La macchina di Shane è già davanti casa di nostra sorella quando arrivo. Non avevo alcuna voglia di passare qui e di prendere parte all’ennesima questione di massima importanza che riguarda la famiglia Brennan-Johnston, non dopo ieri, non dopo la scorsa notte e questa mattina, e non dopo il magazzino. Scendo dal pick up con un peso in più addosso, peso che Silas ha pensato bene di far aumentare con il suo discorso intimidatorio da fratello, discorso che né io né Shane ci siamo mai sognati di fare a nostra sorella – e a questo punto mi chiedo se sarebbe servito a qualcosa – ma poi la vedo tra le braccia di Brennan e mi dico che forse, dopotutto, abbiamo fatto bene a farci i cazzi nostri. “Ehi, dov’eri finito?” Shane mi chiede non appena spingo la porta di casa. “Non ti ho trovato all’uscita.” “Non si usa chiudere la porta, qui?” Cambio immediatamente discorso. “Chi vuoi che venga” Ellie dice con leggerezza. “Le uniche persone che arrivano fin quaggiù siete voi due.” “E questo non ti dice nulla?” “Siamo di buonumore, Reid?” Ellie mi guarda inclinando la testa. “Come sempre.” “Se vuoi qualcosa da bere serviti da solo, sai dov’è il frigorifero” indica la cucina alle nostre spalle. “Che accoglienza” commento mentre la supero dirigendomi verso la cucina dove trovo Brennan ai fornelli. “Che diavolo ci fai tu lì?” Mi guarda di traverso. “Non pensavo fossi in grado. Una cosa è buttare due salsicce su una brace, una cosa è cercare di avvelenare il prossimo.” “Puoi sempre decidere di non mangiare.” “Non pensavo fosse un invito a cena.” “Era implicito.” “E da quando?” Lascia perdere la sua padella e si volta verso di me. “Te ne saresti andato senza mangiare?” “Assolutamente no.” “E allora di cosa stiamo parlando?” “Di cose inutili, come sempre con te.” “Grazie, tesoro” Ellie ci raggiunge in cucina e prende il posto di Alex. “Ora va meglio.” “Sei sicura?” “Passato tutto. Non so perché l’odore della salsa di pomodoro ancora cruda mi faccia questo effetto.” “Okay” le dà un bacio fra i capelli. “Ma se ti venisse di nuovo la nausea…” “Fermi tutti” mi avvicino a mia sorella e le tolgo il cucchiaio di legno da mano. “Non voglio che qualcuno vomiti nella mia cena. Ci penso io.” “Tu?” Brennan solleva un sopracciglio. “Che ci vuole a cucinare due polpette affogate nella salsa.” “Pensavo di fare gli spaghetti.” “Son capace anche di far bollire l’acqua, sapete?” “E tutto sempre per il tuo altruismo innato” Brennan commenta. “Ovviamente.” “In questo caso” si allontana e si dirige verso il salotto dove Shane è rimasto solo. “Grazie, Reid” mia sorella si alza sulle punte e mi dà un bacio sulla guancia. “Vai via, prima di rovinare la mia cena.” “Lo sai che non funziona con me, vero?” “Che?” Infila un braccio sotto il mio e si stringe a me. “Io lo so che sotto tutta questa scorza dura c’è qualcosa di tenero e di amabile.” “E io lo so che la nausea è solo una scusa per non dover cucinare.” Ride e allenta la presa. “Inutile che fai lo stronzo con me, lo so che in fondo sei buono.” “Attenzione a non spargere la voce, allora, non vorrei la fila davanti alla mia porta.” “Non serve la fila, sai? Basta una sola persona.” “Anche perché non amo la folla.” “E cosa ami?” “Ma l’odore del pomodoro non ti dava la nausea?” “Ci sarà pure qualcosa.” Ci sono tantissime cose, Ellie, e vengono tutte da una sola persona. “No. Nulla. Mi dispiace deluderti.” “Il fatto è, Reid, che tu non mi deludi mai, neanche quando fai lo stronzo, neanche quando ci provi con tutte le tue forze.” “Devo insistere, allora.” “Puoi farlo, ma sappi che io ti amerò ancora di più.”
