51 Sloan

4 0 0
                                    

“Èdavvero meraviglioso, Ellie.” Mi guardo intorno ancora. La sede dell’azienda che Ellie ha messo su ha qualcosa di particolare, non sembra solo un ufficio, sembra che trasudi tradizione e innovazione, conservazione e voglia di sperimentare. Sembra proprio fatto per lei. Ellie è la più giovane del fratelli Johnston e anche quella più ribelle. Non ha fatto altro che scappare il più lontano possibile da qui e tornare, fino a quando non ha trovato qualcosa per cui valesse la pena restare. Tutti nella cittadina sanno dei suoi colpi di testa come tutti sanno che Alex è sempre stato innamorato di lei. Diciamo che nessuno si aspettava un finale diverso per loro. “Grazie, amo questo posto. E non solo perché è la sede della mia azienda.” Le sorrido. “Sembra speciale.” “Lo è, sono i Brennan a renderlo tale.” “Sembrate nati per stare insieme.” “Lo credi davvero?” Si siede su una delle sue poltrone girevoli, le mani sulla pancia. “Assolutamente.” Mi siedo anche io, proprio di fronte la grande vetrata che dà sulla proprietà dei Brennan. “È stato Alex a far mettere le vetrate, voleva che ci fosse tanta luce ed è stato lui anche a scegliere la posizione. Da qui posso vedere i posti che amo di più. Quelli in cui giocavamo da bambini e quelli in cui… Be’, in cui siamo stati non più tanto bambini” ride e io con lei. “Ho passato tanto tempo in questa casa, sai? Anche Shane e Reid.” “Siete amici da sempre.” “Quando sono nata io loro lo erano già” guarda verso l’esterno, poi continua. “Anche tu e Reid siete amici da tanti anni.” Mi aspettavo che avrebbe parlato di suo fratello. “Vostro padre rifornisce l’hotel della mia famiglia da decenni.” “È vero, ma questo non vuol dire molto, non credi?” La guardo curiosa. “Anche Shane è mio fratello.” Ho capito dove vuole arrivare. “Reid è…” Sospiro, non so se posso parlarne con sua sorella. “Si preoccupava sempre.” Ci rifletto alcuni istanti, poi decido di andare avanti. “Ha iniziato a preoccuparsi per me quando mi ha difesa da un gruppo di ragazzi della scuola. Mi stavano prendendo in giro perché avevo difficoltà a salire i gradini dell’autobus.” “Tipico di Reid.” “Già” sorrido tirata. “I ragazzi sanno essere crudeli.” “Non immagini quanto. A volte mi sembra ancora di sentirli. Mio padre voleva che studiassi a casa, ma io non volevo cedere. Non volevo che tutti decidessero della mia vita, capisci?” La guardo e lei mi sorride. “Vivere qui non è sempre così bello.” “Affatto. Quando andavo in città li sentivo, sai? I loro commenti” scuoto la testa per scacciare via i ricordi ma ormai sono lì, sono pronti a venire fuori. “Mi chiamavano la storpia.” Lo dico, non fa meno male, anche se a dirlo sono io. La mano di Ellie si posa sulla mia gamba. “I bambini non volevano giocare con me, non ero indipendente, non potevo correre, andare al parco. E i genitori si sentivano in imbarazzo ad avermi intorno, non sapevano come comportarsi. Non riuscivo a far capire alle persone che non c’era un modo in cui comportarsi e che non c’era niente da evitare. Ero semplicemente io.” “Posso chiederti come hai fatto a prendere una decisione del genere?” “Sono nata così, le avevo entrambe le gambe ma una non si è formata come l’altra.” Guardo la protesi mentre le immagini della mia infanzia si ripresentano davanti agli occhi. “Abbiamo provato con le operazioni. Ne ho fatte quindici.” “Oh mio dio” Ellie si copre la bocca con la mano. “Hanno provato a ricostruire.” Trattengo una lacrima che non voglio lasciare andare. “Ma la situazione non sarebbe cambiata di molto. Sarei stata sempre la storpia.” “Mi dispiace.” “I medici dicevano che con gli anni e altri interventi, con l’aiuto di scarpe particolari, con le stampelle, avrei potuto quasi camminare. Ma a me il quasi non bastava, Ellie.” La guardo, i suoi occhi sono lucidi. “Io volevo correre, nuotare, fare arrampicata, fare surf… Volevo tutto. Durante una visita un medico che veniva da Chicago mi ha parlato della possibilità di farmi amputare la gamba. Non ci ho pensato due volte, Ellie. Ho capito subito che era l’unico modo.” “Quanti anni avevi?” “Quindici.” “Eri poco più di una bambina.” “Una bambina che aveva già subito quindici interventi, che passava le sue giornate a fare riabilitazione. Una bambina che guardava la vita dalla finestra.” “Hai fatto una scelta coraggiosa.” “Ho dovuto attendere altri due anni prima di convincere mio padre. Gli avevo detto che a diciotto anni lo avrei fatto comunque, con o senza il suo consenso.” “Non riesco a immaginare cosa hai dovuto passare.” “Sto bene, è stata la decisione migliore che abbia mai preso. L’ultima operazione l’ho affrontata a diciassette anni. È stato doloroso e il percorso di riabilitazione fisico e psicologico duro e tutto in salita, ma a diciotto anni camminavo. Io camminavo da sola, Ellie. E una volta iniziato a camminare volevo anche volare” e mentre lo dico mi rendo conto di cosa volesse dire Reid quando mi ha detto perché quella sera non ha voluto fare l’amore con me. Ellie mi guarda con gli occhi enormi, trasportata dal mio racconto. “E nel frattempo è arrivata Sam. E poi, be’, il resto. Ma l’ho fatto, l’ho fatto insieme a lei. Ho iniziato a informarmi, a fare ricerche sulle protesi più all’avanguardia, sui materiali di nuovo uso, sui progressi della scienza e della medicina.” “Ti sei ripresa tutto.” Quando lo dice, con quell’espressione tenera e con gli occhi accesi, mi ricorda suo fratello e il modo in cui mi parla di me. “Sì, l’ho fatto. Forse anche di più.” “Sono felice di sentirtelo dire.” “E io sono felice di aver avuto questa conversazione con te.” “E dimmi, a mio fratello tutte queste cose le hai dette?” “Tuo fratello sembra sapere sempre tutto.” “Questo è uno dei suoi peggiori difetti ma sai cosa? La maggior parte delle volte è davvero così, ma non dirglielo o gongolerà per mesi.” Sorrido e lei mi stringe la mano. “Ti sei resa conto, vero, che lui è innamorato di te?” “Perché, Ellie?” Le chiedo di getto. “Perché è innamorato proprio di me?” “Perché non dovrebbe?” “Non credo che lui lo sia mai stato.” “Oh tesoro.” “Non credo che qualcuno lo sia mai stato. E Reid è così bello e buono e divertente e hai visto come guarda mia figlia?” Ellie si avvicina e mi accarezza il viso. “Oh sì che l’ho visto.” “È davvero possibile che un uomo come lui sia innamorato di una come me?” Non dovrei porre certe domande proprio a sua sorella, ma non ho molte amiche e le mie di sorelle sono chissà dove, e parlarne con Silas è fuori discussione. “Te l’ho detto, Sloan. Ti stai riprendendo tutto quello che ti è stato tolto e questo è esattamente ciò che ti spetta.”

the good manDove le storie prendono vita. Scoprilo ora