Capitolo 31

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<<Oddio, scusami, davvero. Me ne sono completamente dimenticata!>> Esclamo, al telefono con Adam.

Sono le tre di pomeriggio, ormai, e, dopo l'ospedale e la sua aria cupa, Dylan mi ha portata da Joe, l'uomo degli hotdog di fronte allo Yankee Stadium.

Ora, in moto sulla via di casa, mi rendo conto di aver di nuovo dimenticato il povero Adam, con il quale, per quanto possa essere antipatico e narcisista, avevo appuntamento questo pomeriggio per finire il cartellone.

<<Dai, Holly, non dirmi che dobbiamo nuovamente rimandare! Tra due giorni dobbiamo esporre il progetto!>> Si lamenta, dall'altro capo del telefono.
<<Scusami tanto, davvero. Se vuoi, raggiungetemi a casa mia tra una o due ore. Ci sono gli altri?>> Chiedo, mordendomi il labbro.
<<Si, ci siamo tutti. Li accompagno io.>> Dice.

Dylan continua a girarsi ogni volta che può, tenendo d'occhio perfino la conversazione al cellulare.
Adam non gli piace per niente.

<<Fantastico.>> Sorrido.
<<Bene, allora ci vediamo, non so, tra un'ora?>> Chiede.
<<Certo. A dopo.>> Dico, chiudendo la chiamata.
Sbuffo rumorosamente, appoggiando la testa alla schiena di Dylan.

<<Ancora con quel montato?>> Chiede Dylan, con un sopracciglio alzato.
Si ferma al semaforo e si volta a guardarmi, per quanto gli sia possibile.
Annuisco. <<Dobbiamo finire il progetto di scienze.>> Borbotto, svogliata.
Lui sbuffa. <<Non mi va a genio.>> Mormora.
<<Lo vedo.>> Ridacchio.
Gli accarezzo il braccio, guardandolo, mentre ingrana la marcia e accellera.
Lui si volta per un attimo, sorridendomi di sfuggita.

Arriviamo a casa dopo dieci minuti.
<<Siamo tornati!>> Annuncio, spalancando la porta.
<<Alla buon ora! Abbiamo fatto i cupcakes!>> Annuncia Seth, spuntando sorridendo dalla cucina, con addosso un grembiule rosa confetto con sopra macarons colorati e, sulle mani, dei guantoni arancioni per non scottarsi.
Scoppio a ridere e Dylan mi segue a ruota, non appena lo vede.

<<Sei fantastico!>> Esclamo.
<<E sporco di impasto!>> Aggiunge Dylan, tra le risate.
Seth sorride, divertito.
<<Aiutami, invece di ridere.>> Dice, rivolto al ragazzo accanto a me.
<<Ne abbiamo fatti troppi e devi aiutare Kevin con le decorazioni. Su, mettiti il grembiule.>> Dice, in tono autoritario.

Dylan smette di ridere.
<<Spero tu stia scherzando.>> Dice.
<<Neanche un po'. Forza, muovi il culo, Anderson.>> Dice.
Scoppio a ridere di nuovo, mentre Seth torna in cucina da Kevin.

Dylan mi guarda male.
<<Non metterò nessun grembiule rosa.>> Mi dice.
<<Magari Seth ne ha uno blu.>> Lo prendo in giro.

Il nero non è il colore adatto ad un grembiule da cucina, almeno, per quanto ne so io, non ne ho mai visto uno.
<<Dylan, muoviti che ti sto aspettando!>> Urla Kevin.
Rido. <<Su, muoviti.>> Dico, ridendo.
Lui scuote la testa, andando in cucina, borbottando qualcosa per strada.

Continuo a ridere, per poi andare in camera mia e prendere l'occorrente per il progetto di scienze.
<<Seth, spero non sia un problema se vengono qua i miei compagni per il progetto di scienze.>> Urlo dal salotto.
<<Per niente! Anzi, mi servono reclute per mangiare tutti questi cupcakes.>> Urla lui.

<<Ad Adam ci penso io!>> Urla Dylan, tornando in salotto con addosso una canotta bianca e dei pantaloni della tuta (sicuramente di Seth), dal corridoio che porta alle camere.

<<Non avvelenerai nessuno, Dyl.>> Lo ammonisce Seth, uscendo con un grembiule lilla tra le mani.
<<Metti questo.>> Dice, buttandoglielo in faccia.
Dylan lo guarda, schifato.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora