<<Oh, dai, mi dici dove mi stai portando?>> Lo prego, mentre ci fermiamo ad un semaforo.
Lui ridacchia, scuotendo la testa divertito.
<<È una sorpresa, Hol. Lo vedrai tra poco.>> Sorride.
Il suo è un sorriso contagioso, perché, inevitabilmente, sorrido anch'io con lui, nonostante l'ansia e la curiosità mi stiano divorando l'intestino.Mi piace questa situazione, però. Lui che mi fa le sorprese, che è dolcioso con me e che è premuroso.
Piano piano, sento che il vero Dylan Anderson sta uscendo fuori da quella corazza di rabbia e tatuaggi.Poco tempo dopo ci ritroviamo nel centro di Manhattan.
Lo guardo, con gli occhi sgranati e un sorriso gigante.
Lui mi lancia un'occhiata veloce, facendomi l'occhiolino e un sorrisetto furbo.
Sospiro, ridacchiando.
Mi torturo le dita delle mani, mordicchiandomi le unghie e osservando la città piena di luci di sera.
Manhattan, con il buio, è ancora meglio della Manhattan soleggiata. Le luci dei grattacieli illuminano e colorano tutt'intorno e il traffico scorre.Quando ormai ho la faccia letteralmente spiaccicata sul finestrino, Dylan parcheggia accanto al marciapiede, esattamente di fronte ad un piccolo ristorante dall'aria rustica e non troppo elegante.
Lo guardo.
<< Com'è possibile che ogni volta che usciamo c'è del cibo? Stai complottando, per caso?>> Ridacchio, mentre apro la portiera, in contemporanea con Dylan.
<< Dai, lo so che ci stai prendendo la mano a mangiare, Hol.>> Mi fa l'occhiolino, posandomi un braccio intorno alle spalle.<<Ma stasera devo farti incontrare una persona.>> Sussurra, abbassandosi per arrivare al mio orecchio con le labbra.
Mi volto verso di lui, alzando il viso, con gli occhi sgranati.
<<Chi?>>
Lui ghigna, scuotendo la testa.
<<Vedrai tra poco.>> Mormora, lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra.L'ansia mi invade i polmoni.
<<Oddio, non dovremmo cenare con la tua famiglia?>> Esclamo, nel panico.
Lui mi guarda, con un sopracciglio alzato.
<<Insomma, sono favolose, sia tua madre che tua sorella, davvero. Ma non sono pronta per tutto ciò! Lo sai anche tu che io e il cib–>> mi interrompe, ridacchiando.
<<Calma, tornado.>>Faccio un respiro.
<<Non c'è né mia madre, né mia sorella. Siamo io, te e una persona che incontreremo tra pochi minuti. Devi vedere con i tuoi occhi il motivo della mia uscita di questa mattina. Fidati di me, piccola.>> Mormora.
Annuisco ed entriamo nel locale.Sinceramente non so cosa pensare. Non ho idea di chi possa essere, ne tantomeno il perché dobbiamo incontrare questa persona, però lo seguo, mentre ci andiamo a sedere in un tavolo da quattro posti, nel centro del locale.
È un posto carino, dalle pareti piene di quadri astratti dai toni del nero, rosso e marroncino, il parquet color legno e il bancone nero del piccolo bar in fondo.<<Mi stai facendo venire l'ansia.>> Borbotto.
Lui sorride, alla mia sinistra, stringendomi la mano.Poso la testa sulla sua spalla, prima di essere interrotti da una voce maschile.
<<Eccomi. Scusa il ritardo. Insomma, chi dovevi farmi–?>>Una voce maschile che non sentivo da anni, che si rivolge a Dylan, prima di bloccarsi, perché il biondo dagli occhi scuri qui di fronte a me posa lo sguardo su di me, che alzo di scatto la testa, osservandolo stupita.
<<Holland.>> Sussurra.
Mi alzo, con gli occhi lucidi. <<Oh, mio Dio.>> Mormoro.
Hero mi abbraccia e io affondo la faccia nella sua camicia sbottonata sul collo.
<<Credevo fossi morto!>> Mormoro, stringendolo a me.Le sue mani mi accarezzano le scapole, per poi spostarmi più indietro e guardarmi negli occhi, due occhi così simili ai miei, grandi e color cioccolato.
STAI LEGGENDO
𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)
RomanceHolly, un passato da dimenticare, un presente difficile che vuole solo lasciarsi alle spalle e complessi mentali diventati ormai un problema che la tormentano notte e giorno. La sua vita non è mai stata semplice e non lo è tutt'ora. Nonostante la pa...