• 𝓔𝓹𝓲𝓵𝓸𝓰𝓸 •

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Mi sento avvolgere nel buio, mi soffoca.
Le sue grosse mani premono sulla mia bocca, schiacciando la mia testa nel vuoto, spingendomi sempre più giù, come per aiutarmi a precipitare.

Perché sto precipitando, giù nel vuoto, un abisso tremendo di paure e lacrime.

Sento una lacrima calda solcarmi il viso e, finalmente riapro gli occhi, ma non riesco a sopportare la scena che fino a poco prima stavo cercando di evitare di guardare.
Non riesco. Non riesco proprio a guardare quella grossa scatola di legno levigata e raffinata, nera, lucida, che viene spinta sottoterra di fronte ad una triste e tremenda lapide di pietra.
Tiro su col naso, senza riuscire a tirare effettivamente su niente, perché non riesco a respirare per quanto io abbia pianto.

Mamma mi passa un fazzoletto, l'ennesimo, con il quale mi soffio il naso.
Asciugo le lacrime, inutilmente, perché continuano a scendermi sul viso senza sosta.
Di fronte a me vedo Seth, Kylie, Jordan e il piccolo Kev.
Accanto a me, mamma, Hero, Tyler, Logan, Jason e Ryan, abbracciato a Wendy.

Piangono. Ognuno di loro piange, mentre i gemelli buttano delle rose sopra la bara.
Lorraine e Roxy, abbracciate, di fronte alla lapide, sono sconvolte e in lacrime.

Non ho ascoltato nemmeno una parola di ciò che ha pronunciato il prete, dopo le prime due o tre frasette che di norma bisogna sentire ad ogni funerale. Sono scoppiata a piangere immediatamente, riprendendo effettivamente ciò che faccio ogni giorno, tutto il giorno, da tre giorni, ormai.

Mi volto e affondo il mio viso nel petto di Hero, che mi stringe a sé, accarezzandomi i capelli.

Finalmente, il funerale finisce, e tutti noi possiamo tornare a casa.
Casa.
Cosa resta, ormai, di casa mia, senza di lui?

Niente. Sono solo briciole.

Mi accascio sul divano, mentre i ragazzi si piazzano in cucina come sempre, prendendo una birra per uno.

Mi alzo dal divano e mi dirgo verso il frigo, sotto lo sguardo distrutto ma attento dei presenti.
<<Holly, cosa–?>> ma la domanda di Jordan resta in sospeso, mentre mi guarda allibito, perché la risposta vien da sé poco dopo, quando afferro una birra e la apro con l'aiuto di un apribottiglie.

Poso la bottiglia sul marmo dell'isola e la fisso.
<<Ne avrebbe presa una anche lui.>> sussurro, continuando a guardare la bottiglia di vetro.
<<Beveva solo questo ormai.>> comincio a piangere e mugolare, con la saliva che mi impasta la bocca e il magone che mi fa male alla gola.
<<Beveva la birra, quando mi baciava sapeva di birra!>> alzo la voce.

<<Non è giusto.>> sussurro, afferrando la bottiglia.
<<Non è affatto giusto.>> sbraito, tra le lacrime. <<Lo amavo, lo amavo da impazzire.>> sussurro, sotto lo sguardo stupito, comprensivo e compassionevole dei presenti, immobili e zitti.

<<È la persona più scontrosa, antipatica, bella, altruista e buona che io abbia mai conosciuto. E mi è stata portata via.>> sussurro, stringendo forte il vetro della bottiglia nella mano.

<<Hol...>> sussurra Jason.
Gli lancio un'occhiataccia. <<Non voglio più sentire questo nomignolo, ti prego.>> mormoro.
Lui annuisce, scusandosi.
<<Non ho fatto in tempo.>> sussurro ancora, in lacrime. <<A fare cosa?>> chiede Jordan, confuso, mentre Seth mi fissa, consapevole.

<<Tu lo sapevi?>> chiedo, con voce amara, guardando il ragazzo dai capelli bianchi, accanto a me.
Lui sgrana gli occhi. <<Ma che stai–?>> lo blocco.
<<Tu lo sapevi!>> urlo. <<Sapevi che sarebbe morto! Lo sapevi! Continuavi a insistere nel volere che glielo dicessi!>> urlo.

<< Holly, stai calma!>> mi interrompe Logan. <<Cosa dovevi dirgli?>> chiede Tyler.
<<Non lo sapevo, Holly. Non prevedo la morte delle persone. Ma volevo solo che ti liberassi di quel peso.>> mormora Seth, in risposta.

Li guardo male, ognuno di loro, pur sapendo benissimo che non c'entrano niente con l'incidente.
<<Come farò, adesso? Come credete che riuscirò a vivere senza di lui? Senza Dylan, ma con un bambino che sarà la sua esatta copia!>> urlo, facendo sgaranare gli occhi dei presenti.
<<Tu sei–?>>
<<Ogni volta che guarderò questo bambino, vedrò Dylan. Vedrò i suoi occhi, il suo naso! Tutto mi ricorderà lui!>> sbraito, ignorando le loro domande.

<<Sei incinta.>> non è una domanda, ma un'affermazione.
La voce di Ryan, che finalmente mu zittisce.
Annuisco, in lacrime.
<<Non lo voglio. Non voglio un bambino che, ogni singolo giorno, mi guarderà con i suoi occhi. E io, ogni giorno, dovrò affrontare la sua morte e accettare di averlo perso per sempre.>> piango, disperata.
Mi volto e lancio la bottiglia, frantumandola contro al muro accanto alla finestra del salotto.

<<Vieni qui.>> sussurra Seth, prendendomi tra le braccia e avvolgendomi in un abbraccio fraterno.

<<È stato come se si aspettasse di morire. Mi ha detto addio, in un certo senso.>> mugolo. <<E mi sento così in colpa per non averlo fermato.>> sussurro, stringendo nel mio pugno la maglia nera di Seth.

<<Non è colpa tua. Nessuno poteva sapere cosa sarebbe successo.>> afferma Martin.

<<Holly, noi siamo qua. Siamo qua ora e ci saremo sempre.>> mormora Tyler, avvicinandosi dietro di me, mentre Seth mi lascia andare.

<<È la prima cosa dolce e umana che ti sento dire da quando ti conosco.>> mi sforzo di ridere, tra le lacrime, mentre tiro su col naso.

Lui mi sorride.
<<La gravidanza è fuori percorso, non era nei programmi, però nulla è perduto.>> borbotta Jordan, a pochi metri di distanza.

<<Abbiamo istruzioni precise, Bionda, perciò non fare domande e seguici.>> dice poi, mentre Ryan lo affianca e mi carica in spalla, aiutato dai ragazzi che aprono la porta e mi trascinano al parcheggio.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora