Capitolo 1

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Finalmente riesco a sentirlo: odore di libertà.
Tutte quelle ore abbandonata alla noia sullo scomodo sedile del pullman ne sono valse la pena.
Mi guardo intorno, in mezzo alla calca di gente qui nella stazione degli Autobus di New York. Ho sete e devo ritrovare i bagagli.
Mi dirigo verso la sezione dei bagagli e finalmente ritrovo le mie valigie.
Riesco a tirarle su e le trascino fino al marciapiede, dove chiamo un taxi.
Porgo all'autista il post-it con su scritto l'indirizzo di destinazione e lui parte, imbottigliandosi nel traffico di New York a mezzogiorno.
Ho passato settimane a programmare questo viaggio, a chiamare ogni numero e rispondere ad ogni e-mail di persone che affittavano appartamenti non molto costosi.
L'altro ieri, finalmente, un certo Jason Scott ha risposto alla mia e-mail, dandomi appuntamento ad oggi alle 12:30 in un bar qui a New York.

Dopo circa mezz'ora, finalmente il traffico diminuisce e il taxista inizia ad imboccare le strade trascurate del Bronx.
Accosta l'auto all'angolo tra due vie, di fronte ad un negozio Starbucks. Perché siamo davanti ad un bar?
Scendo, pago e lo ringrazio.
Guardo il bar di fronte a me, faccio un respiro profondo e decido di entrare.
Sto per iniziare una nuova vita, dovrei essere emozionata, invece ho paura.

Entro e mi guardo intorno, alla ricerca di qualcuno che mi faccia un segnale, come a dire "sono io Jason", ma vedo solo persone intente a mangiare, bere caffè e parlare con altre persone.
Osservo l'ultimo tavolo in fondo, quello più rumoroso, dove un gruppo di ragazzi sta ridendo sonoramente.
Sono troppo impegnata a guardarli, per potermi accorgere del ragazzo che mi viene addosso, facendomi quasi cadere a terra.

Alzo lo sguardo e vedo degli occhi di un azzurro tendente al grigio, così intensi da farmi tremare le gambe.
Il ragazzo mi guarda con un'espressione corrucciata; ha le labbra abbastanza carnose, un cerchietto di metallo sulla narice alla mia destra e un diamantino scuro sull'alta parte del naso; riesco a vedere distrattamente anche dei piccoli cerchietti neri che dilatano di poco i lobi delle orecchie;
la pelle non molto abbronzata, ma piena di tatuaggi; macchie nere d'inchiostro che salgono dallo scollo della maglia fin sul collo, sulla nuca e parte di testa dietro le orecchie. Probabilmente i tatuaggi si estendono anche sulle braccia, ma mi è impossibile dirlo per via della giacca in pelle che gli fascia i bicipiti.
È un gigante, tanto alto quanto massiccio.

<<Guarda dove vai, ragazzina.>> dice frettolosamente, con voce roca, portandosi indietro il ciuffo di capelli neri.
<<Ma..>> faccio per ribattere, ma lui mi passa di fianco e se ne va in tutta la sua altezza, portandosi una sigaretta alle labbra.

<<Sei tu Holly?>> Mi chiede una voce maschile.
Mi volto e mi trovo di fronte un moro dagli occhi nocciola e un sorriso stampato in faccia.
Annuisco.
<<Tu devi essere Jason, vero?>> Chiedo, per conferma.
<<Esatto>> sorride.
<<Seguimi.>> Dice, facendomi un cenno con la mano.
Lo seguo.. all'ultimo tavolo in fondo.

Mi fa sedere di fronte a lui, in mezzo ad altri due ragazzi, che mi fissano, interrompendo il loro discorso.
<<Ehm.. ciao>> mormoro, imbarazzata.

Sono seduta in mezzo a un ragazzo biondo paglia, con i riflessi quasi dorati e gli occhi celesti e un altro che è totalmente l'opposto: capelli neri e occhi di un marrone così chiaro che sembra quasi arancione.
Wow.

Di fronte a me, un ragazzo pallido, quasi quanto i suoi capelli bianchi, mi fissa con due enormi occhi di un luminoso azzurro chiaro.
Mi sorride, ha le labbra rosee e carnose.

Accanto a lui, un ragazzo riccio se ne sta in silenzio a fissare le mani posate sul tavolo, che giocherellano con le bustine di zucchero vuote.
Accanto a quest'ultimo, c'è una sedia vuota spostata indietro.

<<Bene. Allora, Holly, loro sono Seth,>> inizia Jason, indicando il ragazzo con i capelli bianchi, che mi sorride facendomi un cenno col capo. Ricambio il sorriso, timidamente.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora