31 Sloan

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“Ancora trentanove e mezzo” Reid dice guardando il termometro. “Eppure hai preso due pastiglie. Quanta acqua hai detto che hai preso?” Mi metto giù di nuovo sul divano, sistemando la coperta sulle gambe. “Non lo so, era acqua. Sotto, sopra, di lato…” “Non hai pensato che non fosse il caso?” “No, papà” Mi guarda male. “Ci ho sempre pensato io a me, non vedo perché ti preoccupi così tanto, a dire il vero, non capisco neanche perché Silas abbia insistito a tenere Sam con lui.” “Per evitare che si ammalasse anche lei mentre cercava di curarti?” “E di te cosa mi dici? Chi si prende cura di te quando stai male?” “Ti ho già detto che io non mi ammalo mai. Sono fatto di ferro e roccia.” Rido nonostante la testa stia per esplodere. “E quando hai un problema, che so… Qualcosa che ti affligge? Da chi vai?” “Di solito e purtroppo, sono gli altri a venire da me quando sono afflitti dai mali del mondo.” “Perché sanno che su di te possono contare.” “Perché sono l’unico con un po’ di cervello in grado di risolvere i disastri altrui.” “Perché sanno che sei buono.” “Chi? Io?” Annuisco. “Non hai idea di cosa sono capace, credimi” distoglie lo sguardo. “Devo preoccuparmi?” “Non tu” dice sospirando, poi si mette in piedi e prende il vassoio dal tavolino. “Lascia stare, ci penso io domani.” “Io ho sporcato, io pulisco.” “Reid…” “Faccio in un attimo, tu resta lì.” Appoggio la testa sul cuscino e lo guardo scomparire in cucina, lo sento muoversi, aprire l’acqua, probabilmente lavare i piatti e anche se vorrei con tutte le mie forze restare sveglia, sento le palpebre farsi pesanti e la stanchezza prendere il sopravvento su tutto il resto.

Quando mi sveglio accaldata e agitata trovo Reid seduto sul divano, il mio piede poggiato sulle sue gambe. “Ehi” si solleva posando la mano sul mio polpaccio. “Stai bene?” Scuoto la testa stordita. “Ti agitavi parecchio, non sapevo se svegliarti o no.” “Credo di aver fatto un incubo.” “Sarà stata colpa della febbre. Come ti senti?” “Ho la gola secca.” Si allunga sul tavolino e prende un bicchiere, me lo porge e io lo accetto. “Grazie.” Bevo qualche sorso e poi me lo prende di mano. “Che ore sono?” Reid guarda al suo polso. “Mezzanotte.” “E tu sei ancora qui.” Scrolla le spalle. “Dovresti andare a casa, sto bene.” “Dalla tua faccia non si direbbe.” “Be’, grazie.” Sorride sollevando solo un angolo della bocca mentre io guardo la sua mano ancora sul mio polpaccio. “Che c’è?” Mi chiede, accortosi del mio turbamento. “Non lo so” gli dico sincera. “Ti crea problemi?” Sollevo gli occhi su di lui. “Non lo so” gli dico ancora. Reid annuisce lentamente, poi si muove sul divano avvicinandosi di più a me e facendo in modo che la mia gamba si posi quasi per intero sulle sue. M’irrigidisco subito. “Qual è il problema, Sloan?” “Non mi va che qualcuno mi… Veda.” “Perché?” Sospiro pesante. “Il problema sta qui” si sporge verso di me e con un dito sfiora la mia fronte. “Forse hai ragione, ma vedi… Non è stato facile.” “Non ho mai pensato il contrario.” “Con i ragazzi.” Sento la sua mano premere sulla mia gamba. “Non lo era prima e dopo…” Espiro rumorosamente. “Io ti ho già vista.” Sorrido imbarazzata al pensiero. “E io non sono un ragazzo” dice serio. Fa scivolare via la mano dalla gamba e si dirige verso il fianco opposto, ma la mia mano lo ferma subito. Reid non stacca gli occhi da me, nonostante io gli stia impedendo di andare avanti. Sembra sicuro e determinato, sembra sapere cosa volere. Ho atteso così tanto questo momento e adesso che è finalmente arrivato, non so come gestirlo. “Neanche tu vai d’accordo con i cambiamenti.” Gli sorrido appena. “Eppure ne hai affrontati tanti e tutti da sola e tutti a testa alta.” “È questo quello che pensi?” “È quello che ho visto.” “Mi hai guardata, quindi.” Ora sorride malizioso. “Un bel po’. E quello che ho visto” muove la mano con sopra la mia. “Quello che vedo” lo lascio fare mentre mi accarezza il fianco restando immobile senza avere il coraggio neanche di respirare. “Continua a piacermi.” Si muove ancora sul divano e si avvicina al mio viso. “Sai, qualcuno mi ha detto che bisogna dimostrare alle persone che ci tieni a loro.” “Una persona saggia.” “Non sai quanto.” “Dovresti seguire il suo consiglio.” “E io vorrei farlo, credimi, ma solo se la persona in questione è disposta a lasciarmelo fare.” “E qui sta la parte difficile.” “Io non sono quello che credi, Sloan. Non sono un uomo buono o piacevole, come tu dici. Non sono un santo e non sono una persona facile da… A-amare” lo dice trattenendo il fiato. “Ma una cosa la so” la sua mano sul mio viso. “Io non sono come lui.” Scivola dietro la nuca. “Non sarò mai come lui.” Si avvicina alle mie labbra e io le schiudo tremando. “Vorrei solo che tu ti fidassi di me.” “Solo questo?” Chiedo, mentre le sue labbra sfiorano appena le mie. “Vorrei anche baciarti” sorride. “E non vorrei fare solo quello, spero sia chiaro.” Un brivido mi attraversa la spina dorsale. “Ti ammalerai anche tu se mi stai così vicino.” “Te l’ho detto, io non mi ammalo mai.” “Lo avevo detto anche io e guarda come sono finita.” “In questo caso, credo che correrò il rischio.”

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