Scendiamo dall’auto e raggiungiamo di corsa l’entrata del locale sotto la pioggia battente, spalanco la porta per trovare riparo in fretta e la musica che proviene dalla sala grande ci colpisce subito, insieme al calore, al profumo di carne e alle voci dei clienti che cantano a squarciagola dietro la band. “Però” Darcy commenta, scrollandosi di dosso la pioggia. “Me lo ricordavo più vuoto.” “E anche più depresso” Silas aggiunge. “Ripetimi un po’ perché sei venuto anche tu?” Darcy gli chiede. “Potrei farti la stessa domanda.” “Io invece mi chiedo perché mi sono negata il piacere di una bella serata portandovi entrambi con me.” “Scusa” Silas dice subito. “Terrò i miei commenti per me.” “Sarebbe gradito, grazie.” “Ho visto Justin” Sam mi dice, tirandomi per la manica della giacca. “Posso andare da lui?” “Certo, ma…” Prima che possa finire la frase si è già infilata tra la gente. “Li tieni d’occhio, vero?” Darcy mi chiede. “Hanno dieci anni, Darcy.” “E poi parliamo del figlio di Brennan” Silas aggiunge. “La volete piantare tutti e due?” Mi volto guardandoli entrambi. “Potevate anche starvene a casa se dovevate venire qui solo per prendere in giro la mia vita.” “Non volevamo farlo” Darcy si giustifica. “Be’, invece lo state facendo e non mi piace. Se siete qui per giudicare, potete anche prendere la macchina e andarvene” gli do le mie chiavi. “Sam e io troveremo un altro modo per andare a casa.” Li lascio entrambi ancora davanti all’entrata mentre con il viso viola dalla rabbia vado in cerca di mia figlia. La trovo nella sala grande, a un tavolata occupata dalla famiglia Brennan al completo. “Ehi!” Ellie si alza in piedi quando mi vede e mi abbraccia. “Che bello vedervi qui.” “Reid ci ha invitate” Sam dice subito ed Ellie sorride ancora di più. “Vieni, c’è posto.” Mi siedo con loro e saluto la mamma e il nonno di Alex. “Venite qui tutti i venerdì?” “Più o meno sì. Per te è la prima volta?” Annuisco. Ellie si avvicina al mio orecchio. “Emozionata?” “Un po’” ammetto. “Ora dovresti proprio girarti” mi dice poi. La guardo perplessa. “Fidati” indica con un dito alle mie spalle e io seguo il suo consiglio, in tempo per vedere Reid avvicinarsi a noi insieme ad Alex, con le mani infilate nelle tasche e con un sorriso che gli attraversa il viso per intero. “Sai” Ellie dice sottovoce. “Non l’ho mai visto così.” “Così come?” Ellie sospira. “Felice.” Il mio cuore inizia a rimbombare con forza nel mio petto e nella mia testa. “Signore” Reid fa uno stupido inchino. “È un piacere avervi qui.” “Grazie per averci invitate.” “Posso farvi portare qualcosa? Conosco i tizi che lavorano in questo posto.” “Quelli purtroppo li conosciamo tutti” Alex commenta. Reid mi tende la mano e io l’accetto mettendomi in piedi. “Vuoi venire con me al bancone?” “Certo” sorrido come una stupida a sentire il suo pollice che accarezza il dorso della mia mano. “Torno subito, tesoro” dico a Sam. “Tranquilla” Ellie parla. “Ti aspettiamo qui.” Seguo Reid al bancone dove c’è Brian, di mia sorella e mio fratello neanche l’ombra. Forse hanno accettato il mio consiglio e sono tornati a casa. “Hai mangiato?” Mi chiede guardandomi. “No.” “Ehi, Veldons!” Reid dà una voce a Brian che si avvicina a noi. “La signora vorrebbe qualcosa da mangiare.” “La signora dovrebbe frequentare posti più raccomandabili.” Rido mentre Reid gli rivolge il dito medio. “E anche persone” Brian aggiunge. “Cosa posso portarti?” “C’è mia figlia al tavolo con i Brennan, puoi farle fare un hamburger?” “Certo, lo dico subito in cucina. E per te?” “Per me…” Guardo veloce il menu sul bancone. “Questo con il pollo.” “Perfetto.” “Ehi, aggiungici delle patatine, non come fai di solito, non fare il taccagno.” “Vaffanculo, Johnston, non devi suonare?” “Sono in pausa. Sono qui per bere qualcosa.” “Aspetta il tuo turno.” “È sempre il mio turno.” Brian sbuffa. “Non lo sopporto più, mi credi?” Rido ancora mentre Brian prende due boccali alle sue spalle. “Lager per tutti e due?” Reid mi guarda. “Perfetta.” “Per Sam una Coca va bene?” “Sì, grazie.” “Arriva tutto.” Brian ci lascia soli e Reid si avvicina a me, si china sul mio viso, prendendolo fra le mani e poi preme la bocca sulla mia. “Dio, come mi mancava” strofina le labbra sulle mie. Poi torna a baciarmi, stavolta più profondo. Dischiudo le labbra e la sua lingua scivola sensuale in cerca della mia. Mi lascio baciare da Reid Johnston nel mezzo del locale in cui c’è tutta la cittadina, tra le urla e le risate dei clienti, tra il rumore di bicchieri che sbattono sul legno, tra il calore della sala e del mio corpo che s’infiamma stretto contro il suo. Il suo ginocchio tra le mie gambe, le sue mani tra i miei capelli, le mie dietro la sua nuca. “Ehm… Le birre” Brian ci dice comparendo tra di noi. “E comunque l’attrazione della serata doveva essere la musica.” Scoppiamo a ridere costretti a staccarci, mentre Reid torna a sedersi sul suo sgabello. Alle sue spalle, a qualche sgabello di distanza, ci sono mia sorella e mio fratello che hanno assistito alla scena. Silas alza un boccale nella mia direzione in segno di assenso. “Cosa c’è?” Reid mi chiede. “C’è la mia famiglia stasera.” Reid si volta, poi torna su di me. “Dirò a Brian di aggiungere un tavolo accanto al nostro” dice con naturalezza, prima di bere qualche sorso. Io lo guardo, lui, così bello e risoluto, così stoico, così naturale e spontaneo. Così sexy e passionale. Così speciale. Lo guardo e stento a credere che un uomo come lui abbia aspettato me per tutti questi anni, che abbia amato me per tutti questi anni e che non abbia mai smesso di crederci, al contrario della sottoscritta. “Perché mi guardi così?” Chiede curioso. “Non hai idea di quanto ti sto amando in questo momento, Reid.” “Ah sì?” Annuisco con le lacrime che tremano in gola. “Mi piace sentirtelo dire.” “E a me piace dirtelo.” “E a me piacerebbe non sentire tutto questo, ma i piatti sono pronti.” Brian posa due piatti sul bancone. “Questa la pagherai, Veldons” Reid lo minaccia. “Per favore, non fai paura a nessuno, non dopo quello che ho sentito.” Reid annuisce lentamente, poi dà un’occhiata alle sue spalle e vedo già il sorriso della vittoria comparire a un angolo della sua bocca. “Sai, Brian…” Si alza in piedi prendendo il suo boccale. “Credo che ci siano dei clienti da servire lì in fondo.” “Che?” Brian chiede confuso. Reid indica alla sua destra e Brian segue il suo dito prima di nascondersi di scatto sotto il bancone. “Sei un maledetto bastardo, Johnston!” “Il problema, Brian, è che non puoi immaginare fino a che punto.”
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the good man
AcakC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...