40 Reid

3 0 0
                                    

Ricordate il problema che ho con i cambiamenti? Vale sempre, quello non cambia –scusate lo stupido gioco di parole – quindi niente mi fermerà dal presentarmi all’albergo per la mia consegna, a parte la polizia, nel caso dovesse chiamarla, sempre per la storia dello stalkeraggio prolungato, ma Sloan è buona, è dolce e sensibile, come ha detto Alex – aspettate un attimo, cosa ne sa Alex di quanto sia dolce e sensibile Sloan? Okay, Reid, non perdere di vista l’obiettivo, resta concentrato, se perdi questo match ho paura che non ti sarà più permesso mettere piede in campo. Quando ad accogliermi è Seamus Kylemore in persona capisco subito di trovarmi in guai molto più grossi di quelli che pensavo. “Johnston” mi saluta – forse, o forse mi minaccia. Se ne sta appoggiato con il gomito sul banco della reception come se fosse in attesa del sottoscritto. Ricordate quando ho detto che tra Silas e me non corre buon sangue? Be’, la cosa vale anche per me e Kylemore senior, più o meno per lo stesso motivo. A nessuno dei due piacciono i coglioni che girano intorno a Sloan, questo per colpa di qualcun altro che ora non mi sembra il caso di tirare in ballo. “Io ho questa.” Gli faccio vedere la cassa. “So benissimo cos’hai.” “La porto da qualche parte o…” “Vieni con me” dice invece, precedendomi verso la stanza interna alle spalle del bancone. “C’è qualche problema?” Non so se faccio bene a chiedere, ma meglio fingersi stupidi che fingersi morti. Chiude la porta e resta alle mie spalle. “Abbiamo finito con questa cazzata della consegna?” Va subito al punto e io sono costretto a voltarmi verso di lui. “Prego?” Fingere sempre, anche davanti l’evidenza. “Da quanti anni?” “Mi dispiace, ma continuo a non capire.” “Okay, allora facciamo così, la renderò semplice per te perché sono vecchio e non ho la stessa pazienza di un tempo.” Deglutisco nervoso. “Quando la smetteremo con la cazzata della consegna? Sappiamo tutti, qui, che non ti occupi tu delle consegne, che avete dei trasportatori e che nessun altro locale o attività riceve questi favori da un Johnston.” Tana per Reid. “Certe consegne preferisco farle io.” “Perché così puoi giocare al gatto col topo con mia figlia?” “Io non sto giocando, signore.” “E allora cosa cazzo stai facendo?” Alza la voce. “Io non credo di doverne parlare con lei.” “Mia figlia ne ha viste abbastanza.” “Su questo siamo d’accordo.” “L’ultima cosa di cui ha bisogno è di qualcun altro che la prenda in giro. Di un’altra testa di cazzo inutile che le giri intorno e che non le dia quello di cui ha bisogno.” “Non è mia intenzione prendere in giro nessuno.” “Hai visto quella ragazzina?” Indica una foto alla parete in cui Sam cavalca un pony. Annuisco. “Non ti permetterò di fare del male a nessuna delle due.” “Io non potrei mai.” “Devo crederti?” “Senza offesa, Seamus, a me basterebbe che mi credesse lei.” Seamus sospira pesante. “Non so cosa sia successo, ma si sta nascondendo nel magazzino da venti minuti, con la stupida scusa di fare l’inventario. Chi cazzo ha voglia di fare l’inventario del magazzino?” “Quello credo sia colpa mia.” “Ma davvero?” Chiede sarcastico. “È stato solo un malinteso.” “E allora vedi di chiarirlo. Ti do solo un’occasione” e così dicendo mi passa una card, una di quelle che Sloan usa per entrare ovunque. “Una sola possibilità” mi ricorda. “E bada bene, ci sono le telecamere nel magazzino.” “Non so cosa dire.” “Non dire niente a me. Dillo a lei. E sistema una volta per tutte questa situazione o giuro che non metterai più piede qui dentro per il resto della tua vita.”

the good manDove le storie prendono vita. Scoprilo ora