Capitolo 24

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Il locale è pieno, come sempre, e, quando entriamo, i corpi delle persone ubriache ci investono.
Fa caldo, e respiro a fatica, quando ci facciamo strada tra i ragazzi che ballano e si strusciano l'uno con l'altra.

Kylie mi ha presa sotto braccio, mentre Tyler ha afferrato la mia mano, trascinandoci insieme verso la porta di servizio sorvegliata dal solito buttafuori.

<<Siamo con Scott e Santiago.>> Dice Seth.
<<Tutti?>> Chiede l'omone, indicandoci.
I ragazzi annuiscono.
Lui fa un cenno col capo, per poi aprire la porta e lasciarci passare.

Passiamo il solito corridoio e ci fermiamo davanti al cornicione che dà sul ring.
L'uomo al microfono, come sempre, fa da cronista.

Al primo Round combatte Carlos, perciò i ragazzi scommettono su di lui.

<<Holly, tu scommetti?>> Chiede Logan.
Lo guardo.
<<Posso?>> Chiedo.
Lui sorride. <<Certo che puoi.>>
<<Quanto scommettete?>> Chiedo.
<<Duecento su Carlos. Se vinci ne prendi quattrocento dal tipo laggiù in fondo, lo vedi?>> Mi dice, indicando un uomo pelato, che beve Champagne con una tizia poco vestita avvinghiata al suo braccio.
Annuisco.
<<D'accordo.>> Dico.

Un po' di soldi messi da parte li ho ancora. I soldi che ho guadagnato al ristorante per il quale facevo la cameriera dopo che Travis ha perso il lavoro.

Lui sorride e mi fa cenno di seguirlo al banco, dove vedo un ragazzo della loro età, forse un anno più grande.
Dov'è Ron? Il solito addetto alle scommesse?

<<Quanto e su chi, bambola?>> Mi chiede, con un ghigno.
<<Duecento su Santiago.>> Rispondo, ignorando il suo sorrisetto malizioso.
<<Ecco fatto bella.>> Dice. Mi dà un foglietto.
<<È il mio numero, quello. Puoi chiamarmi, se ti va. Sono Drew.>> Mi fa l'occhiolino.

Forzo un sorriso e torno indietro, con un Logan tra le lacrime. Ha riso troppo.
<<Finiscila, idiota. Non lo voglio il suo numero.>> Mi lamento, ridacchiando.
Lui continua a ridere, annuendo.
Sbuffo, divertita dalla sua risata, e raggiungiamo gli altri.

<<Bene, signori miei. Le scommesse sono ufficialmente chiuse!>> Urla il tipo al microfono, anche lui diverso dal ragazzo che c'è solitamente alle corse.
<<Fate entrare il primo coraggioso!>> Urla, dopo qualche minuto.
Carlos entra dalla solita porta di ferro, con addosso dei pantaloni da basket e i nastri bianchi avvolti nelle mani.
<<Carlos Santiago, gente!>> Urla il tipo.
Applaudiamo, urlando e facendo il tifo per Carlos.

Entra anche l'avversario, che ha un volto famigliare.
Ha i capelli lunghi, lisci e marrone chiaro, gli occhi del medesimo colore... è lo stesso che ha provocato Dylan la sera che l'ho accompagnato nello spogliatoio!
Lo dico a Logan e Tyler, che sono uno alla mia destra e l'altro a sinistra.

Loro ridacchiano, vedendomi urlare: <<Dai, Carlos! Spaccagli il culo!>>
Anche Seth e gli altri scoppiano a ridere, per poi seguire il mio esempio e urlare anche loro.
Ridiamo e seguo attentamente l'incontro.
Il tipo –Dan– colpisce Carlos, facendolo cadere a terra.

<<Cazzo.>> Sbotta Tyler.
<<Forza Carlos! Alzati e ammazzalo, a quello stronzo!>> Urlo, facendo ridere Tyler.
<<Uh, qualcuno è proprio arrabbiato, sta sera.>>  commenta una voce.
La sua voce. Dylan.

Mi volto e lo vedo, in tutta la sua perfezione, con addosso un paio di jeans neri, le Nike nere e la giacca di pelle.
Gli unici tatuaggi visibili sono quelli sulle mani e quelli che, dal collo, salgono fin sulla testa.
<<Oh, ce l'hai fatta, finalmente.>> Esclama Logan.
Dylan annuisce e si avvicina.

Mi volto di nuovo, non ho voglia di guardarlo.
Mi viene da piangere e, allo stesso tempo, sale la voglia di prenderlo a schiaffi.
Mi aggrappo al cornicione, tenendomi sui gomiti. I piedi non toccano più il terreno di qualche centimetro, ma almeno mi concentro sullo stare in equilibrio e sul guardare il combattimento, invece che su Dylan che parla a bassa voce con Tyler.

