Capitolo 44

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DYLAN

<<Logan, è enorme! Muoviti!>> Le urla provengono dall'appartamento di Jason e i ragazzi, e riconosco perfettamente la voce di Holland.
Inizio a correre e mi precipito alla porta, dove sento anche la voce di Logan.
<< Tu spostati però! Cazzo.>>

Ok, cosa diavolo sta succedendo?

Sento già i miei polmoni gonfiarsi e le vene pulsare.
Se quel coglione sta facendo qualcosa con Holly, giuro che lo distruggo, non importa da quanto tempo lo conosco.

Spalanco la porta e mi guardo in giro.
Le loro urla si bloccano, dopo l'urlo acuto di Holly, che è in piedi sul divano con in mano la scopa e ora guarda verso di me.
Logan, invece, ha tra le mani entrambe le sue scarpe ed è dal lato opposto del divano, con un piede sulla spalliera e uno sul bracciolo.

<<Cosa cazzo succede?>> Chiedo, perplesso.

<<Dio, menomale che sei arrivato! C'è un coso enorme là, sul muro!>> Mugola Holly, facendo una faccia schifata.
Subito mi rilasso.

Mi avvicino e osservo il muro, nel punto in cui Holly sta indicando con l'indice.

Un gigantesco scarafaggio con troppe zampe è immobile proprio al centro di tutto quel bianco.
Alzo gli occhi al cielo, sospirando.
<< Lanciami una scarpa, Log.>> ordino.
<<Usa le tue!>> Borbotta, sedendosi sul divano.
<<Te lo scordi che uso le mie scarpe per spappolare quella merda!>> Sbotto.
Lui mi lancia una scarpa, la prendo al volo e mi avvicino al muro. Cerco di non fare movimenti inutili che farebbero scappare quel coso e, poi, con un unico scatto, sbatto la scarpa sul muro, massacrando l'insetto.

Butto a terra la scarpa e osservo la chiazza nera sul muro.
<<Ta daaann!>> Sorrido, facendo ridere Holly.

Ripeto: sono dipendente da quel sorriso.

Lei scende dal divano e mi viene incontro, allacciando le braccia dietro il mio collo, in punta di piedi.
È una gnoma, ma mi piace che sia così piccolina.

<<Ciao, comunque.>> Mormora.
Mi chino in avanti e la bacio con trasporto. Mi era mancata.

Ieri non è andata a scuola, visto il gigantesco attacco di panico di due giorni fa, ma ha costretto me ad andare ai corsi, altrimenti ne avrei persi troppi.
Ieri pomeriggio, invece, mi hanno chiamato per un lavoro con la gang; mentre, questa mattina, mi sono occupato di una faccenda.

<<Ora mi dici dove sei andato?>> Chiede, facendo labbruccio, dopo essersi staccata dalle mie labbra.
Alzo gli occhi al cielo.

Devo mantenere il segreto fino a stasera, non posso dirglielo ora, anche se mi sta tentando.

Scuoto la testa. <<No, Hol. Non te lo dirò.>> Ghigno.

Lei mette il broncio, staccando le braccia dal mio collo.
Sbuffa e si incammina verso la sua camera, dove, prontamente, la seguo, lasciando Logan a guardare la tv sul divano.

HOLLY

Mi irrita, non smetterò mai di dirlo.
Insomma, perché non può dirmi dov'è stato per ben cinque ore?
Tyler mi ha detto che stava andando ad Harlem, prima di lasciarmi sola in cucina, questa mattina.
Ad Harlem a fare che?

Di certo non era solo. E so che non c'entra la gang, altrimenti me l'avrebbe detto.
Insomma, dopo che mi ha spiegato e ha accettato il fatto che io sapessi degli affari loschi della gang, si incazzava solo quando mettevo in mezzo la sua famiglia.
Adesso però, so anche di quello: la madre si droga e gioca al bingo, la sorella non esce di casa se non per andare a scuola perché è pericoloso e Dylan manda loro i soldi che prende con i lavori che fa per la gang e agli incontri.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora