Capitolo 36

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<<Dov'è?>> Chiedo, mentre Tyler apre la porta.

Mi sta esplodendo la testa e sto in piedi a fatica, in parte per il sonno, ma in questo momento non mi importa. Voglio solo sapere se Dylan sta bene.

Sono sollevata nel sapere che non beve mai, ma mi chiedo cosa lo abbia spinto a bere adesso.

Tyler mi prende la mano e mi trascina dentro la villa.
Il salotto è illuminato, non come l'ultima volta, quando Dylan mi ha baciata nel buio.

Cerco di non pensarci e riporto l'attenzione su Tyler e altri ragazzi seduti mezzi addormentati sul divano.
Li guardo, confusa.

<<E questa chi è?>> Chiede uno, con la voce impastata dal sonno.
<<Wilson, sarà meglio che lei riesca a calmarlo. Voglio tornare a dormire.>> Dice un altro, passandosi una mano sul viso.

<<Vieni.>> Dice Tyler.
Ripeto la mia domanda di poco fa, mentre Tyler si volta.
<<Secondo te dov'è? Non lo senti?>> Chiede uno.

Resto in silenzio qualche secondo, poi un forte tonfo di qualcosa che cade sul pavimento si propaga per tutta la casa.
Arriva dalla stanza accanto.

Corro verso l'origine del rumore e mi trovo in una gigante sala con al centro un grosso tavolo di legno.
Tutte le sedie che lo dovrebbero circondare in ordine, adesso sono sparse al contrario per il pavimento, una bottiglia vuota di Whiskey è sdraiata sul tavolo vuoto e la sagoma di Dylan è in piedi appena fuori dalla porta finestra di fronte a me.

Mi avvicino lentamente, morendo di paura.
È ubriaco e sta buttando in aria mezza casa..e se mi facesse del male?

No, impossibile. È Dylan, non Travis.
Faccio un respiro profondo e varco la soglia della porta finestra, ritrovandomi dietro di lui in giardino.

<<Dylan..>> mormoro.
Ha una bottiglia svuotata per metà nella mano destra.
Ma quanto ha bevuto?
<<Non rompermi le palle.>> Sbotta lui, trascinando le parole.

Mi avvicino e gli poso una mano sulla spalla, al che lui si gira di scatto, guardandomi con occhi di fuoco.

È completamente sbronzo. E arrabbiato, direi.
<<Cosa vuoi?>> Sbotta.

<<Vuoi farmi la predica?>> Quasi urla. <<Dai, avanti. Dimmi pure quanto sono stato stronzo.>> Urla.

Faccio un passo indietro, appena si avvicina.
<<Hai bevuto troppo, forse dovresti...>> inizio, ma vengo bloccata da lui che mi spinge con forza contro il muro.

Adesso ho paura.

Possibile che va in prigione uno e inizia l'altro?
Non può essere, io so che Dylan non è così.

<<Dovrei? Che cosa?! Non capite un cazzo.>> Urla, guardandomi negli occhi con rabbia.
<<Dyl..>> sussurro, con voce strozzata.
Le lacrime minacciano di uscire, ancora.

Lui mi guarda, minaccioso.

Sembra rendersi conto di qualcosa, perché per pochi secondi spalanca gli occhi e al loro interno brilla una scintilla di..paura?
Toglie le sue mani dalle mie spalle e fa un passo indietro, respirando affannosamente.

<<Io... scusa.>> Mormora, barcollando.
Mi appoggio al muro, buttando fuori l'aria che non mi ero accorta di trattenere.

<<Dylan.>> Dico, avvicinandomi titubante al ragazzo, ora seduto a terra sul prato pochi metri di fronte a me.
Sta fissando l'erba scura di fronte a lui, con lo sguardo immerso nel vuoto e aspira dalla sigaretta, facendo poi uscire il fumo dalle labbra.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora