“Quest’albero è davvero enorme” Darcy commenta. “Più grande di quello che papà ordina per l’hotel.” “Non è vero” minimizzo, mentre apparecchio la tavola. “Hai visto?” Sam commenta eccitata. “Reid ci ha portate a sceglierlo, poi lo ha caricato sul suo pick up e lo ha portato in casa, lo ha messo su e mi aiuterà a decorarlo. E dopo Natale io lo aiuterò a piantarlo in giardino.” “Sembra che qualcuna qui si sia presa una cotta” Darcy commenta sottovoce. Sam non l’ha sentita, è troppo impegnata a sognare a occhi aperti. “Smettila” le dico tra i denti. “Non posso smettere di fare supposizioni fino a quando tu non mi dirai come stanno le cose.” “Possiamo solo goderci la serata?” Le dico, mentre torno in cucina per versarmi un altro bicchiere di vino. Darcy mi segue e si ferma accanto a me, poi prende il mio bicchiere e fa un paio di sorsi. “Quando è successo?” Mi affaccio verso il salotto, Sam ha acceso la TV e si è seduta a terra davanti al camino. “Non lo so, è successo e basta.” “Ed è una cosa seria?” Sospiro di emozione e poi annuisco. “Non so cosa dire.” “Potresti dire che sei felice per me.” “Pensi che non lo sia?” “Non lo so, sembri strana riguardo questa cosa.” “Mi dispiace, non era mia intenzione.” “Cos’hai contro Reid?” “Niente.” “E allora perché fai così?” Darcy sospira e mi prende le mani. “Sono solo preoccupata.” “Non sono più una ragazzina inesperta.” “Lo so.” “E Reid non è Trey.” “Scusa, non avrei dovuto fare la stronza.” “Va bene.” “Voglio solo proteggerti.” “Non sono una bambina.” “Ma io sono sempre tua sorella maggiore” mi accarezza i capelli e poi li sposta dietro il mio orecchio. “E non posso farne a meno.” “Sono cresciuta e me la cavo.” “Lo vedo” finalmente sorride. “E sei così bella.” “Smettila” dico in imbarazzo. “E in forma, cavolo” mi guarda e poi torna sul mio viso. “Faccio sport quando posso. Surf e trekking.” “E come… Sì, insomma…” “Protesi nuova” la indico. “Fatta a posta per me. La uso da sette, otto mesi ormai. Ultimo prodigio della medicina e della tecnologia.” Darcy mi sorride tenera. “Sono felice che tu stia così bene. E Sam poi… È sempre più sveglia.” “Lo è.” “Mi dispiace se non ci sono stata” dice poi. “Sei qui ora, però.” “E non me ne andrò fino a quando non mi sarò assicurata che mister gioia portami via abbia intenzioni serie, o dovrà vedersela con me.” Rido e scuoto la testa prima di versare un altro bicchiere per me e uno per lei. “Starò da Silas.” Per poco non mi verso il vino sulla mano. “Da Silas?” “Non mi sembrava il caso di stare da papà.” “Potevi stare da noi.” Mi guarda sollevando un sopracciglio. “Non mi va di starti tra i piedi.” “Cosa diavolo dici? Perché dovresti starmi tra i piedi?” “Meglio che tu e Johnston abbiate un po’ di privacy.” “Guarda che non vive qui.” “Ma frequenta questa casa.” “Certo. E io abito con mia figlia, lo hai dimenticato?” “E poi non ci stiamo neanche simpatici.” “Magari sarebbe l’occasione giusta per conoscervi meglio.” Scrolla le spalle. “Silas ha detto che va bene.” “Ti butterà fuori dopo tre ore di convivenza.” “Tentare non nuoce.” Prende il suo bicchiere e fa un sorso. “Ma ci sto, a conoscere meglio Johnston, magari non è così male come ricordo.” “Non lo è affatto.” “Se mia sorella e mia nipote si sono innamorate di lui…” Sorrido sentendo le guance arrossire. “Gli darò una possibilità.” “Ti ringrazio.” “A piccole dosi però, perché non so se posso farcela.” “Potresti iniziare venerdì.” “Mmm?” “C’è una serata in musica.” “Musica.” “Sì” Sam entra in cucina e nella conversazione. “Tutti i venerdì Reid suona al Veldons.” “Davvero?” “Insieme ad Alex, Andy e Shane. E noi siamo state invitate e ci sarà anche Justin.” “Justin il figlio di Alex Brennan?” Mia sorella chiede conferma. “Ah ah.” Mi guarda in attesa di una spiegazione. “Sono amici, vanno a scuola insieme e giocano a GAA insieme.” “E Reid è il nostro coach” Sam aggiunge. “Tutto in famiglia” Darcy commenta. “È una piccola città.” “Troppo piccola” dice, mandando giù un altro sorso. “Allora, verrai anche tu con noi?” Sam le chiede. “Non lo so, una serata al Veldons…” “Dove ci sono i fratelli Veldons” aggiungo io, nascondendomi poi dietro al mio bicchiere. “Non sei divertente” Darcy mi riprende. “Tanto prima o poi lo incontrerai lo stesso.” “Tanto prima o poi qualcuno lo metterà sotto con la sua auto.” “Devi prima avercela.” “Posso prendere in prestito quella di Silas, così la colpa ricadrà su di lui e io mi sarò liberata di entrambi in un colpo solo.” “Non è tanto male.” “Cosa? Il mio piano? È perfetto.” “Parlo di Brian.” “Hai litigato con Brian, zia?” Sam chiede innocente. “Come devo rispondere a questa domanda?” Darcy chiede aiuto a me. “Qualcosa del genere” prendo io la parola. “Hanno avuto un diverbio da ragazzi.” Darcy si lascia sfuggire una risata di stizza. “E non avete mai chiarito?” “Non ci penso proprio” Darcy afferma risoluta. “A me piace Brian, è simpatico come suo fratello” Sam dice e Darcy finisce il bicchiere per non doverle dare una delle sue risposte. Le passo subito il mio ancora a metà di modo che ingoi ogni sillaba fino in fondo. “Forse adesso potete sistemare le cose, se sono passati tanti anni, no? La mamma dice che non fa bene portare rancore a lungo e che non si sa mai come possono andare le cose nella vita, non si deve perdere tempo ad avercela con qualcuno.” “Ti ha detto proprio così?” Sam annuisce. “Al massimo puoi non rivolgergli la parola” suggerisco. “Questa soluzione già mi piace di più” finisce anche il mio bicchiere. “Tanto sono sempre in tempo a passare alla prima idea.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...