Carlos vince il combattimento, mandando a terra Dan con una ginocchiata e un pugno sul naso.
Sono entrambi ridotti male, ma Carlos si regge in piedi e io ho vinto quattrocento dollari da quell'uomo anonimo.

Saltello, felice.
Tyler ride. <<Ho vinto quattrocento dollari!>> Gli dico, felice.
Dylan contrae la mascella.

<<Hai scommesso?>> Chiede. Annuisco, guardandolo fredda.
<<Con..?>> Chiede.
<<Ha fatto tutto Drew.>> Alzo le spalle.
<<Chi cazzo è Drew?>> Chiede.
Indico il tipo al tavolo delle scommesse, che sta conteggiando le banconote, distribuendole ai vincitori.
Mi vede e mi fa l'occhiolino. Mi giro immediatamente.
<<Ho vinto quattrocento dollari da quell'uomo laggiù.>> Dico, indicando l'uomo che sta imprecando dall'altro lato della sala.

Dylan sgrana gli occhi.
<<Dio mio.>> Sussurra, passandosi una mano tra i capelli.
<<Holly, visto? Hai vinto!>> Esclama Logan, dietro di me.
<<Si!>> Esclamo contenta, insieme a lui.
<<Vado a riscuotere.>> Annuncio.

Mi allontano e vado verso Drew.
<<Hey, bellissima! Hai vinto, complimenti.>> Sorride e io ricambio, felice.
Beh, dopotutto, ha un bel sorriso.

Mi dà i soldi, che afferro ringraziandolo. Non ho idea di dove metterli.
Ho il cellulare in mano da quando siamo partiti, perché ovviamente sono mentalmente contro le borse.

Sento calore dietro alla schiena e poi del fiato caldo sui miei capelli.
<<Holly, ti muovi?>> Chiede Dylan, con voce roca, afferrandomi un braccio.
<<Eh? Perché?>> Chiedo, confusa.
<<Dobbiamo andare.>> Dice, guardandomi freddo.
Continuo a non capire. Non doveva combattere anche Jason?

<<Holly, bel nome, piccola.>> Commenta Drew.
Ti prego, stai zitto.
Chiudo gli occhi, sospirando e aspetto la reazione di Dylan, che non tarda ad arrivare.
<<Hai rotto il cazzo. Stai zitto.>> Sbotta.

<<Forza, Holland.>> Sbotta, prima di trascinarmi via.
Attraversiamo di nuovo la discoteca e, tra la folla, mi infilo velocemente i soldi nel reggiseno.

Usciamo fuori.
<<Mi spieghi che cazzo ti è saltato in mente?!>> Urla.
Sussulto, per lo spavento.
<<Hai scommesso, ti rendi conto?>> Sbotta.
Lo guardo, sconvolta.
Davvero mi sta facendo la predica per una cosa che fa anche lui?

<<Anche tu scommetti.>> Gli faccio presente.
Lui sbuffa.
<<Non capisci. Sto cercando di tenerti fiori da tutta sta merda, e tu inizi a scommettere, ad urlare e, come se non bastasse, a provarci con il coglione al tavolo delle scommesse. Ma dico, ti si è bevuto il cervello?!>> Urla.
Non faccio in tempo a rispondere, perché inizia di nuovo ad urlare.

<<E, per di più, guarda come sei vestita!>> Sbotta, indicando il mio vestito.
Lo guardo, ferita. Questa ha fatto male.
<<Cosa c'entra il vestito, adesso? Nemmeno l'hai notato!>> Sbotto.

<<Oh, credimi l'ho notato eccome. E non solo io. L'hanno notato tutti. Sembri una puttana!>> Sbotta.
Mi salgono le lacrime agli occhi.

Non può averlo detto davvero.
Mi trema il labbro e non riesco più a sopportare il nodo che mi si è formato in gola.

La sua espressione cambia. Sembra quasi pentito di ciò che ha detto. Ma io so che non è così, lui pensa solo a sé stesso.

Cerca di accarezzarmi il braccio, ma gli dò uno schiaffo sulla mano, allontanandolo.

<<Non toccarmi.>> Mormoro, con la voce rotta.
<<Hol..>> sussurra.
Scuoto la testa. <<Sei tale e quale a lui.>> Sussurro, piangendo.

Non vedo la sua espressione, mi rifiuto di passare un minuto di più insieme a lui.
Mi volto e, piangendo a dirotto,mi incammino per il marciapiede buio, senza una meta precisa e senza il minimo senso dell'orientamento.








𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora