Capitolo 3

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Il locale è pieno di gente che balla, si struscia addosso ad altra gente, tutta ubriaca fradicia.
La musica a palla mi rimbomba nelle orecchie e l'odore di fumo e alcol mischiati mi invadono le narici, ricordandomi il perché ho sempre cercato di evitare di mettere piede in discoteca quando mi era possibile.

Seth tiene stretta la presa sul mio polso, mentre mi trascina con se tra la gente.
Continuo a non vedere Dylan, e adesso, in mezzo a tutte queste luci colorate e le ombre del locale miste ai corpi sudati dei ragazzi che ballano, non vedo più nemmeno gli altri ragazzi e Kylie.

Mi concentro sulla nuca bianca di Seth e lo seguo, cercando di non perdere anche lui di vista, nonostante mi tenga stretta.
Finalmente, la calca di corpi sudati diminuisce appena raggiungiamo una porta di servizio nascosta dall'enorme figura di un buttafuori, immobile a braccia incrociate che ci fissa serio.

<<Siamo con Anderson.>> Urla Jordan, sovrastando la musica per farsi sentire dall'omone. Questo annuisce flebilmente e, mantenendo l'espressione seria, ci apre la porta e ci lascia passare, squadrandoci uno ad uno.

La porta di servizio sbuca in un corridoio grigio, illuminato solo da una luce d'emergenza verdognola.
Seguo i ragazzi per le scale rovinate, che portano ad un piano sotterraneo.
Ma dove stiamo andando?

Tyler, davanti al gruppo, spalanca un'ennesima porta.
Mi trovo davanti ad un parcheggio sotterraneo.
Ma seriamente? Dylan si è lamentato tanto, insistendo sul non farmi venire in un parcheggio?!
Bah.

<<Vieni.>> Sussurra Seth al mio orecchio.
Vengo affiancata anche da Martin, che bisbiglia in spagnolo col fratello alla sua sinistra.
<<¡Mira! El es Dylan.>>  urla Carlos.
<<Zitto!>> Sbotta Kylie, e lui alza le braccia all'aria in difesa, ridacchiando.

Aguzzo un po' la vista e in effetti, in fondo al parcheggio, la figura in nero di Dylan sta parlando con qualcuno, che è mezzo infilato nel cofano anteriore di una macchina blu elettrica.

<<Ma.. cosa succede?>> Chiedo a Seth, ma non ricevo risposta.
Invece, la risposta arriva poco dopo: Seth mi lascia la mano e raggiunge l'amico, lasciando posto a Tyler di affiancarmi.

<<Sta sera Dylan corre.>> Spiega. Lo guardo confusa e lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
<<Facciamo delle gare, corse in auto clandestine, e non solo, a volte ci scelgono anche per incontri di boxe o altro. Si scommettono soldi e sta sera tocca a Dylan.>> Spiega.
<<Vi scelgono? Chi?>> Chiedo.

Questa storia non mi piace per niente.
Lui scuote la testa, muovendo i ricci.
<<I padroni di questo posto, quelli che ci pagano.>> Risponde.

<<È illegale. Perché lo fate?>> Chiedo.
Lui soffoca una risata amara.
<<Soldi, bimba, soldi.>> Sospira, amaramente, senza guardarmi.

Lo seguo mentre cammina verso Dylan, che era già stato raggiunto dagli altri.
Dylan mi vede e mi si avvicina.

<<Dì qualcosa a qualcuno di quello che vedrai sta sera e io ti ammazzo con le mie mani, non mi interessa se sei donna.>> Mi minaccia.

Ha un ché di inquietante nel tono della voce, e per un attimo mi sembra la reincarnazione di un film thriller.

<<Mh>> mugolo soltanto, sorridendo.
Se pensa di potermi spaventare, ha proprio sbagliato a capire: ho visto e subito di peggio, soprattutto in quanto a minacce.
Lui mi guarda male, ma non aggiunge altro, dal momento che lo chiamano.
È ora di andare.

<<Tienitela stretta.>> Dice a Tyler, accanto a me.
Questo annuisce e si avvicina a me ancora di più.

Dylan mi scocca un'ulteriore occhiata e poi sale in auto.
Continuo a non capire il perché di questa protezione, insomma, non sono una bambina.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora