sicuri di quello che stiamo facendo.” “Non farmi fare questo per altri dieci anni, ti prego.” “Lo meriteresti” lo sfido. “Hai ragione ma tu risparmiami, sii generosa.” “E cosa ci guadagno?” “Se tu sarai generosa con me e mi risparmierai, io sarò generoso con te, moltiplicato per tre.” Lo guardo divertita. “Non farmi dire altro, c’è una minorenne in cucina.” “E allora tu allontanati, mi confondi così.” Fa un paio di passi indietro dandomi la possibilità di riempire di nuovo i polmoni. “Buono a sapersi” dice con un ghigno, prima di raggiungere mia figlia in cucina. E tutto quello a cui riesco a pensare è che devo assolutamente sopravvivere a questa serata, perché voglio sapere cosa succede quando Reid Johnston ti restituisce un favore con gli interessi da lui calcolati.
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...