Quando in tarda mattinata mi ha chiamato per dirmi che non ce l’avrebbe fatta a venire agli allenamenti e che Sam sarebbe venuta con Silas ho temuto che potesse sentire il mio sollievo attraverso il telefono. Dopo l’incontro con il bastardo di questa mattina e la chiacchierata con Andy, credo di non avere la forza di mentire a nessuno, figuriamoci a lei. Ci ho provato però. Le ho detto che oggi ero impegnato, affari di famiglia, che mio padre aveva bisogno di me, che probabilmente avrei fatto tardi, che c’era qualcosa da aggiustare, che non potevo rimandare e che mi dispiaceva non poter andare da lei. Quest’ultima non era una bugia, ma ha importanza? Le ho mentito e mi sento una merda, più di quanto non lo sia già. Non so se mi abbia creduto, al telefono la sua voce sembrava normale. Quindi mi ritrovo con mezzo pomeriggio e una serata davanti tutta da soffrire, in solitudine, a ripensare ai miei errori, a calcolare il peso delle mie azioni. Non esiste. Invece di svoltare verso la proprietà della mia famiglia faccio inversione e mi dirigo in fretta a casa di mia sorella, prima che io abbia davvero a che fare da solo con i miei pensieri. Quando parcheggio nel vialetto vedo la porta della veranda aprirsi ed Ellie mettere il naso fuori. Mi affretto a raggiungerla prima che prenda freddo e la faccio rientrare subito in casa. “Che modi!” Si lamenta. “Abbiamo fatto tanto per non farti prendere l’influenza, vuoi ammalarti proprio adesso?” Ellie alza gli occhi al cielo mentre io mi sfilo la giacca. “Alex e Justin sono andati al cinema.” “Ah davvero?” Faccio il finto tonto. “Non me lo aveva detto.” Alex è venuto a prendere Justin e mi ha detto che sarebbero andati entrambi al cinema, mi ha anche detto che Ellie non sarebbe andata perché inizia a diventare difficile per lei stare seduta per troppo tempo e mi ha invitato ad andare con loro. Ovviamente ho rifiutato. Io al cinema con due ragazzini? Non scherziamo. “Non vi siete appena visti al campo?” “Di sfuggita…” Ellie mi guarda poggiando le mani sui fianchi. “Che c’è?” “Non è per la storia di ieri, vero?” “Che storia?” “Non sei qui per rifiutare.” “Perché, posso?” “Reid!” “Rilassati, Ellie, non sono qui per quello.” Si siede su una poltrona davanti al fuoco, accanto ce n’è un’altra vuota, presumo per Alex. Non le avevo notate prima, forse sono un nuovo acquisto. O forse Ellie sta cercando di ricreare qualcosa che ci è stato strappato via troppo presto e che nessuno sarà mai in grado di rimpiazzare. Ce la vedo Ellie come la mamma, le somiglia tantissimo, soprattutto ora che è incinta. Mi ricorda la mamma quando aspettava lei. “Perché mi guardi così? Mi stai facendo paura.” Vado a sedermi sulla poltrona accanto e poi la guardo. “Le somigli così tanto.” Gli occhi di Ellie diventano subito lucidi. “Davvero?” Annuisco. “Soprattutto adesso.” Ellie mi sorride e mi prende la mano. “Cosa c’è che non va, Reid?” “Non posso dirtelo.” “Non mi tranquillizzi così.” “Non è qualcosa che ha a che fare con te. Non è qualcosa che tu puoi sistemare.” “Non sono io quella in famiglia che sistema tutto.” “Questa non la posso sistemare neanche io.” “È così grave?” “Molto.” “E credi di non poter esser perdonato?” “Io non lo farei.” “Tu sei intransigente, magari qualcun altro lo è meno.” “Qualcun altro crede che io sia leale, che non dica o faccia cazzate, che non menta e non inganni nessuno.” “E non è così?” Scuoto la testa. “Sono esattamente quello che odio da sempre. Ne sono l’esempio lampante.” “Non ci crederei neanche se lo vedessi con i miei occhi.” “La gravidanza ti ha reso troppo buona.” “Conosco i miei fratelli. Conosco la mia famiglia. E per lei metterei entrambe le mani sul fuoco.” “Forse con Shane ti andrebbe bene ma con me ti bruceresti.” “So quello che dico, come sono sicura che sei troppo duro con te stesso, come lo sei sempre stato. Sono convinta che ci sia sempre una via d’uscita e che tu troverai il modo di rimediare.” Le sorrido con affetto. “Sono felice che tu sia venuto qui.” “Sono felice anche io.” “Inizi a mancarmi un po’ troppo, non ci vediamo come una volta.” “Ti ricordo che sei stata via parecchio, Ellie.” Sospira. “Lo so.” “È stata dura, sai? Per Shane e papà.” “E per te? Lo è stato?” “Ovviamente no, io non sento la mancanza di nessuno.” Ellie ride ma non controbatte. “A volte ti sento così lontano” scuote piano la testa. “E altre, ti sento così estraneo. Mi chiedo quante cose non so di te, Reid.” “Sono una persona riservata.” “Vorrei che non mi tenessi fuori dalla tua vita.” “Tu sei anche troppo dentro, fidati.” Fa una pausa di alcuni secondi. “Vorrei che mi avessi detto di lei.” Sorrido amaro. “Che ne dici se chiamiamo Shane e ci regaliamo una delle nostre serate speciali? Alex e Justin si tratterranno fuori a cena, sono sola per tutta la sera.” “Non siamo un po’ cresciuti per certe cose?” La sua mano stringe la mia. “Io non sarò mai abbastanza cresciuta per una serata alla Johnston. E non sarò mai abbastanza lontana per te.”
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the good man
De TodoC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...