“E la mia punta dov’è?” Chiedo sedendomi a tavola e notando che ci sono solo quattro coperti. “È a casa Brennan” Ellie dice. “Perché questa non lo è?” Shane mi guarda male. “Che ho detto?” “Dovevamo parlare di questioni di famiglia.” “Di famiglia.” “Johnston.” “Mmm…” Rifletto, anzi no, non lo sto facendo, ce l’avevo lì pronta. “Quindi lui è qui perché…” Indico Alex seduto accanto a me. “La vuoi piantare?” Shane mi riprende. “Non riesci a restare serio per cinque minuti?” “Ah perché pensavi che io stessi scherzando?” “Io non li sopporto già più” Alex si rivolge a Ellie. “Ragazzi, per favore. Vi ho fatti venire per una questione importante.” Riempio il mio piatto con una generosa porzione di spaghetti e resto in ascolto. “Dobbiamo prendere una decisione riguardo l’azienda.” “Noi?” Shane chiede sorpreso e sono sorpreso anch’io della sua reazione, di solito quando chiamano me ne hanno già parlato tra di loro e hanno preso una decisione. “Lui non farà mai una scelta.” “Perché non c’è una scelta da fare” Shane dice. Non riesce ad accettare che nostro padre stia invecchiando e che non ce la fa più a star dietro a tutto. Ellie posa una mano su quella di Shane. “Prima o poi accadrà, Shane, e noi non possiamo impedirlo.” “Io dico solo che è presto per parlare di queste cose, nessuno può prendere il suo posto.” “Non si tratta di prendere il suo posto” Alex si inserisce nella conversazione anche se il suo parere non è richiesto. “Si tratta di dare una continuazione alla tradizione di famiglia.” Buffo che sia proprio l’unico senza una J nel cognome a parlare di tradizione. “Rispettare quello che è stato fino a oggi ma dargli anche qualcosa che possa essere un ponte di collegamento verso il futuro, qualcosa che le nuove generazioni possano coltivare.” Mentre Alex parla io mi concentro su mia sorella che guarda suo marito con amore e orgoglio. “E Peter non ha la forza di un tempo, non possiamo negarlo e non ha la mente aperta al cambiamento.” Cambiamento. Una delle parole che più odio. A quanto pare sta diventando una costante della mia vita. “So che la cosa spaventa, ma sono sicuro che voi, insieme, siete in grado di trovare una soluzione e di portare avanti con orgoglio, dedizione e passione il nome dei Johnston.” Curioso che Brennan sia l’unico con le idee chiare a questa tavola. “Non lo so, io non credo di essere in grado” Shane si chiama subito fuori. “E io” Ellie accarezza la sua pancia. “Al momento sono focalizzata su altro.” Lo sapevo che questa serata sarebbe stata l’ennesimo disastro che cade sulle mie spalle. “Non posso farlo solo perché sono l’unico rimasto.” “Sei il maggiore, è più giusto” Shane dice. “Io mi occupo del farro.” “E con questo?” “Non ho doti manageriali e non sono bravo in amministrazione e poi le persone mi odiano e io odio loro.” “A tutto si può rimediare” Alex dice. “A parte sulla questione dell’odio, su quella neanche un miracolo.” Non raccolgo neanche la sua provocazione, sono troppo impegnato a farmela sotto. “Io non…” “Non devi decidere ora, Reid, solo… Pensaci, potrebbe essere la soluzione giusta e potremmo così aiutare papà a godersi i suoi anni di pensione.” “Non sono la persona adatta, Ellie.” “Nessuno lo è all’inizio, lo si diventa con il tempo. E noi” Ellie si guarda intorno, “la famiglia, sarà sempre al tuo fianco.”
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the good man
RandomC'era una volta un uomo burbero e solitario che trascorreva le sue giornate a osservare il mondo circostante senza attirare mai gli sguardi su di sé. C'era una volta un uomo che se ne stava in disparte a immaginare di vivere la vita di qualcun altro...