Capitolo 70

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<<No, fammi capire, gli ha lanciato dietro il sapone per i piatti?>> Scoppio a ridere, aggrappata a Kylie, che mi tiene a braccetto per il marciapiede.

Lei ride con me, annuendo.
<<L'infermiera voleva solo darle le sue pastiglie per la pressione!>> Esclama, tra le nostre risate rumorose.

Siamo quasi arrivate di fronte all'asilo di Kev e Kylie ha dovuto parcheggiare all'inizio dell'isolato, dal momento che non esiste un parcheggio di fronte ai cancelli colorati.
Nel frattempo, mi sta raccontando del disastro che ha combinato sua nonna alla casa di riposo, qualche giorno fa.

<<È sempre stata strana.>> Ridacchia, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre ci fermiamo sul marciapiede di fronte all'asilo di suo figlio.

<<Di quella stranezza simpatica. Vedeva il mondo a modo suo e, secondo lei, in ognuno di noi c'era del buono. Sempre.>> Sorride, con le lacrime agli occhi.

Addolcisco lo sguardo e la abbraccio.
<<Sì, quando l'ho conosciuta mi è sembrata molto simpatica. Una di quelle donne forti, che stanno bene anche da sole e che hanno tanto amore da dare.>> Mormoro, con il viso sulla sua spalla.
Kylie è più alta di me di una quindicina di centimetri, come minimo.

La mora annuisce.
<<È fortissima.>> Sussurra. <<Ha superato la morte di mio nonno, dieci anni fa, ha l'eilzheimer ma continua ad amarlo. In più, ha visto morire sua figlia e suo nipote.>> Sussurra.

Sgrano gli occhi.
<<I-i tuoi sono morti?>> Mormoro, con il fiato corto.
Lei annuisce e sposta lo sguardo su di me.
<<Mio padre era un militare ed è morto durante una spedizione in Iraq. Mia madre e mio fratello maggiore sono morti in un incidente stradale a Brooklyn.>> Mormora e si asciuga qualche lacrima.

Non sapevo avesse un fratello. <<Mi dispiace tanto Kylie.>> Mormoro, mordendomi il labbro.
<<Tranquilla.>> Sussurra.

Poi sorride.
<<Si chiamava Kevin.>>
Sorrido con lei. <<Uno è andato via e l'altro è arrivato. E sono due gocce d'acqua.>>
<<Gli volevi molto bene, non é vero?>> Mormoro.
Lei annuisce. <<Era la mia roccia.>>
Sorrido.

<<Certo, era un rompicoglioni assurdo.>> Ridacchia, contagiando anche me.
<<Litigavamo quasi sempre, soprattutto perché a lui non piacevano le compagnie che frequentavo, ovvero i ragazzi. Quando sono rimasta incinta per poco non gli è venuto un infarto.>> Ride.

Sorrido.
<<Oh, credimi, di fratelli gelosi possiamo fare la gara!>> Rido, poi.
Tra le nostre risate, entriamo nell'asilo, insieme a troppe altre mamme, che parlottano tra loro e ci guardano male, di tanto in tanto.

Arriviamo nel corridoio e ci fermiamo di fronte ad una grossa porta di legno piena di disegni colorati, fatti probabilmente dai bambini.

Uno ad uno, i bimbi escono e, finalmente una testa mora e un nasino all'insù spuntano tra la massa.

<<Holly!>> Esclama Kevin, correndomi in contro.
Mi salta addosso e io lo afferro, prima di sbilanciarmi indietro con lui sopra.
<<Ah, e così la mamma non esiste più!>> Ridacchia Kylie, con le mani sui fianchi.

Io e Kevin ridiamo.
<<Ciao mami!>> Ride, sporgendosi per darle un bacio.
<<Ciao amore mio.>> Kylie sprofonda le labbra in quelle guance enormemente morbide, per poi far scendere Kevin e mettergli il cappotto, la sciarpa e il cappello.

Usciamo dall'asilo con Kevin tra di noi, che dà la mano ad entrambe.
<<Merenda?>> Chiede Kev, sorridente.

Kylie ridacchia.
<<Gelato?>> Proponiamo, in coro, avvistando uno Starbucks a pochi metri di distanza da noi.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora