Capitolo 69

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DYLAN

<<Andy!>> Urla Reed, allargando le braccia verso di me, non appena attraverso la soglia del suo pub.

Alzo gli occhi al cielo.
<<Finiscila di darmi diminutivi al cognome, Kayne.>> Borbotto.

Lui mi lancia un'occhiataccia. <<Tu smettila di chiamarmi Kayne, piccolo Anderson.>>
Scuoto la testa, divertito.
<<Com'è che mi sembri più felice? Di solito mi appendi al muro per le mutande se ti chiamo "piccolo Andy".>> Ridacchia.

Sospiro.
Beh, merito di quella piccola nanerottola bionda e quei suoi sorrisoni, quelle labbra e quei maledetti occhioni scuri.
Poi, tra parentesi, a letto è una vera bomba.

<<Ah! Ho capito!>> Ammicca K-Reed, allungando le vocali.
Mi dà un pugno scherzoso sul bicipite.
<<È merito della tua biondina!>> Esclama, sedendosi sul tavolo da biliardo.

Sorrido, come un imbecille.
<<Lo sapevo!>> Esclama, applaudendo. <<Beh, come sta il fiorellino?>> Chiede.
<<Bene.>> Rispondo, senza scendere nei dettagli.
<<Mi fa piacere. Dille di venirmi a trovare, qualche volta.>>

Lo guardo, con un sopracciglio alzato.
<<Te lo scordi che viene qua da sola, Reed.>>

Lui alza gli occhi al cielo, portandosi una canna alla bocca.
Mi appoggio ad una colonna di legno, accanto al tavolo su cui è seduto il mio amico.

<<Lo so, lo so. Ti stanno cercando ovunque.>> Borbotta, accendendosi lo spinello.
Annuisco, passandomi una mano tra i capelli disordinati.
Mi sono svegliato un'ora fa, il tempo di vestirmi, lasciare un biglietto ad Hol e guidare fino ad Harlem e si sono fatte le tre: inizio ad avere fame.

<<Sono venuto proprio per questo, Key.>> Borbotto.
Lui annuisce, aspirando.
<<Ti serve protezione.>> Deduce. Annuisco.
<<Tranquillo, bello, con me sei al sicuro.>> Mi fa l'occhiolino.

Scuoto la testa.
<<Non è per me.>> E lui capisce.
<<Kayne, sto affondando. E sto portando con me troppe persone.>> Mormoro, coprendomi gli occhi con i palmi delle mani.
Lui mi guarda, attento, tenendo la canna in mano.

<<I ragazzi nemmeno avrebbero dovuto seguirmi nella gang, ma l'hanno voluto fare per non lasciarmi da solo e coprirmi le spalle, anni fa.>> Borbotto.
<<Kylie è preoccupata, Kevin non può crescere con una famiglia che è costantemente minacciata.>> Mi sfrego le mani sul viso, passandole anche sui capelli.

<<E poi c'è Hol.>> Sussurro, appoggiando la nuca al pilastro.
<<È tutta la mia vita, Reed. Non lascerò che me la portino via, né che lei si allontani da me per questa merda di gang.>> Sibilo.

Kayne si esibisce in un sorriso.
<<La ami tanto, eh?>>
Annuisco. <<Con tutta l'anima.>> Sussurro.

Lo diceva sempre mio padre: quando ami qualcuno veramente, non lo ami con il cuore, perché poi, alla fine, un giorno smetterà di battere e ti accorgerai che nemmeno il sentimento durerà in eterno.
Ma se, invece, ami qualcuno con l'anima, beh, quella rimane anche dopo la morte.

Reed annuisce.
<<Amico, conta su di me e su tutti questi strani ragazzoni neri qui in giro.>> Dice, facendo roteare l'indice.
Sorrido, divertito.
<<Tu e quella ragazza rimarrete insieme, punto e basta. E Brandon si deve preparare ad avere tutte le gang addosso, se la tocca.>> Annuisce, come per confermare la promessa appena detta.

Sorrido.
<<Grazie Kayne, sei un amico.>> Gli sbatto una mano sulla spalla, non troppo forte.
Lui sorride.
<<Lo sai che ti voglio bene, Andy!>> Ridacchia, abbracciandomi.
Rido con lui, per poi ringraziarlo ancora ed uscire da quel posto fin troppo caldo.
K-Reed soffre il freddo come un cucciolo abbandonato nella neve. E non scherzo.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora